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Scritto da nel Internazionale, Numero 71 - 1 Luglio 2010 | 3 commenti

Le eredità sovietiche: il Caucaso Settentrionale e l'Asia Centrale

Le eredità sovietiche: il Caucaso Settentrionale e l'Asia Centrale







Caso differente, ma ancor più tragico e violento è invece quello del Caucaso Settentrionale, separato dalla regione meridionale dalla catena del Gran Caucaso. Da sempre appartenente alla Russia, la regione presenta più di 50 gruppi etnici di cui più di una dozzina nel solo Dagestan. In quest’area l’azione sovietica fu spietata. Non volendo riconoscere a nessun popolo il rango di nazione per timori secessionisti, l’Unione ha qui agito secondo il classico divide et impera creando artificialmente motivi di odio, ad esempio arrivando a deportare intere popolazioni in Siberia per poi rimpatriarle dopo decenni. È il caso dei Ceceni e dei Laks in Dagestan o degli Ingush che una volta tornati trovarono le loro case abitate dagli scomodi vicini cristiani dell’Ossezia del Nord. Il numero dei conflitti più o meno intensi è impressionante: basti pensare che i Ceceni, oltre alle due guerre con la Russia (1994-1996; 1999-2000) di cui si hanno strascichi tuttora (come provano i recenti attentati a Mosca), si sono scontrati per ragioni etniche e di confini con i Laks, con gli Ingush (cui sono etnicamente e culturalmente simili) e con gli Ossezi al fianco degli stessi Ingush.

Un rapido sguardo dev’essere infine rivolto all’Asia Centrale, sede al contempo dei migliori risultati e dei peggiori fallimenti sovietici in materia di costruzione nazionale. Discendenti dalla grande migrazione mongola, le tribù turche che abitavano quelle regioni erano blandamente organizzate in grandi Emirati o Kahnati privi di confini precisi, tra cui i famosi Khiva, Bukhara e Samarcanda. Qui i sovietici crearono di punto in bianco nuovi Stati e, in alcuni casi, vere e proprie nazioni dotate di una propria lingua, evitando la creazione di entità troppo grandi e coese che potessero cadere nelle mani degli antichi sovrani, ancora legittimati a livello locale, o di movimenti pan-turchi o pan-arabi.








I risultati di maggior successo sono rappresentati dal Kazakhstan, dal Turkmenistan e dall’Uzbekistan, che, seppur governati da dittatori autoritari ed eccentrici fin dagli anni Novanta, non hanno partecipato a conflitti bellici ed i loro popoli si riconoscono in un’identità nazionale tutto sommato pacifica, grazie anche alle ingenti risorse di idrocarburi di cui dispongono. Due degli esperimenti sovietici vengono invece definiti oggi “Stati falliti” e sono il Tajikistan e il Kyrgyzstan.

La regione popolata dai Tajiki, gruppi di origine persiana e parlanti una lingua simile al farsi iraniano, fu smembrata delle sue zone più ricche che vennero accorpate all’Uzbekistan (Samarcanda, Bukhara e parte della verde Valle del Fergana), e per lungo tempo fu declassata a status di autonomia per limitarne l’attrazione nazionale nell’area. Alla fine degli anni Ottanta però i limiti di questa scomposizione a tavolino vennero alla luce ed il Tajikistan fu avvolto da una lunga guerra civile (1992- 1997) dettata da ostilità etniche che non si risolse nella legittimazione di un’autorità centrale, bensì nella totale perdita della stessa. Il paese manca ancor oggi di uno Stato e tra caos e violenza viene “governato” da bande e gruppi regionali in un contesto che pare non offrire soluzioni.

Il Kyrgyzstan presenta invece grandi insediamenti Kazaki e soprattutto Uzbeki, nelle zone adiacenti alla valle del Fergana e nella città di Osh. Privo di risorse minerali e di una produzione industriale, la fine dell’Unione Sovietica rappresentò per questo paese l’apertura di un vaso di Pandora estremamente pericoloso. Il paese fu diviso da regionalismi tra nord e sud, e fu percorso da tensioni interetniche che sfociarono in continui scontri tra Uzbeki e Kyrgyzi. La leadership post-sovietica tentò d’intraprendere la via della democratizzazione alla ricerca di consensi e aiuti Occidentali, ma dietro a questa spicciola e demagogica politica si celava un sistema di nepotismi e familiarismi che venne ribaltato nel 2005 dalla millantata Rivoluzione dei Tulipani che portò al potere Kurmanbek Bakiyev ma che non mutò nella sostanza la natura del sistema politico nazionale. I fatti delle recenti settimane ci mostrano come la situazione sia ancora disastrosa, senza speranze e di poco interesse da parte delle grandi potenze mondiali se non fosse che gli Stati Uniti hanno nel paese un’importante base militare di riferimento per le operazioni in Afghanistan, altro paese del Centro Asia che più di ogni altro è emblema di uno “Stato fallito” vittima dell’eredità sovietica.

 

3 Commenti

  1. Come preannunciato, breve commento. Secondo me, l'Afghanistan non si può definire uno “Stato fallito vittima dell'eredità sovietica”. Da sempre multi-etnico, subisce l'influenza sovietica (non facendo mai parte dell'URSS) dal 1973 al 1979. Segue poi l'invasione vera e propria dell'Armata rossa nel 1979 e una guerra lunga dieci anni. Insomma, nella sua storia l'Afghanistan il fallimento se lo è costruito da solo. Certo, russi e americani hanno dato una grossa mano!

  2. Possiamo comunque dire che l'Afghanistan sia vittima delle eredità della guerra fredda, dove due superpotenze si sono spartite il mondo quasi a tavolino in una situazione che paradossalmente non doveva mutare, e lo sappiamo bene noi in italia. Tanto millantata da alcuni accademici in quanto limitatrice di conflitti, la guerra fredda sta svelando buona parte dei suoi lati oscuri dopo la sua fine.

  3. Io non direi che gli Afghani si siano costruiti il fallimento da soli: prova ne è che ancora nel '73 il monarca svolgeva discretamente il suo compito e nonostante non fosse una società perfetta, oserei dire che era sicuramente migliore del pastrocchio che si è venuto a creare oggi.
    Sovietici da una parte e Americani dall'altra hanno enormi responsabilità, e probabilmente i secondi ancor più dei primi, insistendo dopo tutti questi anni a perseguire la creazione di uno stato che per come è concepito da loro difficilmente vedrà mai un minimo di stabilità.

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