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Scritto da nel Numero 63 - 1 Ottobre 2009, Politica | 0 commenti

Ieri oggi domani

Ieri oggi domani

I recenti provvedimenti inseriti nel pacchetto-sicurezza, indipendentemente dai diversi punti di vista del governo e dell'opposizione, rispondono certamente ad una domanda e a un desiderio d'ordine che è nell'aria, oltretutto consolidatosi pericolosamente con la crisi economica. Un clima che trova giustificazione secondo una recente intervista televisiva di Eugenio Scalfari, nell'attitudine della massa elettorale (e non) ad appiattirsi sul presente, trascurando il passato e rinunciando a progettare il futuro!

Raccogliendo l'invito a rinfrescare la memoria… facciamo qualche passo indietro per verificare come questo fenomeno non sia una novità, nè per la vecchia Europa, nè per

la Nuova America del secolo scorso, entrambe assillate dalla ricerca di un nuovo ordine, come risposta alla crisi economica di allora. 


Consideriamo per questo, prima il futurismo e poi l'eugenismo.


In un clima di celebrazione e di ricerca il Venerdì di Repubblica (13-03-09) asserisce: "
ci sono voluti cent'anni per far pace con quel Manifesto Futurista, scritto da Filippo Tommaso Marinetti, che celebrava la bellezza della velocità e la guerra come igiene del mondo, pubblicato prima a Bologna (sic!) sulla Gazzetta dell'Emilia (il 5-2-1909) e poi sul parigino Le Figaro (20-2-1909)."

Persino Antonio Gramsci arriva ad esibirsi in un estroso giudizio in un articolo del 1921, in cui sottolinea la carica "marxista" del pensiero del lider maximo del futurismo (Corriere della Sera 21-3-2009).

Forse il suo pensiero inseguiva la diversa funzione assunta dal movimento futurista nella Russia rivoluzionaria…! Certo, la questione non è riducibile a schematismi, ma non si può davvero escludere la responsabilità  culturale del movimento futurista rispetto alle origini del fascismo, verificabile per esempio anche attraverso una semplice lettura, se volete meccanica, di due articoli particolarmente virulenti che non lasciano spazio a ricerche o salvataggi:

9- Noi vogliamo glorificare la guerra, sola igiene del mondo, il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore.

10- Noi vogliamo distruggere i musei, le biblioteche, le accademie d'ogni specie e combattere contro il moralismo, il femminismo e contro ogni viltà  opportunistica o utilitaria.

Eia eia, grideranno le baionette marciando su Roma!

Ma trasvoliamo nel nuovo mondo… quello degli Stati Uniti d'America agli inizi del XX secolo con l'aiuto di una lettura del Secolo Biotech di Jeremy Rifkin che gioca un brutto scherzo all'ignaro lettore, facendogli scoprire solo alla fine l'autore di questo passo: "…Noi un giorno ci renderemo conto che il dovere fondamentale del buon cittadino, consiste nel trasmettere il sangue alla propria discendenza; noi dobbiamo ugualmente comprendere che nulla ci autorizza a permettere a dei cittadini di cattiva origine di riprodursi. Il grande problema della civilizzazione, è di assicurare una crescita relativa degli elementi sani della popolazione in rapporto agli elementi meno sani, cioè nocivi… Bisogna sterilizzare i criminali, (Bossi docet?…) e impedire ai deboli di spirito di lasciarsi alle spalle una discendenza, bisogna dare la priorità  alla riproduzione delle persone giuste"

Questa citazione (continua Rifkin) potrebbe essere attribuita ad uno dei numerosi discorsi pronunciati dai dignitari del partito nazional-socialista in Germania durante gli anni trenta.

Ma non è questo il caso : l'autore di questi discorsi è il ventiseiesimo presidente degli Stati-Uniti, Theodore Roosevelt, egli illustra perfettamente il punto di vista "illuminato" di milioni di americani… Dall'alba del XX secolo al 1929, la maggioranza dell'intellighenzia americana adottò l'eugenismo come panacea per porre fine alle iniquità  economiche e i mali sociali che minacciavano di disfare il tessuto sociale degli Stati Uniti…

Il movimento eugenista si espanse nel corso degli anni 1890, in seguito alla prima ondata immigratoria di massa, che provocò la rapida crescita  dei ghetti urbani e della militanza sindacale. Raggiungendo il suo apogeo nell'ambiente dell'isolazionismo isterico che seguì la prima guerra mondiale, provocando la prima grande ondata anticomunista,

la Red Scare…

Dopo il suo apogeo nel 1924, il movimento eugenista declina progressivamente e finisce per crollare cinque anni più tardi. Il crack della borsa del 1929 porta un colpo fatale alla filosofia eugenista. Mentre dei finanzieri di primo piano, rovinati, saltano dalle finestre, e mentre i membri delle professioni liberali e degli universitari frequentano gli immigranti italiani, polacchi o ebrei alle porte delle agenzie di collocamento, diviene impossibile sostenere il mito della superiorità  biologica. 

Come dire… mai dubitare degli effetti positivi delle crisi! 

L'evocazione di questi due fenomeni storici rivela, oggi come allora, come la preoccupazione per un ordine a tutti i costi, possa ripresentarsi, sia pur con tutte le originalità del momento attuale. Infatti mentre la vecchia Europa ondeggia fra costituzione delle ronde e la caccia ai clandestini… nell'America di Obama non di meno desta meraviglia che… a New York venga offerto il biglietto di sola andata agli homeless… pur di nascondere gli effetti della crisi! (Repubblica 30-07-09) 

Come antidoto a questa ondata reazionaria forse è utile fare qualche passo in avanti per tentare di sbirciare all'interno di un futuro meno nevrotico e… appiattito sul presente e senza principi. Per questo a chiosa prendiamo in considerazione il contenuto di una lettura del biologo Albert Jacquard dal suo libro La leggenda della vita , un autore che ho imparato a stimare per il suo impegno sociale e la difesa di una nuova etica. 

Questa lettura ben si adatta e si integra al quadro La città  ideale, attribuito a Luciano Laurana ed esposto alla Galleria Nazionale di Urbino, qui sotto proposto.

L'ordine rassicura. Quale soddisfazione per il nostro spirito quando ogni cosa ha un posto, che ogni cosa è al suo posto, che le idee si inseriscono in un insieme coerente, dove le simmetrie vengono rispettate e le prospettive sono rigorose. Tutto è stabile, nessun imprevisto può nascere. Il tempo non ha più importanza. Il domani sarà  identico all'oggi. L'eternità è infine raggiunta. No, è la morte che ha vinto.

 

Certo, la vita è un combattimento contro l'eccesso di incoerenza, di squilibrio, di disordine.

Ma essa è anche una lotta contro la tentazione di un equilibrio perfetto, di un ordine assoluto, di un mondo fissato nella ripetizione. Vivere è accettare che il domani non sia la ripetizione meccanica dell'oggi. L'imprevedibilità è il nutrimento della vita. 

Come dire, allora la storia può ancora insegnare qualcosa!

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