L’occasione Mondiale
Quale occasione migliore per portare alla luce questo progetto editoriale. Quale miglior auspicio.
Siamo Campioni del Mondo, lo siamo per la quarta volta, e con questa la Repubblica raggiunge il Ventennio a quota due vittorie mondiali. Adesso si giocherà solo per vincere.
Non era rimasto nient’altro da fare, come chiaramente il Presidente Napolitano aveva ricordato nella storica mattinata di Domenica 9 aprile all’allenamento degli Azzurri.
E poi chissà che cos’è successo.
Come per magia, come durante un millenario rito collettivo, siamo scesi tutti per le strade, con le trombe, a scandire a chiara voce che Siamo Noi, i Campioni del Mondo.
Mancava solo la Vittoria, durante questo anno italiano 2006. Il che non capita tutti i giorni, anzi.
Abbiamo addirittura scoperto che esiste un numero magico. Il 12, numero dei mesi di un anno e della maglia del secondo portiere. Dal 1970 funziona così, a base dodici: ogni 12 anni la Nazionale di calcio va in finale ai Mondiali. La prima volta perde, poi vince, poi perde ancora: questa volta mancava solo vincere.
Ma non è tutto. 70 anni fa, nello stadio della stessa capitale della stessa nazione i tre colori della bandiera campione (olimpica, in quell’occasione) erano i nostri.
Questa volta non potevamo perdere, anche se risulta piuttosto facile dirlo dopo. Se non altro non sarebbe stato giusto nei confronti di quella generazione (alla quale apparteniamo noi della redazione, che così cominciamo a presentarci ai lettori) che aveva visto solo sconfitte, da Italia ’90 in poi, maturate senza perdere, senza subire gol. Per colpa di un rigore calciato alle stelle, nella pancia del portiere o sulla traversa, per colpa di un meccanismo infernale chiamato Golden Gol. Questa volta è cambiato qualcosa: siamo maturati, i ragazzi calciatori che hanno fatto 5 su 5 dal dischetto, e noi tifosi che, grazie a loro, siamo diventati anche noi Campioni del Mondo.
La traiettoria del rigore di Trezeguet, invece, non ha nulla di strano. E’ semplicemente un evento soprannaturale: come che l’energia sprigionatasi dai pori delle case e delle piazze italiane l’abbia pilotata qualche centimetro sopra quella di Zizou, che nel primo tempo ci aveva messo sotto.
D’altronde così come durante i riti magici gli sciamani non fanno nient’altro che incarnare lo Spirito, i calciatori non fanno nient’altro che recitare la parte assegnatagli da un copione che ogni giorno contribuiamo tutti insieme a scrivere. Noi tifosi, con i sogni la passione e la voglia di viaggiare. Loro dirigenti ricchi e potenti, che con poche parole possono cancellare il lavoro degli altri.
In questa nuova rivista, in questa sezione, vorremmo occuparci di questo.
Ci fermeremo a commentare quanto la realtà dei fatti si discosterà dalle volontà, dai bisogni e dalle aspettative che le persone vivono con il lavoro quotidiano.
Vorremmo che L’Arengo che stiamo costruendo possa ospitare un numero sempre maggiore di Viaggiatori. Con una storia da raccontare, qualche idea e un po’ di buona volontà.
La prima Storia da raccontare, insomma, è questa.
Quella dei prossimi 4 anni, durante i quali questa Italia Campione del Mondo sarà chiamata a mantenere il proprio prestigio anche fuori dal campo di gioco. Vediamo se, o meglio quanto, la spinta della Vittoria Nazionale saprà guidare l’Italia verso una stagione di rinnovamento e benessere.
Accogliamo pertanto con gioia le parole in questo senso del Presidente della Repubblica, che eredita direttamente da Sandro Pertini (che a sua volta aveva ricevuto dal Re) la Corona di Campione del Mondo. Siamo Campioni del Mondo, e adesso abbiamo l’onere e l’onore di meritarcelo.
Avanti, Italia!