Pages Menu
RssFacebook
Categories Menu

Scritto da nel Internazionale, Numero 64 - 1 Novembre 2009 | 1 commento

I muri nel mondo: per proteggere, per separare, per isolare

Così d'ora in poi perisca chiunque altro varcherà le mie mura.1 disse Romolo dopo aver accoppato il fratello Remo, colpevole d'aver violato con un salto le nuove mura che cingevano il Palatino. La Città Eterna esordisce nella storia e nella leggenda proprio con la costruzione della propria cinta, tesa a separare il podere di Romolo (Palatino) da quello del gemello (Aventino). Certo, niente di che, rispetto alla monumentale opera che si cominciò a costruire qualche secolo più tardi in Cina: una muraglia lunga migliaia di chilometri per proteggere l'Impero dalle popolazioni nomadi del Centro Asia.
Da sempre gli uomini erigono muri e fortificazioni con lo scopo di proteggersi da barbari nemici, isolarsi da corruttori, limitare fughe. A 20 anni dalla caduta del Muro di Berlino, il muro per eccellenza, affrontiamo un rapido e superficiale viaggio per il mondo, teso a individuare i limes odierni: alcuni in costruzione, altri in decadenza e altri ancora rinforzati.

Europa: Berlino ma non solo
La fine della Seconda Guerra Mondiale segnò l'inizio di una nuova spartizione del mondo il cui confine passava proprio per una città italiana: Gorizia. Un muro di calcestruzzo, sormontato da una rete ad altezza d'uomo, ha diviso, dal 1947 al 2004, la città friulana dalla propria controparte slovena, Nova Goriza. Piazza della Transalpina, sfregiata dal confine italo-jugoslavo (poi italo-sloveno), era uno dei simboli della divisione tra mondo capitalista e mondo comunista. La dissoluzione della Jugoslavia comunista, l'ingresso della Slovenia nell'Unione e l'adesione della stessa al trattato di Schengen, hanno consentito l'abbattimento dell'ultimo muro dell'Europa continentale, agevolando l'ingresso del Vecchio Continente in una nuova era.

Tensioni etnico-religiose secolari sfociarono platealmente nei Troubles che segnarono la capitale nord irlandese Belfast in modo drammatico tra gli aAnni 70 e la fine dei 90. La città, sfigurata da muri e trasferimenti coatti, divisa in un quartiere cattolico-nazionalista irlandese e uno protestante-unionista inglese, conobbe un'effettiva distensione nel 1998 con il Good Friday Agreement. A ricordo dei conflitti tra protestanti e cattolici, peraltro non ancora del tutto risolti, rimangono oggi i murales a sostegno delle rispettive cause nella protestante Shankill Road e nella cattolica Falls Road2.

Un muro pieno di crepe ma che non riesce a crollare è quello che passa per Ledra Street (Nicosia) a Cipro: sacchi di sabbia, filo spinato e muratura separano lungo 180 km, sotto il controllo dei caschi blu UNFICYP, la Repubblica di Cipro dalla Repubblica Turca di Cipro Nord (con buffer zone sotto egida ONU che arrivano a essere larghe anche 7km). Si tratta di una divisione tra comunità che risale già al 1960 (indipendenza dalla Gran Bretagna), agevolata dal colpo di stato dei Colonnelli in Grecia (1967) e dall'invasione dell'esercito turco nel nord dell'isola nel 1974. Nel 2003 vennero aperti alcuni punti di passaggio tra le due zone, fino a giungere al 2008 con la simbolica apertura di una porta proprio a Ledra Street, nel centro della capitale Nicosia3.

Era 1993 quando in Bosnia un crollo sancì la divisione tra due popoli e due mondi: il 9 novembre mortai croati colpirono e distrussero il ponte di Mostar, simbolo di alleanza tra i bosniaci musulmani e croati. Il cessate il fuoco del 1994 determinò la fine della guerra ma non della divisione della città; solo nel 1996 venne ristabilita la possibilità di passare da una zona all'altra e, dal 2004, il ponte è tornato a unire le due sponde.

Il limes indubbiamente più sorvegliato si trova ai confini dell'Unione Europea, nelle enclavi spagnole in Marocco di Ceuta e Melilla: 6 metri di filo spinato e reti separano l'Africa dall'Europa. Una controllatissima e invalicabile tripla barriera sotto il controllo della Guardia Civil spagnola: un muro contro cui si infrangono le speranze di migranti disperati.


