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Scritto da nel Numero 31 - 16 Gennaio 2008, Viaggi | 0 commenti

Ritorno al Festival della Scienza e dalla Maria

A metà ottobre i miei piedi cominciano ad essere inquieti e a minacciare lo sciopero. Ma nonostante tutto anche quest'anno non ho potuto resistere alla tentazione di tornare al Festival della Scienza a Genova.
E così il 3 novembre, in una sfolgorante giornata (di quelle che nella pianura padana non si vedono mai) che fa essere fiero delle proprie origini liguri, mi sono lanciato nella giungla variegata di laboratori in mezzo a legioni di ragazzini di ogni età che intervengono, chiedono, rispondono alle stimolazioni dei preparati animatori.
Dopo aver studiato il sito www.festivalscienza.it al quale rimando gli interessati per maggiori dettagli, ho cominciato con un viaggio nella quarta dimensione (cercando invano di ribaltare la mano destra in quella sinistra), poi ho proseguito nello Spazio intorno alla terra nello stand dell'ASI (Agenzia spaziale italiana), dove si impara il contributo del nostro paese alle esplorazioni.
Una danza degli elementi chimici è vicina a un laboratorio che racconta come nasce il fragrante pandoro, poi, dopo aver assistito alle evoluzioni di piccoli robot, ci si può lanciare nelle stelle o se si preferisce nelle viscere dei vulcani.
Ma si può tornare indietro nel tempo con i fossili di Sassello e nelle caverne del finalese popolate dagli uomini primitivi dipingendo la loro abitazione e sprofondare sotto il terreno di Genova o a spasso in Liguria, tra geologia e storia alla Biblioteca Berio dove libri, documenti, rocce, minerali, fossili, materiali preistorici e archeologici raccontano l'avventura della scoperta scientifica del paesaggio in Liguria.
Il tempo è scandito da orologi costruiti col Meccano (ricordo giovanile dei miei coetanei) illustrati da un giovane che confessa che fino a questo impegno credeva che gli orologi fossero solo al quarzo, costruiti a cura del gruppo di amatori GAMM di Milano.
Fra le mostre dedicate alla matematica non posso trascurare un software che dalla equazione parametrica scritta a piacere disegna splendidamente le superfici, facendole anche variare nel tempo.
Alla pausa pranzo ho ovviamente seguito i miei consigli e sono ritornato da Maria (il ristorante in Vico Testadoro che trasporta veramente agli anni cinquanta tutti i giorni). Se i ravioli sono sempre ottimi (ogni volta mi riprometto di assaggiare un altro primo, ma al momento dell'ordine non ci riesco!) e la faraona (che mangiavo solo a Natale) gustosissima, l'ambiente sta cambiando rapidamente: intanto è arrivato il segnale per i telefonini (l'anno scorso praticamente mancava), poi al piano di sopra è apparso un condizionatore d'aria (orrore! ma la punizione non è mancata: prima i clienti d'estate si lamentavano solo per il caldo, ora mugugnano per il caldo, il freddo e le finestre chiuse…) e infine si possono pagare i nove euro (per primo, secondo e bevanda) con la carta di credito e il bancomat (ma quando mai queste diavolerie negli anni '50???). Se non vi sbrigate ad andarci resteranno solo gli ottimi cibi, ma i cent'anni (nel 2017) temo che vedranno una Maria tutta rinnovata, come la nuova insegna esterna.
Naturalmente, nonostante il pass da giornalista che mi ha fatto tagliare le code, ho potuto vedere solo una parte delle mostre e nessuno spettacolo o conferenza, tenute da scienziati di tutto il mondo, del “pesante” programma, che spazia anche in altre città della regione. Mi riprometto il prossimo anno di dedicare più di un giorno, ma ho paura di uno sciopero selvaggio dei miei poveri piedi…

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