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Scritto da nel Numero 63 - 1 Ottobre 2009, Politica | 12 commenti

AnnoNero, ovvero come ho imparato a non fidarmi di Santoro e ad amare l'insalata scondita

Alle ore 20.30 di giovedì 24 settembre stavo rincasando. Liberatomi della zavorra lavorativa ho poi acceso la televisione, sul secondo canale. Un gesto, questo, quanto mai inconsueto: in genere preferisco che siano due chiacchiere con un amico o la musica a farmi compagnia mentre preparo cena; a maggiore ragione quando l’alternativa in questione sono le mille e una cronaca del TG2.
In seguito mi sarei interrogato sul perché di quella scelta infelice, imputando la colpa allo stretto regime alimentare che mi sto apprestando a seguire. Oggi mi sono invece convinto che la ragione stia più in quei 10 o 15 accessi giornalieri ai siti de La Repubblica e Il Corriere. Sarei quindi anch’io un prigioniero dell’effetto mediatico, e quel dito premuto sul tasto n.2 non sarebbe stato frutto di una scelta consapevole, bensì un gesto indotto dai subliminali mass media.
I giornali avevano scritto che non si sapeva se il programma sarebbe andato in onda; poi che era stato confermato, ma senza contratto per Travaglio, fino ad alzare la posta in gioco: "o con Travaglio o niente trasmissione". Climax!!! Anch’io ero curioso di conoscere l’esito del contenzioso.
Alle ore 21.00, quando stavo iniziando a cenare con mio fratello, la notizia era ormai ufficiale: AnnoZero stava per ricominciare. Travaglio era lì e Santoro sembrava aver già vinto la sua prima crociata della stagione a favore della libertà di informazione.
A tavola mi rifacevo sulla misera cena cotta al vapore, accompagnatoada insalata scondita, nel sentire i temi che sarebbero stati affrontati nel corso della trasmissione: luce sul caso Tarantini, intervista famigerata rilasciata dal Premier al giornalista di El Pais, i farabutti e la libertà di stampa. Argomenti quasi obsoleti per i lettori della Repubblica. Ma si sa, la stampa non è la TV. E a mesi dallo scandalo escort, AnnoZero sarebbe stato il primo e unico programma a portatre sullo schermo una voce critica su queste vicende.  Hai detto niente.
L’entusiasmo in realtà inizia a scemare dopo alcuni diverbi (a caso ne propongo uno).

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Sto finendo di cenare e la voglia di cambiare canale è davvero forte, ma dopocena arriva la pigrizia e il telecomando non è a portata di mano. Rimango un po’ a vedere quel salotto dove gli invitati provocano, insultano, sbraitano e si interrompono a vicenda senza lasciar mai concludere un ragionamento. Il tutto  mentre gli spetattori si indignano, si amareggiano (magari si incazzano), radicandosi nella propria posizione e sempre più convinti di stare dalla parte della ragione (indipendetemente da quale parte stiano).
“Ma a che gioco sta giocando allora Santoro?” mi chiedo io. Quale è il suo scopo? Fare informazione o far del baccano?
Perché mai impostare un dibattito politico dove il confronto diventa litigio, il dialogo scontro? Con ospiti come Belpietro che di mestiere fanno i provocatori , che ancor non li sento e già mi prudono le mani.
Comincio a chiedermi se per caso, dietro ai baluardi politici come la libertà informativa, nella strategia mediatica di Santoro non si nascondano scopi ben meno nobili, come l’audience. Lui fa il martire, e i giornali parlano di lui (vi ricorda qualcuno?).
Mi rendo conto di essere infastidito, e non posso fare a meno di constatare che AnnoZero è una trasmissione violenta, fatta male, impostata sull’attacco dell’avversario politico, sull’odio, sul radicamento. Dove le ho viste pure queste caratteristiche? Ah già, Berlusconi, il demonizzatore dell'avversario per eccellenza.
Forse mi sbaglio, ma a me sembra che se c’è una cosa che non piace a Berlusconi quella è il dialogo, il confronto politico su dei contenuti.
Le trasmissioni come Annozero invece alzano i toni e  incitano allo scontro.
In confronto agli attacchi, alle accuse, un’opposizione civile e pacata diventa automaticamente blanda, quasi silenziosa.
Ma da quale parte tira il vento allora? 

