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Scritto da nel Letteratura e Filosofia, Numero 75 - 1 Dicembre 2010 | 2 commenti

1787: quando a Napoli si riciclava

Sul sito emergenzarifuticampania.it, attivato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, si può oggi leggere che “Il 31 dicembre 2009 si è concluso il mandato del Sottosegretario di Stato per l’emergenza rifiuti in Campania così come previsto dalla legge n.123 del 14 luglio 2008. Con la fine dell’emergenza, chiude anche il sito www.emergenzarifiuticampania.it”.

Le cronache ci raccontano che oggi l’emergenza nelle province di Napoli e Caserta persiste ed è più grave che mai, sintomo di un problema cronico di un’area da sempre densamente popolata, dove palazzi e prolifica campagna si sovrappongono in più parti.

Eppure, in passato, non solo la città partenopea aveva brillantemente vinto il problema dello smaltimento dei rifiuti, ma rappresentava un esempio e vanto in Europa in termini di pulizia. Ne è testimone nientemeno che Goethe: nel saggio Italienische Reise riporta le esperienze  avute nel corso del romantico gran tour in Italia, tra il 1786 e il 1788, dedicando alla città di Napoli un interessantissimo ed inaspettato ritratto.

Nel maggio del 1787 Goethe osserva che a Napoli la monnezza è un vero e proprio business, stimolo all’iniziativa d’impresa con abbondante offerta di posti di lavoro:
… Un numero rilevantissimo di persone, in parte uomini di mezza età in parte ancora ragazzi, quasi tutti straccioni, sono occupati a trasportare sugli asini la spazzatura fuori della città. …

Laboriosamente si pulisce e raccoglie tutto, col trasporto affidato agli asini – auto compattatori ante litteram – che si fanno carico di ciò che da scarto è diventata preziosa merce:
… La campagna che circonda Napoli è tutta un immenso orto: è un piacere osservare l’incredibile quantità di verdura che vien portata in città tutti i giorni di mercato e come l’industria umana riporta poi alla campagna i rimasugli e i rifiuti della cucina, per accelerare lo sviluppo della vegetazione. Dato il gran consumo di legumi, i torsoli e le foglie dei cavolfiori, dei broccoli, dei carciofi, dei cavoli, dell’insalata, dell’aglio, costituiscono una parte notevole della spazzatura della città; e ognuno cerca di raccoglierne quanto più può. Due grandi canestre pieghevoli appese sul dorso di un asinello vengon riempite per quanto ce ne sta non solo, ma in modo da ammonticchiarvi altra merce, con un’abilità particolare. Non c’è un orto che non abbia il suo asino. …

Della raccolta, selezione e riciclaggio dei rifiuti gode la città e la cittadinanza:
… Servi, ragazzi, i padroni stessi vanno e vengono dalla città durante la giornata quanto più possono, e quella è per loro veramente una preziosa miniera. E’ facile immaginare con quanta premura questa gente raccoglie lo sterco dei cavalli e dei muli. Quanto annotta, non è senza dispiacere che lasciano la città; e la gente ricca, che dopo la mezzanotte se ne torna a casa in carrozza, non pensa che già all’alba, altri uomini si industrieranno a seguire le tracce dei loro cavalli. …

Cartolina di una città allora capitale di uno dei regni più avanzati d’Europa che si contrappone tristemente alle immagini dell’odierna maleodorante metropoli.

2 Commenti

  1. E allora non sarà un caso che l'asinello è il simbolo del Napoli!

  2. eheheh… un'autentica barzelletta storica…

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