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Scritto da nel Il Mondo nel Pallone, Numero 1 - 1 Settembre 2006 | 0 commenti

Il Gattopardo

Gattopardismo: Atteggiamento politico di tipo conservatore, proprio di chi non teme i cambiamenti e le trasformazioni della società nella convinzione che essi siano apparenti e non compromettano le posizioni di privilegio acquisite da determinati classi sociali[1].

Scriverò del “gattopardismo”. Di cose già viste, di soluzioni all'italiana, dei tarallucci e del vino: voglio scrivere di una storia italiana.

Ricetta per una storia italiana. Per prima cosa ci vuole uno scandalo fresco, uno di quegli scandali che scandalizzino come la scoperta dell'acqua calda. Poi prendete un bel pugno di titoli sensazionalisti e tanto finto scalpore, una cassa di polemiche e una buona dose di dietrologia. Immergete il tutto in populismo e incolpate il maggiordomo se non trovate nessun altro. Alzate i toni, minacciate ritorsioni e, se ve la vedete male, provate col “Lei non sa chi sono io”. Preparate un bel processo, fate la faccia seria e parlate con un tono grave.

Per un attimo la storia sembrerà destinata alla fine che tutti (o quasi) vogliono: chi ha sbagliato paga caro, a dispetto degli interessi particolari che ci sono in ballo e dei coinvolgimenti politico-sociali.

Vedete, il vostro problema è che vi distraete sempre e i soliti noti vi fregano, ancora e ancora. Un odore di bruciato asfissiante vi impedisce di respirare e un fumo denso vi acceca. Solo quando la nebbia si dirada e l'aria si fa più leggera, venite a sapere che qualcuno più furbo di voi ha fatto una proposta che non si poteva rifiutare.

Una bottiglia di buon vino e un cesto di tarallucci.

Il solito poveretto che pagasse per tutti e ci mettesse la faccia lo avevano trovato senza nemmeno che ve ne accorgeste. Chi lo dice che non esiste il delitto perfetto?

Si parlava delle sentenze di Calciopoli.

C'era una volta il Genoa nel campionato cadetto. Il Genoa lottava per la Serie A e molto probabilmente sarebbe riuscito nell'impresa. Poi, in un lampo di stupidità, decise di comprare la partita col Venezia; i dirigenti delle due squadre furono colti con le mani in un vasetto di marmellata da 250 mila euro. Morale della favola: Genoa diretto in serie C1, 5 anni di inibizione ad Enrico Preziosi, dai 3 ai 5 anni ad altri vari dirigenti delle due società.

Per la Juventus condanna alla Serie B e 17 punti di penalizzazione. La soglia per accedere ai playoff nella serie minore è ritenuta essere attorno ai 63-65 punti. La Juventus ha vinto i precedenti campionati con 80 e più punti. Vai a pensare alla coincidenze, a volte.

Si potrebbe quasi leggere come: “fate un bel campionato e in un anno ve ne tornate nel paradiso della Serie A e siamo tutti contenti”.

Pochi giorni prima della sentenza i vertici della società avevano dichiarato che la serie B a -30 avrebbe avuto conseguenze economiche devastanti. Messaggio ricevuto, lo scherzo è bello finché dura poco.

La cosa divertente è che la Juve, oltretutto, dovrebbe far la parte del poveretto che paga per tutti. Ve lo ricordate Marasco del Modena? Quello che “da solo” aveva messo in piedi il calcio-scommesse di qualche anno fa? Ecco la Juventus è un po' come Marasco, ma alla Vecchia Signora è andata meglio.

Il Milan. Al Milan sono sottratti un numero di punti dal campionato precedente tale che non si discute l'accesso alla Champions League e qualche spicciolo da pagare nel prossimo. Danno economico pari a zero; impartita la benedizione ufficiale a costruire un monopolio naturale. Nulla, nada, nix, nothing. Galliani, che è un signore e ha rispetto della giustizia, ha detto che non ricorrerà contro la sentenza. Nessuno ha ancora capito contro cosa voleva ricorrere ma questa è un'altra storia.

Al Milan non hanno torto un capello anche perchè per questo a Galliani non è stato difficile rendere l'impresa difficile.

Il signor Berlusconi grida all'ingiustizia e questa, se è una battuta, non fa ridere.

Per gli altri furbetti, Lazio e Fiorentina, la sentenza è talmente inutile che non la ricordo nemmeno.

