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Scritto da nel Energia e Ambiente, Numero 112 - 1 Agosto 2014 | 1 commento

Approccio spensierato alla permacultura

Approccio spensierato alla permacultura

La permacultura è tante cose. E’ sufficiente fare una piccola ricerca in rete per comprendere quantità e qualità dei principi che ne costituiscono l’essenza. E’ certamente un nuovo (o vecchio?) modo di pensare, improntato all’ascolto ed alla consapevolezza, che permette un’interazione armoniosa fra l’uomo e l’ambiente. I principi etici riportati dall’Accademia italiana di permacultura sono semplici, immediati, significativi: prendersi cura della Terra, avere cura delle persone, limitare il consumo alle necessità per condividere in maniera equa e solidale le risorse della Terra.

«La permacultura offre un approccio alla gestione del territorio in cui le funzioni degli animali, delle piante, delle persone e della Terra sono riconosciute e integrate per massimizzare i risultati e realizzare ambienti umani sostenibili. E’ quindi un processo integrato di progettazione che dà come risultato un ambiente sostenibile, equilibrato ed estetico. Applicando i principi e le strategie ecologiche si può ripristinare l’equilibrio di quei sistemi che sono alla base della vita».

L’aspetto più evidente legato alla permacultura è quello dell’agricoltura sostenibile e strettamente connessa ad una gestione etica della Terra. Invero si può applicare a tutte le attività umane e probabilmente in tanti sono permacultori senza saperlo!

Descrivere l’importanza di questo movimento, che rappresenta una delle poche speranze affinché si realizzi un concreto cambiamento della società, è difficile proprio a causa della bellezza dei principi che lo animano. Che, ai più, potrebbero sembrare utopistici o addirittura fricchettoni.

Al contrario, le reti di permacultura che si stanno formando in tutto il mondo ed anche in ciascuna delle regioni italiane, progettano e realizzano l’evoluzione dell’uomo, in maniera semplice e soave, ma sanno pure portare all’attenzione il marciume che invade il sistema capitalistico basato sull’ossessione dei consumi. Proponendo al contempo soluzioni reali, che non trascurano il lato economico né quello sociale.

Le parole non rendono giustizia al movimento. Chi scrive ha avuto l’opportunità e la fortuna di partecipare attivamente ad un incontro di mutuo aiuto, appuntamento mensile fra permacultori calabresi.

Rendez-vous alle 5 del mattino da Peppe, in località Luisina in Torre di Ruggiero (paesino delle Serre al confine fra la provincia di Catanzaro e l’ex provincia di Vibo Valentia). La prima attività prevista è la mietitura del grano, con le falci, secondo i metodi dei nostri nonni. Il tutto insegnato e supervisionato da un altro Peppe, splendido ottantanovenne. Poi la colazione di metà mattinata, ricchissima e naturalmente sostenibile. Così come al pranzo, la tavola è imbandita con il pane qui sfornato la sera precedente e poi con la frutta e le verdure raccolte ed i formaggi ed altre leccornie offerte da ciascun partecipante.

La mietitura del grano, la visita all’elegante quanto produttivo orto sinergico di Peppe, il progetto di un chicken tractor e la dimostrazione di utilizzo di una rocket stove, sono tutte attività svolte ad un ritmo sostenibile, piacevole, armonioso.

Ad apertura e chiusura, è emblematica la modalità scelta per le riunioni: il Cerchio. Si parla a turno, seguendo un senso orario o anti-orario, per un tempo massimo prestabilito (in genere breve, due o tre minuti), senza la possibilità d’essere interrotti. Attendendo il proprio turno, si ascolta con attenzione. All’inizio, ci si presenta. Così si scongiurano difetti tipici della donna e dell’uomo mediterranei: non saper ascoltare, interrompere, esprimersi con veemenza ed a voce alta.

Qui si comprende quanto la rete di permacultura può offrire al territorio. A livello individuale si prende coscienza delle proprie azioni virtuose e di quanto possa migliorare la qualità della nostra vita. Poi, dà la possibilità a diverse realtà, comprese quelle delle associazioni culturali e dei comitati, di conoscersi e scambiarsi idee ed informazioni. Si moltiplicano i contatti, si condividono suggerimenti, si evidenziano criticità, ci si rincuora. Tenendo ben presente che ogni problema contiene in sé la soluzione e che i limiti possono trasformarsi in opportunità. Praticare la permacultura vuol dire agire concretamente sul territorio al fine di proteggerlo e valorizzarlo.

1 Commento

  1. Dario, ci siamo riusciti… abbiamo contaggiato anche te :)
    è stato emozionante rivivere quella giornata attraverso i tuoi pensieri, colmi della tua sensibilità e dell’energia di tutto il gruppo.

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