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Scritto da nel Numero 67 - 1 Marzo 2010, Scienza | 1 commento

L'Orso Siberiano

Ci siamo lasciati nello scorso numero di febbraio ventilando l'ipotesi della formazione di un ponte ispano-ucraino…ebbene questa struttura non sì è realizzata e le conseguenze meteo di tale flop si sono dipanate su una trama leggermente divergente da quanto previsto, seppure in concreto sono cambiate le carte in tavola solo quasi per le regioni meridionali ed adriatiche ma vedremo poi perché. D'altronde se c'è chi attende da decenni la costruzione di un ponte fra Reggio Calabria e Messina confidando nelle chimere di chi lo promette, riterreste sensato sentirvi garantiti da un affabulatore meteo che teorizza di ponti transeuropei? Beh la volatilità di questi ultimi rispetto al duro cemento dovrebbe favorirne la nascita ma ciò non si è verificato per l'arroganza della balena canadese che in questo inverno ha deciso di ergersi a protagonista, facendo prevalere le colate fredde artiche sul nostro continente ed impedendo l'abbraccio fra l'anticiclone russo e quello delle Azzorre.

L'orso siberiano in tale scenario si è dunque risentito e con timidezza si è rintanato alle sue latitudini ma anche longitudini, nel senso che ha battuto colpi quasi esclusivamente sul continente asiatico, affliggendo al limite solo le zone più orientali dell'Europa. Questa vasta struttura di basse pressioni è solita fare capatine in inverno anche alle nostre latitudini, con furiosi venti gelidi spiranti da est, spesso chiamati col nome di burian, anche se va precisato che in origine il burian è un vento secco delle steppe mentre qui giungono venti carichi di umidità quindi l'uso di tale terminologia è in parte improprio. Comunque qualche vecchio cuore rossonero si rammenterà dell'impeto del biondo mediano che portava borracce a Rivera; bene, quell'impeto fa volare i triestini con la bora, ammanta pesantemente di neve le coste marchigiane ed abruzzesi, trasforma i trulli delle Murge baresi in igloo. E' accaduto spesso negli ultimi decenni che si sia presentato, non è avvenuto quest'anno e la sola zampata di stampo sovietico nel bacino mediterraneo si è manifestata con la vittoria di Vendola alle primarie, paradossalmente osteggiata da un baffino nostrano che a volte si erge a imitazione mal riuscita di un più noto baffone che maramaldeggiava in Siberia, incutendo più timore dell'orso.

La congiunzione dei due anticicloni russo ed azzorriano che avrebbe dovuto favorire l'irruzione dai Balcani dell'orso siberiano non si è dunque verificata ma a garantirci freddo e nevicate ci ha pensato comunque l'artico che, seppure intervallato da avvezioni atlantiche più miti, ci ha fatto visita a più riprese nel mese di febbraio, regalando precipitazioni nevose sino a bassa quota sulle aree tirreniche ed in Appennino. Le correnti fredde entrate dalla valle del Rodano hanno persino regalato qualche centimetro di neve ai romani, i quali hanno disertato in massa gli uffici pubblici in cui lavorano, a causa dell'impossibilità di raggiungerli con i mezzi di locomozione, e si sono riversati in strada a far “pallate”; almeno questo è il contenuto del video trasmesso a reti unificate dalla Brunetta Films Corporation.

Si può a questo punto ipotizzare un bilancio di questa stagione invernale e azzardare una previsione per marzo? No essenzialmente perché si tende a dimenticare che marzo è a tutti gli effetti un mese invernale. Ce lo ha ricordato di recente il 2005 ma ancor più nel passato il cruento marzo del 1971, allorquando le cronache parlano di una prima decade contrassegnata da nevicate a Napoli, Brindisi e Crotone, 5 giorni di neve ed accumulo di 18 cm a Roma e temperature minime di -10° a Torino, -7° a Rimini e Milano, -1° a Bari. Quindi perché mai se ciclicamente ritornano i pantaloni a zampa di elefante o i sandali da francescano non può ricapitarci un marzo siffatto?

Al momento però non se ne vedono i profili ed anzi il clima, specie al Centro-sud, all'abbrivio del mese assumerà le sembianze di un anticipo di primavera, con leggere e fugaci piogge ma comunque con temperature elevate. Però un colpo di coda, casomai proprio dell'orso siberiano, non si può escludere intorno al 10 marzo ed anzi da una lettura dei modelli matematici pare proprio ci sarà. Anche se più che artefice l'orso sarà ancora una volta la balena canadese a sospingere il freddo dall'Artico al Mediterraneo, non fosse altro che per il vecchio adagio ungherese “solcato il terreno tutte le talpe passano da quello”; adagio di cui peraltro si dubita della stessa esistenza ma che ci fa capire che tendenzialmente anche la meteo non avanza a sconvolgimenti ma tende a ripetersi nel breve periodo. E dunque se questo è stato l'inverno dell'artico che artico sia…giusto il tempo di sfoggiare la nuova sciarpa comprata ai saldi e poi tutti al mare.

1 Commento

  1. Come previsto, ecco il freddo sulla Val Padana!! Evvai

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