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Scritto da nel Letteratura e Filosofia, Numero 67 - 1 Marzo 2010 | 0 commenti

Libero ovunque tu sia – Discorso tenuto al Penitenziario di Stato del Maryland da Thich Nhat Hanh

Libero ovunque tu sia – Discorso tenuto al Penitenziario di Stato del Maryland da Thich Nhat Hanh

Coltivare la libertà
Per me non c'è felicità senza libertà e la libertà non ce la dà nessuno, la dobbiamo coltivare noi stessi. (…) Per tutto il tempo in cui sediamo, camminiamo, mangiamo o lavoriamo all'esterno, noi coltiviamo la nostra libertà. La libertà è ciò che pratichiamo ogni giorno. In qualunque condizione o luogo vi troviate, se avete la libertà siete felici. Io ho molti amici che hanno scontato condanne ai lavori forzati e che, sapendo come praticare, hanno sofferto molto meno. In realtà la loro vita ha avuto una crescita spirituale, cosa che mi rende molto orgoglioso di loro.
Per libertà intendo la libertà dalle afflizioni, dalla rabbia e dalla disperazione.
Se in te c'è rabbia, la devi trasformare per poter ottenere di nuovo la tua libertà. Se in te c'è disperazione devi riconoscere questa energia e non permetterle di sopraffarti. Devi praticare in modo da trasformare l'energia della disperazione e raggiungere la libertà che meriti: la libertà dalla disperazione. Puoi praticare la libertà ogni momento della vita quotidiana: ogni passo che fai può aiutarti a recuperarla, ogni respiro ti può aiutare a svilupparla e coltivarla. Quando mangi, mangia da persona libera.
Quando cammini, cammina da persona libera. Quando respiri, respira da persona libera. Lo si può fare dovunque.
Coltivando la libertà per te stesso sarai in grado di aiutare le persone con cui vivi. Se pratichi sarai una persona molto più libera, molto più solida, anche se continui a vivere nello stesso posto e nelle stesse condizioni fisiche e materiali. Gli altri, osservandoti, saranno colpiti dal modo in cui cammini, dal modo in cui siedi, dal modo in cui mangi. Vedranno che la gioia e la felicità ti sono accessibili, e vorranno essere come te, che sei padrone di te stesso, non più vittima della rabbia, della frustrazione e della disperazione. La pratica alla quale mi dedico in quanto monaco buddhista è la pratica della libertà. (…)
Essere capaci di inspirare ed espirare è un miracolo. Una persona sul letto di morte non riesce a respirare liberamente e presto smetterà di farlo. Io invece sono vivo: posso inspirare e rendermi consapevole dell'inspirazione; posso espirare e rendermi consapevole dell'espirazione.
Sorrido all'espirazione e sono consapevole di essere vivo.
Quindi, quando inspirate siate consapevoli della vostra inspirazione.
“Inspirando so che questa è la mia inspirazione”. Nessuno può impedirvi di godere della vostra inspirazione. Quando espirate, siate consapevoli che questa è la vostra espirazione. Respirate da persone libere.
Per me, essere vivo è un miracolo. È il miracolo più grande in assoluto.
Sentire che sei vivo e che stai inspirando è realizzare un miracolo – un miracolo che puoi fare in qualunque momento. Il maestro Lin Chi, famoso maestro di meditazione vissuto nel nono secolo, diceva che il miracolo non è camminare sull'acqua, è camminare sulla terra.
Tutti camminiamo sulla terra, ma alcuni camminano come schiavi, del tutto privi di libertà. Sono assorbiti dal futuro o dal passato e non sono capaci di stare nel qui e ora, dove è disponibile la vita. Se
nella vita di tutti i giorni siamo preda delle nostre preoccupazioni, della nostra disperazione, dei nostri progetti, del rimpianto per il passato e della paura del futuro, non siamo persone libere. Non siamo capaci di stabilirci nel qui e ora.
Cammina da persona libera
Questa mattina, entrando nel recinto carcerario, camminavo con molta consapevolezza e ho notato che la qualità dell'aria era esattamente uguale alla qualità dell'aria all'esterno. Nel guardare il cielo ho visto che era identico al cielo all'esterno. Anche la terra e i fiori erano uguali alla terra e ai fiori all'esterno. Ogni passo che facevo mi dava quella stessa solidità e libertà che avevo sentito fuori. Quindi non c'è nulla che possa impedirci di praticare e di dare libertà e solidità a noi stessi.
Quando camminate, inspirate e, facendo due o tre passi, pronunciate il nome di qualcuno che amate, qualcuno che può darvi una sensazione di freschezza, compassione e amore. A ogni passo pronunciate il suo nome. Mettiamo che io pronunci il nome “David”.
Quando inspiro faccio due passi e dico con calma: “David, David”.
Quando pronuncio il suo nome David sarà con me. Cammino in pace e in libertà in modo che David possa camminare in pace e in libertà insieme a me.
(…)
La pratica è entrare in contatto con gli elementi meravigliosi che sono dentro di noi, elementi che ci rinnovano e ci guariscono. Se la nostra vita quotidiana è priva di consapevolezza, tendiamo a lasciare che vi entrino molti elementi che sono dannosi per il corpo e per la coscienza. Il Buddha disse che nulla può sopravvivere senza cibo. La nostra gioia non può sopravvivere senza essere alimentata, né possono sopravvivere il dolore e la disperazione.
Se siamo disperati è perché abbiamo nutrito la nostra disperazione con il genere di cibo che la fa aumentare. Se siamo depressi, il Buddha ci consiglia di osservare in profondità la natura della nostra depressione per individuare l'origine del cibo di cui la nutriamo. Una volta individuata la fonte del nutrimento eliminatela, e la depressione svanirà dopo una o due settimane.
Senza consapevolezza nella nostra vita quotidiana, noi nutriamo la nostra rabbia e la nostra disperazione guardando o ascoltando cose intorno a noi che sono altamente tossiche. Ogni giorno consumiamo molte tossine; ciò che vediamo in televisione o che leggiamo nelle riviste può nutrire la nostra rabbia e disperazione. Se inspiriamo ed espiriamo consapevolmente, però, e ci rendiamo conto che quel genere di cose non sono quelle che vogliamo consumare, smetteremo di assumerle. Vivere in modo consapevole significa smettere di ingerire questo tipo di veleni e scegliere invece di essere in contatto con ciò che è meraviglioso, che rigenera e che guarisce, dentro di noi e intorno a noi.

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Il testo proposto è tratto da un discorso intitolato “Libero ovunque tu sia” che il monaco Buddhista Thich Nhat Hanh ha tenuto al penitenziario di Stato del Maryland nel 1999. L'intero discorso è scaricabile al sito

http://www.riflessioni.it/testi/Libero%20ovunque%20tu%20sia.pdf

Thich Nhat Hanh è un monaco buddhista e un attivista in campo sociale. È stato a capo della Delegazione Buddhista Vietnamita alla Conferenza di Pace di Parigi al termine della guerra nel Vietnam; Martin Luther King jr. l'ha candidato al Premio Nobel per la Pace. Fra i suoi numerosissimi libri, quasi tutti tradotti in italiano, i best-seller Essere Pace e La pace è ogni passo (Ubaldini), Insegnamenti sull'amore e Il cuore dell'insegnamento del Buddha (Neri Pozza), Spegni il fuoco della rabbia e Il segreto della pace (Oscar Mondadori).

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