Onestamente non lo so, ma qui tira una brutta aria e mi sembra tutto offuscato.. tutto sommato, penso, meglio la mia insalatina scondita, forse un po’ sciapa, senza appealing, ma sicuramente genuina, e come terra l'ha fatta.

12 Commenti

  1. Per non fare del baccano Santoro non dovrebbe invitare quelli del centro destra… ma nascerebbe un problema di par condicio, e allora farebbe una trasmissione di parte e farebbero bene a criticarlo. Questa è la maggioranza che abbiamo e dobbiamo tenercela…

    Una riflessione su Belpietro: ma è un giornalista o un parlamentare del PDL? Possibile che nessuno gli faccia notare che ci dovrebbe essere una differenza?

  2. no Angelo, non sono d'accordo e provo a spiegarti.
    innanzitutto il problema di questi teatrini è che sembrano pensati per dare spazio e visibilità a personaggi politici e partiti che non avrebbero ragione di esistere, che (senza tale visibilità) nessuno consocerebbe nè voterebbe..è la visibilità che gli danno Santoro & Co. a garantirgli un posto in parlamento.
    ma non c'è scritto da nessuna parte che par condicio significhi encessariamente farintervenire tutti i personaggi politici su tutto (anche su quello di cui non sono competenti).
    e qui arrivo al punto. l'Italia è piena di pensatori, gironalisti, intellettuali schierati (non ci vedo nulla di male)..e Santoro potrebbe garantire una maggiore qualità della sua trasmissione, garantendo il rispetto della par condicio, se lasciasse più spazio a queesti intellettuali, al posto dei soliti politici parolai…non è vero che la maggioranza che abbiamo (e che dobbiamo tenerci, come scrivi tu) sia composta solo dai Belpietro, i Bocchino, i Castelli e via dicendo…penso a Panebianco, a Ostellino,ad esempio–la maggioranza è stata votata anche (e soprattutto) da persone rispettabili, con un pensiero, con una visione politica.

    sftiamo questo mito della sinistra secondo cui chi è di sinistra è libero, sa pensare, sa votare, ha una cultura, si interssa di porblemi sociali, mentre chi è di destra è schiavod ei emzzi di comunicazione, non ha un pensiero critico, non si inetressa di politica, ama solo veline e calcio..

    ecco l'appello, diamo più spazio al dibattito tra persone che sanno arricchirci e meno spazio ai politici, il cui posto è il parlamento e non la televisione

  3. D'accordo con Stefano. Anche se è evidente nel corrente periodo storico in Italia la maggior parte delle persone che non ha un pensiero critico vota a destra, anzi vota Berlusconi. Semplicemente perchè si informa con la tv. Sarebbe interessante, vedere in tv professori universitari, esperti, giornalisti e al massimo qualche politico di buon senso, escludendo le cornacchie. un'utopia. però l'ultima puntata di annozero sul patto mafia-politica veramente bella. sorprendente. ancora una volta, peccato per gli ospiti.

  4. Penso che sia sbagliato ritenere che la maggioranza di chi vota Berlusconi non abbia un pensiero critico: semplicemente preferisce Silvio agli altri.

  5. Non ho scritto che la maggioranza di chi vota berlusconi non ha un pensiero critico. ho scritto che è evidente che la maggior parte della gente che non ha pensiero critico vota berlusconi. è diverso.

