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Scritto da nel Letteratura e Filosofia, Numero 61 - 1 Luglio 2009 | 0 commenti

Un piccolo passo per un uomo…



Pantelleria, 20 Luglio 1969. Un’enorme folla di gente staziona di fronte all’unico bar del paese, che per la grande occasione ha messo fuori il televisore – unico nell’isola. Si diceva che avrebbero fatto vedere qualcosa di straordinario e tutta la gente, sensibile a questo tipo di novità era accorsa in massa. Tra la folla vi è anche un giovane e baffuto colombiano in vacanza, uno dei rari turisti dell’epoca, che come tutti, aspetta con una certa ansia il momento. Inizia la diretta, le immagini in bianco e nero, confuse mostrano un uomo vestito in maniera buffa che scende una scala. Poi mette piede a terra e… Un piccolo passo per un uomo, ma un grande passo per l’umanità. Il giovane turista guarda perplesso lo schermo. Un grande passo per l’umanità certo… ma per l’uomo? Ventidue anni più tardi, nel 1981, quando già sarà celebrato come uno dei più grandi scrittori del XX secolo, Gabriel Garcia Marquez racconterà il motivo di quella perplessità in un articolo pubblicato su El Pais:


[…]da allora esistono due lune. La Luna astronomica, con la maiuscola, il cui valore scientifico deve essere molto grande, ma che manca completamente di un valore poetico. L’altra è la Luna di sempre, quella che vediamo attaccata nel cielo; la Luna unica dei licantropi e dei boleri, e alla quale – per fortuna – nessuno arriverà mai.[…].


La discesa sulla luna di Armstrong ha segnato un grande passo dell’umanità ma allo stesso tempo ha privato il collettivo immaginario di uno dei suoi elementi più suggestivi e seducenti. Da allora la Luna ha smesso di essere la stessa che aveva affascinato gli uomini per millenni.


Scelta come simbolo dalla religione islamica. Venerata come una divinità da mesopotamici, egizi, greci, romani e induisti. La luna è stata fonte di ispirazione e di timore per uomini di ogni classe sociale. Nella mitologia medievale la luna piena era associata al mito del lupo mannaro e delle streghe. I contadini e i pescatori hanno per secoli regolato le loro attività in base alle fasi lunari. Gli uomini colti, fossero essi poeti, scrittori o scienziati, hanno trovato in essa una fonte di ispirazione continua. Il primo viaggio sulla luna di cui si ha conoscenza venne immaginato da Luciano di Samosata nel II secolo a.C: un luogo bianco e perfetto abitato dagli ippogrifi, esseri nati dall’ incrocio tra un grifone e un cavallo, che sono in guerra con gli abitanti del sole. Nell’Orlando Furioso il lume della ragione per salvare il protagonista dalla pazzia si trova sulla luna. Cyrano’ de Bergerac vi arriverà grazie ad un cintura fatta con ampolle d’acqua che grazie all’evaporazione lo sollevano e gli abitanti scambiandolo per uno struzzo, lo rinchiuderanno in un uccelliera. La luna è luogo di un viaggio immaginario di Keplero e di due avventure del Barone di Munchhausen. Inutile parlare dei capolavori scritti Julius Verne verso la seconda metà del XIX secolo, dove il viaggio verso la Luna presenta diverse coincidenze con quelle adottate dagli scienziati del Programma Apollo cent’anni dopo.


Quando noi adesso guardiamo la luna immaginiamo un astro celeste capace di determinare le maree, un luogo dove qualcuno quarant’anni fa ha piantato una bandiera americana, un luogo sulla quale si pensa, un giorno, vivranno colonie di esseri umani. Ma pensiamo anche a un'altra luna, quella che ci fa compagnia nelle notti tormentate, quando vaghiamo soli per la città in cerca di risposte.

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