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Scritto da nel Arte e Spettacolo, Numero 63 - 1 Ottobre 2009 | 0 commenti

Miyazaki – Le mani dell'immaginazione

Miyazaki – Le mani dell'immaginazione

Avete mai fantasticato su come sarebbe il vostro mondo ideale? Io lo faccio continuamente. Come fece l'architetto e scultore fiorentino Antonio Averulino detto Filarete, che, agli albori della cultura rinascimentale, ideò un modello di città , detta "Sforzinda", sotto incarico del principe Francesco Sforza. Altro esempio noto di mondo fantastico è quello creato ne "Il Signore degli Anelli" di J. R. R. Tolkien. Oppure "Utopia" di Tommaso Moro, un modello razionale, fantastico per la sua rivoluzionaria organizzazione. Tra tanti esempi esistenti, preferisco i mondi animati creati da Hayao Miyazaki, straordinario regista d'animazione venuto dall'oriente.

I suoi film contengono mondi magici, meravigliosi, allucinanti. I titoli stessi suggeriscono dei luoghi favolosi: "La città  incantata" dove una ragazzina deve salvare i suoi genitori da un incantesimo; "Il castello errante di Howl" un mondo fantastico con la capacità  di spostarsi liberamente. Quello che personalmente preferisco è "Laputa, Il Castello nel cielo".

Sheeta è una ragazzina, rapita dall'esercito e perseguitata dai pirati, perché in possesso di una strana e potente pietra che la fa galleggiare nell'aria e che dimostrerebbe l'esistenza di Laputa, misteriosa città , la cui leggenda racconta che sia stata eretta nell'aria. Sheeta nel fuggire dai suoi inseguitori incontra Pazu, un giovane che tramite il suo defunto padre, conosce la storia di Laputa e possiede l'unica fotografia mai scattata del castello flottante. Insieme, intraprendono un viaggio che li porterà al ritrovamento della città e alla scoperta della verità  sull'identità di Sheeta.

Laputa, città ideata dal regista, rammenta due miti della cultura occidentale – tra il reale e la leggenda: come Atlantide, città  perduta, Laputa, si rivela una civiltà  tanto sviluppata scientificamente da perdere il contatto con la natura e con le origini (sublime la lezione di maturità  che Sheeta offre al signore dell'esercito, analizzando le parole della canzone infantile che le cantava sua nonna). Questo distacco, condanna la città all'abbandono, e costringe la popolazione a ritornare alla terra ferma. Intravediamo in Laputa anche un allusione alla Torre di Babele, sia dal punto di vista architettonico, sia nel sottolineare la prepotenza dell'uomo che, nel caso biblico, costruisce la Torre di Babele con la pretesa di raggiungere il regno di Dio.

Film che invita all'umiltà  e alla revisione delle nostre priorità , mettendo a confronto due delle età dell'uomo. La giovinezza della coppia di ragazzini orfani, aggrappati alla vita, uno con il duro lavoro in miniera e l'altra continuando lo sforzo dei propri genitori nella fattoria di famiglia. L'età  adulta, rappresentata dall'ossessione del misterioso signore, massimo nemico dell'innocente protagonista, talmente assetato di potere da non ammettere l'evidente verità  sulla decadenza e morte di una civiltà che raggiunse il culmine in altri tempi, ormai passati. Oppure adulti affamati di averi come sono i pirati dei cieli, esempio di stupidità umana, che si dedicano a un'instancabile caccia della ragazzina e della sua pietra, alimentati dalla convinzione che li avrebbe condotti a Laputa, la loro isola del tesoro.

Miyazaki, signore dallo sguardo sereno e il sorriso complice, ricorda quei docenti che riescono a trasmettere i loro insegnamenti con semplici e divertenti giochi e storie affascinanti. Quei maestri che capitano purtroppo molto di rado. Io non perderei mai una sua lezione, come non perdo mai uno dei suoi film, in cui l'immaginazione si fa strada attraverso le sue mani, con i suoi disegni. Addentrarsi nei suoi mondi permette abbandonare il proprio, è quasi meglio di viaggiare.
Hayao Miyazaki nasce a Tokio il 5 gennaio del 1941. Comincia la sua carriera come disegnatore, ma il suo enorme talento e la sua instancabile creatività  lo faranno diventare uno tra i registi più interessanti, provenienti dal Giappone. Autore di una vasta filmografia, il suo ultimo film "Ponyo sulla scogliera" (2008) è un lavoro, semplice e commovente, del tutto artigianale, che rielabora la Sirenetta di Andersen.

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