  6. grazie Dario del commento.
    sollevi un dilemma mica da poco. e non so bene se trovarmi d'accordo oppure no..non con i commenti risolveremo questa disputa, che mi sembra degna di approfondimento..

    un primo punto è “la mancanza di pensiero critico è un problema?”
    spesso al sinistra tende a valutare un voto di chi non ha pensiero critico (cultura, formazione) di minor valore rispetto al voto di chi sa pensare..questo è un approccio molto snob alla politica, di un partito che non sa più comunicare con il popolo…
    in secondo luogo, io non credo ci sia una sostanziale differenza tra destra e sinistra.
    non credo che chi voti a destra sia oggi contento di vedere un berlusconi così vulnerabile, uno stato cos' debole, come non credo che non ci siano dissidi interni (anche di principi) nella destra e nel suo elettorato..
    poi credo che anche la sinistra sia composta da molti elettori fedeli alla linea, che appogginao il aprtito a occhi chiusi, che votano Del Bono perchè lo propne il partito, che approvarono la invasione di UNgheria perchè lo diceva il partito, che leggono la Repubblica come se fosse la Bibbia senza porsi il problema che quello è in relatà un giornale di un industriale che ha fatto sempr ei suoi interessi economici (vedi olivetti..) e che continua a farli anche attarveros il suo giornale..

    davvero bisogenrà parlarne con un approfondimento

  7. Scusami Dario se mi infogno in un'equivalenza:
    se la maggior parte delle persone non ha un pensiero critico e la maggioranza di questa vota Berlusconi ne compone sicuramente più della metà. Se invece non è vero che la maggior parte delle persone non ha un pensiero critico, allora non è detto che valga l'equivalenza tra quello che dici tu e quello che dico io.
    Però in tal caso la maggioranza degli italiani avrebbe un pensiero critico e quindi il problema politico per conquistare la maggioranza rimarrebbe comunque quello di conquistarne quella parte che sceglie Berlusconi.

    Il che è la mia tesi, ovvero che il problema per vincere non sia la conquista del voto 'acritico' (quale a buona ragione Stefano potrebbe ritenere il mio che voto a sinistra per ideologia personale).
    In effetti io proprio non credo che si possa stabilire che qualcuno abbia un pensiero critico e qualcuno no: ognuno di noi vota in base alle proprie riflessioni, più o meno articolate e profonde, più o meno fondate su statistiche storiche o sull'esperienza quotidiana, più o meno influenzato dalla tv o dalla famiglia e dall'ambiente in cui vive.

  8. Interessante dibattito al quale non posso mancare.

    Per inserirmi lancio subito una provocazione a Tobia:

    penso che ci sia gtente che nell'affrontare la politica non abbia senso critico.
    Ritengo che la spettacolarizzazione della politica, nonchè il suo inariidimento, abbia avvicinato i cittadini a un'interpretazione della stessa come fossero tifosi di una squadra di calcio, il massimo dell'acriticità. Il tifoso tifa per una squadra o l'altra a prescinidere di fattori quale la presiodenza, la proprietà, i giocatori, al massimo per un passato familiare (riscontrabile anche nella politica..). Il tifoso tifa e basta, per un qualcosa che non gli da benefici materiale, ma tutt'al più un appagamento astratto.
    Allo stesso modo, quella parte degli elettori che mancano di interessi privati nel conflitto politico (in quanto l'interesse pubblico è anedato via via allontanandosi dalle ragionii del conflitto), possono tifare per un partito od un altro abbastanza indistintamente, tanto negli ultimi anni la loro condizione è andata comunque peggiorando (esistono precari di destra come di sinistra).

    A questo punto, come spesso nello sport, si tifa per la squadra che vince.

    Ragionamento un po' demagogico, ma che in parte ha le sue ragioni:

    - chi ha interessi personali nel pubblico appoggia un partito o un altro.

