Pages Menu
RssFacebook
Categories Menu

Scritto da nel Numero 64 - 1 Novembre 2009, Politica | 0 commenti

Le macerie italiane

Nel 1989 il Muro di Berlino è crollato addosso al sistema sovietico e a chi lo sosteneva, come il più grande partito comunista dell'Occidente, per cui in Italia non ci siamo limitati a festeggiare la guadagnata libertà dei cugini dell'Europa dell'est ma ci siamo ritrovati in mezzo ad un cumulo di macerie. Le abbiamo raccolte ed abbiamo cominciato a prenderci a sassate.

Più di un quarto dell'elettorato si è trovato senza quello che sembrava il più saldo riferimento ideologico della storia della classe operaia, mentre per il Partito l'occasione pareva essere quella definitiva per uscire dall'ambiguità, che la mai superata doppiezza di Togliatti aveva coccolato i militanti nell'illusione di un'autonoma prospettiva democratica.

Quale occasione migliore, avrebbe potuto pensare qualche innovativo riformista, per liberare dal giogo sovietico anche quella grande parte dell'ex Partito Socialista che a Livorno nel 1921 aveva ceduto alle sirene della Rivoluzione d'Ottobre, scindendosi e dando vita al PCI per fallire dopo 70 anni.
Invece in salsa novista la doppiezza di sempre ha continuato a contraddistinguere la condotta del successivo PDS: da un lato adesione all'Internazionale Socialista di Craxi, dall'altra lotta al Partito Socialista camuffata con l'alibi delle inchieste giudiziarie. Da una parte la prospettiva socialista, dall'altro quella democratica. La prima così nascendo garantista, la seconda giustizialista e post comunista. Ci si sta ancora chiedendo quale abbia prevalso.

Torniamo alla guerra combattuta con le armi della V guerra mondiale: i sassi.
Il robusto corpaccione del PCI di macerie ne doveva reggere parecchie, per le proprie ragguardevoli dimensioni: la frustrazione per il fallimento di una vita politica e per l'ancora a tutt'oggi inammissibile smacco subito dall'antipatico avversario Bettino ha perso il controllo della rabbia sociale non più incanalabile verso una prospettiva a parole non-rivoluzionaria e ipocritamente anti-sistema.

In questo scenario si apre l'inchiesta di Tangentopoli, una guerra contro le deboli armate socialiste, ormai disposte a ranghi larghe e non addestrate per difendere il Partito dall'assalto dei PM di Milano, che forti dei principali media nazionali non stavano avviando la doverosa opera giudiziaria verso i singoli ma imbastendo una grande Norimberga contro la Prima Repubblica.
Che non era stata sconfitta dal crollo del Muro, ma che anzi poteva cogliere l'occasione per fare dell'Italia un grande Paese unificato come quello tedesco.

Di quel Muro tuttavia si è sentita la mancanza, perché svolgeva comunque la funzione di tenere recintato il popolo e di coprire le malefatte dei suoi dirigenti. Quando è crollato gli stessi si rivelarono incapaci di accompagnarlo con ordine fuori dal recinto: morale, la gente ha cominciato a tirarsi addossi i sassi.
La sassola si è rivolta normalmente a colpire i più deboli, quindi i socialisti forti delle proprie ragioni ma deboli per numero di truppe sono stati i primi a soccombere, quindi i più forti economicamente hanno tirato fuori la testa e avocato a sé il comando della Repubblica un po' meno democratica ed un po' più oligarchica.
Mentre gli zombie del comunismo hanno continuato ad aggirarsi per le rovine, cercando chi di qua chi di là il modo di alleviare le proprie sofferenze. Dopo qualche anno scopriamo che l'elettorato comunista si rivolge a un partito come la Lega Nord, a parole non-rivoluzionario e ipocritamente anti-sistema, che ha come nemico gli immigrati invece che i padroni.

Quella che da qui in avanti comunemente identificata come Seconda Repubblica, potrebbe in realtà chiamarsi la Repubblica dei morti viventi e disegnarsi come uno scenario post-nucleare dopo un periodo di decadenza da Basso Impero. Con i vampiri che si aggirano nelle stanze affrescate e i cacciatori di taglie che armano i propri bazooka.

Pardon, con i satrapi che adescano fanciulle e i moralisti che armano gli scoop.
Non è una tragedia, e come farsa non ci coinvolge più di tanto.
Vorremmo perlomeno smettere di sentire il rumore dei sassi.

Scrivi un commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>