Africa: tra colonialismo e indipendenze
Il Muro del Marocco, o Berm, separa per più di 2mila km la zona sotto il controllo marocchino da quella del Fronte Polisario nel Sahara Occidentale. Si tratta di una serie di barriere, per lo più sabbia e mine, costruite tra il 1980 e il 1987. Un muro che rende il Sahara Occidentale una terra di nessuno (considerato dall'ONU come il territorio non indipendente più grande al mondo), a protezione dell'illegittima zona marocchina dalle ostili incursioni militari saharawi.

Un muro elettrificato lungo il confine tra Botswana e Zimbabwe fa di questo ultimo un'orrenda prigione, il cui secondino (Mugabe) spinge i propri disperati prigionieri, condannati a povertà e colera, a provare la fortuna nei paesi confinanti. L'enorme afflusso di persone ha quindi costretto il Botswana a erigere una protezione fisica, ufficialmente destinata a contenere le migrazioni di animali selvatici.


Asia: dal 38° Parallelo al Medio Oriente
Si tratta probabilmente del muro, pur non essendolo in senso stretto, più famoso al mondo dopo quello di Berlino: il 38° parallelo separa dal 1948 le due Coree con 241 km di zona demilitarizzata, 131 posti di guardia al Sud e 337 al Nord, mine sparse ovunque; una zona di nessuno larga mediamente 4 km. E' l'ultimo residuo di un'epoca ormai lontana, ciò che rimane di ancora tangibile della Guerra Fredda.

Il Kashmir è una regione contesa tra tre stati: Cina, India e Pakistan. L'accesa rivalità soprattutto tra questi due ultimi, ha spinto l'India alla costruzione di una linea elettrificata di 550 km lungo i 740 km di frontiera contestata, a difesa da infiltrazioni pakistane. La situazione è figlia, come spesso accade, dell'epoca coloniale e dell'abbandono dell'Impero Britannico delle Indie. L'indipendenza raggiunta nel 1947 portò India e Pakistan a dividersi, lasciando al ricco Kashmir una libera scelta, degenerata poi in un risiko senza fine.

Analogo ad altri muri già esaminati, quello costruito dalla Tailandia lungo il confine con la Malaysia, si pone come obiettivo la difesa delle regioni a maggioranza musulmana da incursioni di terroristi islamici.
E non dissimile è la più nota situazione a Gaza e Cisgiordania, col muro eretto da Israele per proteggersi da attentati ma anche per occupare e separare prepotentemente territori palestinesi: un utile strumento per risolvere unilateralmente il problema dei territori contesi, giudicato nel 2004 dalla Corte Internazionale di Giustizia, contrario al diritto internazionale.


America: continente diviso a metà
La Barriera costruita tra Stati Uniti e Messico divide il continente americano a metà: da un lato il ricco nord, dall'altro il più complesso centro-sud. Costruzione iniziata nel 1994, il muro percorre 1200km di confine, tra l'Oceano Pacifico della California e il Golfo del Messico del Texas, ponendosi al centro dei secolari problemi tra i due paesi confinanti, tra loro tanto diversi. Una barriera rinforzata dall'Amministrazione Bush tesa a limitare l'interminabile immigrazione clandestina dai paesi latini.


Il viaggio si conclude qui, consapevoli d'aver tralasciato tantissime altre situazioni analoghe: Yemen, Arabia, Afghanistan, Uzbekistan, Tagikistan, ecc… .
Ai muri vengono spesso dati dei soprannomi: muro della vergogna, striscia di sicurezza, barriera anti terrorismo, buffer zone, muro d'annessione, muro dell'apartheid. Tutti termini che indicano la natura e l'obiettivo molteplice che, come abbiamo visto, possono avere: separare, proteggere, isolare, annettere.

1 “Sic deinde , quicumque alius transiliet moenia mea”: Tito Livio, “Storia di Roma dalla sua fondazione”, Libro I,7
2 Si consiglia: Colasurdo M., Imperato V., “L'Irlanda del Nord e le Troubles Fiction”, Arengo.info N.17 – 16 Mag 2007
3




Si veda: De Maria D., “Cipro: può crollare il muro?”, Arengo.info N.51 – 01 Dic 2008

1 Commento

  1. quel muro del marocco e molto utile al controllo dei integralisti separatisti terroristi che sono ospiti dal l Algeria nei campi di Tindouf dove vengano adestrati anche i bambini e mandati a Cuba Syria Afganistan…senza muro siamo a rischio di trafico d arme,terrorismo,immigrazione..ec ..quindi,sara eliminato solo dopo che in quella zona,non esite piu i separatisti che vogliano creare una piccola Algeria dentro il marocco ,

Scrivi un commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>