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Scritto da nel La Cantina del Viaggiatore, Numero 51 - 1 Dicembre 2008 | 1 commento

Il sangiovese si tinge di rosa

Dozza. 25 novembre. Salone Maggiore della Rocca Sforzesca.

È qui che ha avuto sede l’VIII edizione del Master del Sangiovese, sfida tra sommelier per decretare chi è il più esperto su uno dei vini simbolo della penisola italica.
Eh già, perché il vino che imperversa soprattutto nei vigneti di Romagna e Toscana, ha sempre amato l’A14, scendendo tutto il versante adriatico per ricoprire con i suoi grappoli diverse regioni, con punte di eccellenza oltre alle due storiche regioni, nelle Marche come coprotagonista di grandi vini come Rosso Conero e Rosso Piceno.

Ma per intenderci, si fa prima a dire quali sono le regioni in cui il "Sangue" di Giove non è presente (perfino in Sicilia ed in Sardegna è presente…) che quelle in cui lo si può incontrare.

Il mal tempo ha fatto una severa selezione dei concorrenti ancora prima dell’inizio delle semifinali, portando a 13 il numero dei partecipanti rispetto ai 20 preventivati.

I partecipanti, sommelier professionisti e non, erano provenienti da diverse zone d’Italia: Trentino Alto Adige, Toscana, Lombardia, Campania, Molise, Friuli Venezia Giulia, Abruzzo. Ben rappresentata l’Emilia Romagna con 6 partecipanti provenienti dalle province di Ravenna, Bologna e Ferrara.

Le prove sono cominciate al mattino, per una prima selezione da cui sarebbero usciti i 4 finalisti.

La prima era una sorta di test di conoscenza legislativa, etnografica, e quant’altro riguardasse il Sangiovese.
In seguito sono stati serviti ai partecipanti due bicchieri, ovviamente alla cieca, ed in 25 minuti i partecipanti dovevano saper indicare vita morte e miracoli dei nettari di bacco in questione.
Infine, è stato servito uno stinco di maiale: la prova consisteva nell’indicare quale dei due vini precedentemente degustati meglio si abbinasse, ovviamente motivando il tutto.

Pausa pranzo con visita all’azienda Tre Monti.

Pomeriggio. Ecco i nomi dei finalisti: il trentino Roberto Anesi, gli aretini Simona Bizzarri e Luca Martini ed il romagnolo Davide Staffa.

La prova al pomeriggio, aperta al pubblico, veniva svolta singolarmente dai diversi finalisti. Il sorteggio ha visto iniziare Staffa, poi Bizzarri, Anesi e Martini.

La finale consisteva nel servire due commensali, il direttore di Prima Pagina Magni e una giornalista canadese, i quali hanno sottoposto diverse domande: abbinare il menù prescelto con vini a base sangiovese italiani ma non provenienti da Emilia Romagna e Toscana, a parte il dessert che lasciava libero sfogo ai finalisti; altra prova era di abbinare lo stesso menù con vini extraeuropei di cui almeno uno fosse a base Sangiovese; in seguito di passava ad una prova di decantazione, con tanto di candela, sempre molto suggestiva; infine la correzione di errori riferiti a vini più o meno famosi, il più divertente il “Graffi Noir di Tenuta la Pandolfa Drei Donà”.

A vincere, e colorare di rosa un vino rosso ma non poi così carico di colore, ci ha pensato l’aretina Simona Bizzarri, una macchina da guerra, che ha relegato per il secondo anno consecutivo al secondo posto il bravissimo Staffa (anche se il Karana si produce in Gallura e non ad Alghero…).

Terzo il giovane e bravo Martini ed infine il cucchiaio di legno per il trentino Anesi.

1 Commento

  1. evviva! anche in questi campi finalmente le donne iniziano a sbaragliare gli avversari…

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