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Scritto da nel La Cantina del Viaggiatore, Numero 47 - 1 Ottobre 2008 | 2 commenti

Appunti di Viaggio – Sardegna prime bevute

Quando una passione ti entra dentro, tanto da condizionare la tua vita, le tue scelte, tanto da diventare il tuo lavoro, è difficile che ti dia tregua…anche perché tu non te la vuoi prendere.

Capita quindi che questa passione, non dico sia determinante nella scelta, ma comunque condizioni le tue vacanze.

Un esempio: quest’estate avevo preventivato il ritorno (mancavo da troppo tempo) nella mia seconda terra, la Sardegna, e per arrivarci avevo deciso di passare dal Piemonte, nord del Piemonte per la precisione. Ovvio no. Tale lungimirante percorso è dovuto saltare a causa delle tariffe dei traghetti, ma tant’è che i Nebbioli del nord come Gattinara e Ghemme, meno famosi dei Barolo e Barbaresco ma per questo affascinanti, stavano per portarmi in dote quei 600 km in più.

Ma tant’è che sono andato direttamente in Sardegna, e posso assicuravi che la mia passione non si è certo lamentata di questa scelta.

Se mi permettete vorrei fare una cosa inedita, ovvero darvi dei consigli su cosa bere in terra sarda o comunque di sardo. Mi scuso in anticipo se salterò di palo in frasca, ma i rapporti passionali non sono facilmente controllabili.

Iniziamo.

Appena arrivato, con ben “fresco” il ricordo dei coccodrilli che sguazzano nel clima tropicale bolognese, ho avuto voglia di bermi qualche bel bianco, possibilmente fresco.

Vermentino ovviamente, meglio se di Gallura (unica DOCG sarda). Ruffiano come pochi (forse passaggio di chips) ma comunque gradevole e dal prezzo abbordabile il Funtanaliras, non memorabile ma gradevolissimo, che accompagna bene piatti di pesce e anche carni bianche (a dire il vero ne ho mangiato moooolto poca di carne bianca in Sardegna).

Buono, decisamente, il Costamolino della Corazzata Argiolas, una delle aziende più blasonate in Sardegna. Nella sua produzione può vantare un vino che si è fregiato più volte del titolo di “Miglior Rosso d’Italia”, il Turriga, vino a base Cannonau con tagli di altri piccoli tagli di altri vitigni (forse il Bovale e il Carignano). Autentico nettare, ma dal prezzo non accessibile a tutti. Almeno 35-40 euro in enoteca…immaginate voi in ristorante. Più accessibile, ma fino ad un certo punto, il Korem, sui 18-20 euro in enoteca ma anche in questo caso si sta parlando di un signor vino ed anche in questo caso espressione di vitigni autoctoni (Bovale o Bovaleddu, Carignano ed una piccola percentuale di Cannonau).

Rivale, in senso buono, storica di Argiolas per lo scettro di migliore azienda dell’isola è Santadi o meglio Cantina di Santadi, azienda nata con lo scopo di tutelare il lavoro dei vari viticoltori locali. Zona geografica: Sulcis. Vitigno simbolo: il Carignano, uva che per molto tempo si è imbarcata verso il nord (Piemonte in primis) come vino di taglio, ma che grazie al lavoro di alcune aziende tra cui Santadi oggi vive di vita propria e dà vita ad un autentico prodigio, il Terre Brune, vino che anch’esso si è fregiato del titolo di “Miglior Rosso d’Italia” e che contende il primato dell’isola al Turriga.
Anche in questo caso ci troviamo di fronte ad un vino costoso, sui 35-40 in enoteca. Un consiglio: se appartenete al grandissimo “Partito del Prosecco”, ovvero che ogni vino bianco frizzante sia un prosecchino, evitate di buttare dei soldi. E spendete molto bene, ma molto, per il Rocca Rubia, nelle enoteche oneste anche 13 euro, vino che non delude mai, importante. Per fare un paragone ciclisitico un gregario di lusso ma solo perché davanti ha il Terre Brune. Oppure spendete ancora meno (5-6 euro) e bevetevi il Grotta Rossa, vino dal rapporto qualità/prezzo mostruoso.

Ma concludiamo la carrelata su Santadi e ritornando sui bianchi, gradevoli (non sbaglia un colpo Santadi…) ma non a livello dei rossi: gradevole e decisamente abbordabile (sui 4-5 euro) il Villa Solais, vale lo stesso discorso per il Cala Silente. Si tratta in entrambi i casi di Vermentino.

2 Commenti

  1. A me Ciacco mi piaco perche' scrive come mangia.
    A me Ciacco mi piace perche' credo che scriva gli articoli da ubriaco.
    Ciacco se non ci fossi dovremmo inventarti!!

  2. Ormai Ciacco è un borghese del vino….mi stappa delle bocce da 50 euri uso ridere…

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