    - gli sf**ati tifano, tanto non gli cambia niente nel particolare (o comunque non possono fidarsi delle promesse delle parti), se non un senso di appartenenza astratto e del tutto ingiustificato per un gruppo o un altro

    - Chi ama il bel gioco (assente in Italia) smadonna e si astiene

  9. Difficile articolare il dibattito tramite i commenti. Si Tobia, tutti hanno un pensiero critico. Ma per varie ragione tanti hanno dei punti vista sostenuti da ragioni a dir poco approssimative. la realtà meridionale che sono tornato a vivere pienamente dopo un po di anni,è impietosa e sconfortante in questo senso. Mi convince sempre di più che ogni discorso sulla società italiana non può prescindere dall'anomalia dei media italiani. causa e conseguenza una classe politica in toto fallimentare. in questo devo dire che ha ragione stefano nel dire che sinistra e destra sono simili.e infine, pippo, a mio giudizio chi si astiene, se pur smadonnando, sbaglia sempre. magari nel prossimo numero della sezione politica possiamo aprire un confronto su questi temi (del resto già avviato dagli articoli di questo numero di ottobre).

  10. Apprezzo il tuo intervento e appoggio la tua proposta.

  11. mmhhh, il disorso delle tifoserie mi lascia un pò perplesso..c'è una cosa che non capisco, i tifosi tifano per chi vince (come scrive Pippo) e quindi cambiano squadra a seconda di chi vince (e cambaino voto a seconda di chi sembra poter vincere durante le campagne elettorali) oppure i tifosi sono fedeli allas quadra anche se perde?? e rimangonoa tifare anche se il presidente è corrotto o la squadra in bancarotta? le conseguenze sono totalmente opposte e non capisco quale delle due Pippo appoggi?

    secondo me, lasciando un pò da parte le fantacalcio-politik, basta chiedersi: la mobilità dell'elettorato è aumentata o dimnuita dalla prima alla seconda repubblica? il numero di idecisi che nons eguono più la linea partitica (i tifosi che seguono la squadra che vince)è aumentato o diminuito? qual è la mobilità dell'elettorato?
    ad intuito, per me è aumentato..se questo fosse vero vuol dire che, mentre ci sono i sempre fedeli alla linea (diciamo quelli acritici che seguono un partito per inetresse economico o ideologi inidipendentemente dalle incoerenze interne al aprtito), c'è un maggior numero di votanti critici, che cioè è disposto a mettere in discusisone il proprio voto, pensando di cambairlo d auna elezione all'altra, a seconda della soddisfazione ricevuta durante la passata legislatura…
    un paradosso??
    sono arrivato a sostenre la tesi che la massa di votanti critici è aumentata. forse mi sbaglio, forse non sono critici, ma sono solo indecisi, magari indifferenti alla politica. ma una cosa è certa, causa disaffezione al mondo politico, il radicamento al partito semba venir meno, forse più nella sinisra che nella destra, come nel caso della lega

    vada per la proposta..potrebbe costiturire il tema dell'arengo di gennaio..come sapete siamo grandi painificatori,e i numerid i novembre e dicembre saranno già impegnati..Dario, Pippo & co. tenetevi pronti a scrivere

  12. nessuna contraddizione. quello che intendevo è che al momento in cui uno inizia ad essere tifoso, spesso si fa ammaliare dalla squadra che vince e che sembra più f**a (vedi boom di piccoli tifosi milanisti a cavallo tra gli 80 e i 90) – ovviamente in mancanza di ragioni serie e critiche con cui scegliere.

    In secondo luogo, più che la mobilità dell'elettorato tra prima e seconda repubblica c'è stata una mobilità partitica: sono più i partiti che hanno cambiato nome e si son divisi che lo spostamento ideologico dell'elettorato, che invece ha continuato a cercare in quale partito poter ritrovare le vecchie linee guida. Potrebbe non essere un caso che a distanza oramai di anni Berlusconi incanali i suoi discorsi ancora in una lotta al comunismo, elemento che potrebbe illuminare il percorso di molti elettori dispersi nel confuso magma contemporaneo…

    Non so dire se gli elettori sono critici come in passato (livello ceh comunque è da verificare visti i vari 68, 77, br e compagnia bella), dubito che però con un impoverimento dei giornali e delle università, nonchè beneficiario di anni e anni di benessere elevato, l'elettorato sia divenuto più critico.

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