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Scritto da nel Media e Cultura, Numero 47 - 1 Ottobre 2008 | 3 commenti

Letteratura e Quotidiani: La Terza Pagina

La necessità di uno spazio giornalistico che riunisca cultura e attualità è il risultato di un lungo processo, all'interno della stampa europea, che ha visto Letteratura e Giornalismo avvicinarsi e rapportarsi in un difficile ma fondamentale tentativo d'integrazione. L'obiettivo del quotidiano è oggi un corpus complessivamente culturale, in grado di riunire cronaca, politica, economia, letteratura, attualità, sotto una struttura informativa comune ed omogenea. Per quanto riguarda la Letteratura, il meccanismo consisterebbe nell'analizzare la materia letteraria per poi riferirla e riproporla sotto forma di informazione, meccanismo tutt'altro che ovvio e scontato.
Nel panorama giornalistico italiano, l'invenzione della Terza Pagina da parte di Bergamini all'interno del Giornale d'Italia nel Dicembre 1901 rappresenta il tentativo riuscito d'integrazione della pagina culturale nel corpo del quotidiano. L'esperimento ebbe un successo immediato e la Terza Pagina fu utilizzata e perfezionata da altri quotidiani: nel 1905 Albertini la introduce nel Corriere della Sera.
La Terza Pagina del Corriere è composta da tre parti principali: un articolo verticale a due colonne denominato Elzeviro (il suo carattere tipografico), una Spalla di sette colonne ed un Taglio sul fondo della pagina. L'Elzeviro ha sempre conservato un posto d'eccezione all'interno della struttura. In questo articolo si trovavano gli interventi di grandi scrittori e intellettuali sull'attualità come sui classici: da Pirandello a Croce, da Pasolini a Palazzeschi. Anche la Spalla era un articolo di prestigio del Corriere, essa raccoglieva infatti le voci degli inviati all'estero, riportando pezzi pregiati di letteratura giornalistica e reportage dal mondo. La struttura della pagina era conclusa dal Taglio: una rubrica sui libri in uscita.
La fortuna della Terza Pagina terminerà solo al momento dell'estensione dello spazio culturale nel quotidiano. Nel '56 Il Giorno abolirà la Terza Pagina, spostando i temi culturali in uno spazio diverso del giornale. Il momento decisivo per la sezione culturale dei quotidiani italiani sarà la nascita di Repubblica nel '76: all'interno della “creatura” di Scalfari infatti la cultura ha un peso preponderante: essa occupa il centro, il cuore del giornale con una Copertina d'impatto e due Paginoni. Il ritorno della Terza Pagina del Corriere dovrà quindi tener conto del diverso spazio di cui necessita la cultura, nonché della concorrenza del nuovo metodo. La sfida di Repubblica sta nel proporre argomenti culturali come inchieste giornalistiche, come eventi informativi, in due fasi: anticipazione dell'evento, o del tema d'attualità e discussione, dibattito, su questo.
Quella del Corriere oggi è una Terza Pagina che dimentica le sue origini. Si può dire infatti che se quella di Bergamini e Albertini fu un'invenzione fondamentale perché tipologicamente nuova e intellettualmente valida, quella odierna risulta strutturalmente dispersiva e concettualmente povera. La suddivisione in Elzeviro, Spalla e Taglio è rimasta immutata ma il loro prestigio e la loro caratura sono andati perduti.
L'argomento dell'Elzeviro risulta sempre meno sostanzioso: il discorso sui classici, ovvero una critica letteraria all'avanguardia, che proponga la grande letteratura sotto le luci della contemporaneità, con aperture alla produzione attuale, risulta scomparso e dimenticato, morto e sepolto. Del resto la questione non riguarda solo il Corriere: ormai si sa, per un quotidiano, parlare di libri significa innanzitutto una perdita economica, figuriamoci parlare di classici.
Mi sembra paradigmatica, per esemplificare la scarsa capacità d'approfondimento delle tematiche, la scelta di concedere saltuariamente uno spazio alle “Idee” sostituendole all'Elzeviro. Oltre alla bassa qualità dell'analisi giornalistica incide sicuramente il formato striminzito delle discussioni (tre trafiletti di due colonnine ciascuno). Posto che ancora ci siano delle “Idee”, cerchiamo di dare spazio a questi rari ospiti.
L'informazione d'oggi estende la “strategia del sensazionale” anche alla sezione culturale, impoverendola a favore di un maggiore consumo. Anche la Spalla, un tempo luogo di resoconti di grandi inviati e reportage letterari, è stata intaccata da questa tendenza: le tematiche vengono spesso piegate per focalizzare risvolti accattivanti e creatori di dibattito, una tribuna per coloro che han voglia di scannarsi dicendo poco. Vi si aggiunge la generale dispersività di questa sezione, che si fregia talvolta di vuote etichette quali: “Incontri”, “Dibattiti”, “Scenari”, “Nostalgie”. La Spalla è in grande difficoltà nel tentativo di ritrovare una caratterizzazione forte. Il Taglio infine ha assunto una funzione talmente varia da renderne persino impossibile un'analisi.
Ecco dunque che un confronto fra la Terza Pagina, quale fu ideata e progettata agli albori, con ciò che ne resta oggi, ci da l'ennesimo segno dell'imbarbarimento culturale e della pochezza intellettuale in cui si crogiola e si sollazza l'Italia odierna.

3 Commenti

  1. Mi sorprende come non mi sia mai fissato su questa pagina del giornale, con riferimento alla denominazione.

    Leggendo l'excursus storico che ne fai, però, e riconfermandone il quadro attuale che ci presenti con gli articoli di queste settimane, non mi stranisce più di tanto.

    Quel che mi sorprende maggiormente è invece come l'evoluzione (senza accezioni positive) della “Terza Pagina” sia indirettamente proporzionale all'involuzione culturale del nostro paese.

    E non mi riferisco solamente al campo letterario e più in generale artistico, ma allo spessore stesso dell'intero giornale. Penso ai giornalisti che vi scrivevano e ai politici e politologi/filosofi che vi intervenivano. Che erano il riflesso della società di allora come lo sono quelli di oggi della odierna.

    Sigh.

  2. Posto che ancora ci siano delle “Idee”, cerchiamo di dare spazio a questi rari ospiti..

    direi essere la frase più commovente dell'articolo..ne farei un cavallo di battaglia per l'arengo..nell'arengo una terza pagina non c'è..forse bisognerebbe pensare meglio a come strutturare la nostra “creatura” sulla abse di una filosofia di fondo che oggi sembra esser venuta meno..

    belllaaaaaaa

  3. A Pippo (#1): Dici bene, è proprio così…è una lenta decadenza che ci ha portato ad oggi. Ma attenzione, la mia chiusura dell'articolo può ingannare: non cadiamo anche noi nelle “nostalgie” e nei rimpianti del passato, rischiando di non vedere tutto quel che si può fare oggi. Bisogna considerarsi (almeno io la vedo così) dei Catastrofisti Ottimisti!
    A Ste (#2): Grazie dell'incoraggiamento. Io per le “Idee” ci sono. E ci tengo a precisare che le “Idee”, contro ogni luogo comune, sono per me qualcosa di concretissimo, di consistente. Un articolo può essere Un'Idea, se lo si vuole.

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