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Scritto da nel Numero 105 - 1 Dicembre 2013, Scienza | 0 commenti

Il ciclo di vita

Il ciclo di vita

 

Fino a non molti anni fa tra gli studiosi di psicologia predominava una rappresentazione rigida   dello sviluppo umano che  veniva schematizzato in  tre periodi:

  • Psicologia dell’età evolutiva: lo sviluppo dalla nascita alla giovinezza.
  • Psicologia dell’età adulta:  riguarda un tratto di relativa stabilità  tra venti e i trentacinque/quaranta anni;
  • Psicologia dell’invecchiamento: riguarda un tratto di declino, considerato  come un processo involutivo

 

In seguito a studi e ricerche più recenti,  è stata adottata un’impostazione più aperta ed olistica, utilizzando la  terminologia: “Psicologia dello sviluppo”  oppure “Psicologia del ciclo di vita” (life span psicology)

 

Cosa c’è di nuovo all’interno di questa visione più moderna e aggiornata ?

La prima rilevante novità riguarda l’intelligenza umana:  viene fatta una distinzione tra  “intelligenza fluida e “intelligenza consolidata”.

L’intelligenza fluida è la capacità  di fronteggiare  rapidamente, in modo adeguato, situazioni nuove, problemi mai incontrati prima. Fluidità quindi significa capacità di costruire  strutture mentali  nuove, di capire subito una spiegazione. Significa anche capacità di modificare rapidamente  strutture mentali già possedute sostituendole con altre  più soddisfacenti, come accade  quando si risolve un problema. Nel linguaggio comune si suole definire  questa proprietà dell’intelligenza con il termine  “prontezza”. Infatti si dice: “ è pronto nel capire”, è  “d’intelligenza pronta”.

L’intelligenza consolidata,invece, è in stretto rapporto  con le conoscenze acquisite e con le esperienze compiute. Nel linguaggio comune questa proprietà viene indicata come  “esperienza” o anche come “saggezza”. Ma in quest’ultimo termine entrano  anche  altre componenti diverse  da quelle puramente cognitive: senso di equilibrio e  di moderazione, capacità di conciliare  esigenze diverse  e contrastanti.

In altri termini  l’intelligenza consolidata  è la capacità di fare riferimento, di fronte a un problema nuovo, ad un vasto repertorio di problemi               che presentano una somiglianza  con quello attuale e che nel passato  sono stati personalmente risolti o di cui, comunque, si conosce la soluzione. Queste altre soluzioni emergono  per “risonanza” (Claparède). In pratica  al nuovo problema  (o nuova situazione) si applicano le precedenti soluzioni o risposte.          Anche quando queste non sono immediatamente applicabili risulta egualmente utile averle richiamate perché aiutano a mettere in luce  altri aspetti  del nuovo problema  o situazione. Viene così facilitata la costruzione di un primo abbozzo di soluzione che potrà essere poi adattata.

 

Un’altra novità importante nella prospettiva  del “life span” consiste nell’aver messo in evidenza  che nella vita di un individuo  vi sono molte altre abilità o esperienze che cominciano a delinearsi più tardi. In concreto accanto all’intelligenza, anzi alle intelligenze (Gardner), vi sono, come si diceva, tante altre abilità. Lo sviluppo intellettivo, che inizia con la nascita, si può rappresentare con una linea ascendente strutturata in tre fasi: ascendente, stabile e a lento declino. Le altre abilità, come ad esempio l’uso di uno strumento  musicale, si delineano durante infanzia, nell’adolescenza o nel pieno della vita adulta.   L’evoluzione di queste ultime si può raffigurare con tante  linee ascendenti e poi stabili che, a differenza dell’intelligenza, hanno il loro punto di inizio in vari momenti della vita, ben oltre la nascita (Figura 1).

Si è accennato all’apprendimento di uno strumento musicale, ma si può pensare a tante altre cose come la guida dell’auto, l’esperienza sentimentale con un partner, l’avvio di una nuova attività professionale e così via.

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Figura 1

 

Alla luce di questa nuova prospettiva si possono fare alcune interessanti ed utili  considerazioni.

Una persona,  che si trova nel periodo del lento declino, può modificare  profondamente il suo modo di rappresentarsi la propria esperienza vitale  e collocarla  dentro un contesto diverso e più ampio, più dinamico, caratterizzato da una molteplicità di  processi  di perdite e di crescite, di “piccole morti” e di  “piccole nascite”.

La  nostra vita, infatti,  è costellata  di tante perdite  ossia di  “piccole morti” di vario tipo: un oggetto caro che si  rompe, un’amicizia che si dissolve, un amore che si esaurisce, un’ideologia in cui si è creduto che tramonta, una bella vacanza che finisce, l’infanzia o la giovinezza che si dilegua, un dente che cade, i primi capelli bianchi,   i figli che lasciano la casa e così via.

Ma la nostra vita è costellata  anche  di tante  “piccole nascite”, sono le  esperienze che possono avere un inizio e uno sviluppo in qualsiasi momento  e che danno alla vita  un senso di ricchezza e di rilancio. Anche queste sono varie e molteplici: un regalo   gradito, la lettura di  un libro importante, l’ascolto di una musica  stupenda, la visione di un film famoso, la patente di guida, l’ingresso nel mondo di Internet, l’avvio di un’attività sportiva, l’ingresso nell’università, l’avventura di un nuovo  amore, l’esperienza della paternità o dell’essere nonni, il passaggio ad un livello più  alto di responsabilità lavorativa, la nascita di una nuova amicizia, la capacità di dominare la paura e di  fronteggiare  situazioni difficili. Anche queste “piccole nascite” si possono raffigurare con tante linee ascendenti. (Figura 1)

Questa  diversa rappresentazione del “life span”  può essere utile per un adolescente o un adulto, ma lo è ancora di più per una persona  che comincia a diventare anziana, quando cioè le “piccole morti” cominciano a farsi più  frequenti  e  rattristanti .

Ponendosi in questa prospettiva  è molto importante “tenersi in forma”, sia sul piano fisico che psichico, per conservare le performance raggiunte o, quanto meno, per allontanare quanto più possibile  il loro deterioramento: attività fisica (in particolare le passeggiate), letture, ascolto di musica,  teatro,  cinema,  conversazione con amici, partecipazione ad attività sociali.

E’ ancora più importante  mantenersi aperti alle novità: alimentare  la curiosità per le cose che non si conoscono, mantenere la capacità di “innamorarsi delle persone” e di stupirsi davanti ad un fiore o ad una farfalla, saper   gioire dei successi  delle persone a noi vicine, progettare e compiere viaggi,  visitare città cattedrali e musei, essere disponibili a  dare  una mano agli altri.

Certo, nell’età più avanzata bisogna  essere consapevoli dell’impossibilità  di esplorare interamente i nuovi territori in cui ci si avventura, nel senso che gli  obiettivi assegnati  devono essere ben definiti e conseguibili: non è necessario  “arrivare” ad ogni costo, è sufficiente  “essere in cammino” .

Nel campo della letteratura, dell’arte, della scienza vi sono numerosi esempi di artisti, musicisti, scrittori, scienziati insigni che hanno continuato a creare e “produrre”  fino a tarda età.

Per vivere in modo intenso e con spirito di apertura anche la terza età, per fare in modo  che lo spazio  del proprio io non si riduca e la cerchia di interessi non si restringa bisogna  sviluppare per tempo consapevolezze, esperienze e  atteggiamenti  congruenti.

Se è vero che nell’infanzia si prepara una robusta giovinezza,  è altrettanto vero che nell’età adulta   si prepara una  “verde vecchiaia”.

 

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