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Scritto da nel Letteratura e Filosofia, Numero 61 - 1 Luglio 2009 | 0 commenti

Quo vadis baby?

…ci abbiamo messo un po' io e mia sorella a capire
che i morti non ritornano, e poi un altro po' a capire
quanto siano presenti, a volte più dei vivi.

 Quo vadis baby?

Seduta sullo sgabello di un bar di via Goito tengo tra le mani il quarto gin lemon della serata”…

è con queste parole che si apre Quo vadis baby? romanzo noir della scrittrice bolognese Grazia Verasani. Fare la recensione di questo libro è tremendamente difficile, come ogni volta che un romanzo mi piace particolarmente. La pagine scorrono velocemente, la lettura è piacevole… quando una cosa è scritta bene, quando il testo ti parla, è difficile individuare gli aspetti salienti. Tutto ti piace. Ti lasci andare alla lettura e l'esercizio critico diventa difficile.

Giorgia Cantini, la protagonista, è un'investigatrice privata che si occupa di drammi borghesi: tradimenti, amori malati, figli che si drogano. Si aggira in una Bologna noir, una città in decadenza, dove il nuovo fatica a mescolarsi con l'antico, dove il passato più prossimo, quello delle lotte studentesche, dei circoli sociali, delle osterie, non è altro che un ricordo sbiadito per cui si prova nostalgia. Giorgia è una donna forte, sola, che affoga nell'alcol la paura di aver sprecato la propria vita. Il suo è un passato segnato dalla morte: quella della sorella, aspirante attrice, morta suicida sedici anni prima; e la tragica e misteriosa (e forse “volontaria”) fine della madre in un incidente d'auto.
Un giorno inaspettatamente viene in possesso di alcune lettere che la sorella scrisse nel periodo prima di morire. Giorgia scopre una persona diversa da quella che conosceva: a parte le ambizioni, le ansie, le ossessioni di un'attrice disposta a tutto per diventare famosa, quelle lettere contengono la testimonianza di una relazione misteriosa e passionale con un uomo chiamato A. che mette in evidenza delle ombre nella storia del suicidio apparentemente certo e senza ragione della sorella. Queste ombre la spingeranno a tornare indietro nel tempo, ad intraprendere un'indagine che la porterà ad affrontare le ombre stesse del suo passato.

Molti, già dal titolo, si saranno accorti che si tratta del libro dal quale, nel 2005, Gabriele Salvatores trasse la trama per l'omonimo film. Come sempre avviene in questi casi però, il libro conserva  molti aspetti, ignorati nel riadattamento cinematografico, che ne consigliano la lettura. La scrittura è diretta e tagliente. La narrazione in real time dal curioso punto di vista della protagonista, racchiude in aforismi e definizioni qualsiasi cosa faccia parte della sua vita. I pensieri di Giorgia aprono una finestra sul trauma del suicidio: il sentirsi abbandonati da chi ha deciso di lasciare questo mondo senza dare nessuna spiegazione, la sensazione di non essere abbastanza importanti per quella persona. Inoltre tra le righe traspare una bella e precisa fotografia della Bologna contemporanea, della fauna eterogenea di persone che la popolano, dei drammi borghesi che la attraversano, dei contrasti che la dividono, senza dimenticare alcuni aspetti del passato della città che viene raccontato a più riprese.

Arrivando verso la fine del libro, mi venne una sensazione di nostalgia: avevo voglia di leggere ancora su Giulia Cantini, magari su una delle sue indagini curiose, che nella storia erano in secondo piano. Arrivando in libreria scoprii con piacere dell'esistenza di Velocemente da nessuna parte, ma di questo libro ci occuperemo nel prossimo numero…
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Grazia Verasani nasce a Bologna nel 1964. Attrice, doppiatrice, speaker per la radio, cantante e pianista, nel novembre del '99 pubblica “L'amore è un bar sempre aperto”, il suo primo romanzo. In ottobre uscirà Di tutti e di nessuno, il terzo capitolo delle avventure di Giulia Cantini.

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