Mi sembra si parli di una penalizzazione nel campionato prossimo che non è sufficiente a metterle in pericolo di retrocessione. Nemmeno a farlo apposta, a Della Valle era contestato l'aver cercato di stipulare un patto con il marciume calcistico per cui alla Fiorentina era garantita la permanenza nel massimo campionato. Danno economico praticamente irrilevante. Loro, per contro, non hanno nemmeno il buon gusto di tacere.

Ve ne dico una bella su Franco Carraro, quello che era responsabile di tutta la baracca. Franco Carraro è stato multato di 80 mila euro. Mila, non milioni. 80 mila euro di multa ma con diffida.

Ora, si dice che gli asini capiscano solo le botte.

Bene, un po' come gli asini, certa gente capisce solo se gli tocchi quello che di più caro ha al mondo: il portafoglio. Certe persone non sanno nemmeno cosa sia lo Sport, la dignità, il pudore o la vergogna. Ascoltano solo se hanno paura, cambiano solo se ci rimettono in prima persona.

L'unica maniera per cambiare le cose era colpirli tutti, come si fa con gli asini, per educarli tutti. Colpire duro il sistema dove era più vulnerabile, mirare alle tasche.

Illusi.

Da oggi, invece, i club e gli sponsor possono tornare a dormire tranquilli, i dirigenti possono tornare a pensare a chi dare 10 milioni di euro a stagione e a che orologio regalare agli arbitri il prossimo Natale. Le TV possono rimpinguare le casse di club falliti da decenni, il Governo può pensare al prossimo decreto salva-calcio e tutti sono nuovamente autorizzati a rubare soldi alla gente comune.

Il gattopardo fa molto rumore per nulla.

Come quella volta di tangentopoli in cui “cancellarono” un'intera classe politica, o almeno così dicono i libri di storia. Il popolo chiese di avere un sistema elettorale maggioritario; loro se ne guardarono bene dal farne uno puro. Si accordarono per un maggioritario con una quota di proporzionale appena sufficiente a garantire la sopravvivenza di tutti i partitini che emersero come cocci rotti quando cade una tazza. Quindici anni dopo non è cambiato nulla: stesse facce, stessi interessi, stessi privilegi, stessi crimini e stesso odore di stantio. Chiediamo umilmente perdono per esserci permessi avanzare una richiesta di cambiamento.

Escono dalla porta ed entrano dalla finestra. Ecco svelato il mistero di tanta tranquillità da parte di persone come Adriano Galliani.

Qualcuno ha affermato che gli ex-protagonisti del sistema calcio, dopo quest'ondata di scandali, vivranno ai margini del calcio senza entrarvi mai più. Credeteci, se vi fa comodo o se vi fa dormire meglio. Doveva essere la resa dei conti e siamo stati costretti ad aspettare l'umiliazione della UEFA che si rifiuti di iscrivere alle coppe Europee chi dovrebbe giocare in terza categoria.

Certe cose non cambiano. I Guido Rossi e i Francesco Saverio Borrelli, in Italia, lottano contro i mulini a vento. La persone oneste si rassegnino ad essere derise e insultate, la gente accetti di non avere voce in capitolo. I riformisti si adeguino o emigrino, i cervelli fuggano perchè in Italia non è richiesto avere cervello: una conoscenza altolocata e tanta spregiudicatezza portano molto più lontano.

Hanno falsificato gli ultimi campionati di calcio, un bene pubblico, il Bene Pubblico.

Si sono impadroniti di arbitri, Lega Calcio, FIGC, diritti TV, sponsors, giocatori, allenatori, soldi, leggi e stadi. Hanno sputato sugli Italiani con la loro spudoratezza, ci hanno ridicolizzato davanti al mondo e si sono arrichiti alla faccia di tutti. Hanno mostrificato il gioco più bello del mondo.

Li hanno beccati con le mani nel sacco. Li hanno processati con la folla fuori dei palazzi che chiedeva giustizia. Hanno negato anche davanti all'evidenza (d'altronde, nemmeno la Mafia esiste), senza vergogna e senza battere ciglio. E hanno avuto ragione.

Doveva essere un esempio per tutti quelli che pensano di essere al sicuro nella palude-Italia e hanno finito per mandare un messaggio chiaro alla gente onesta: “Cornuto e mazziato chi sta alle regole”.

Non li hanno toccati nemmeno questa volta e non importa quante volte gridiamo loro di vergognarsi.

La giustizia si è piegata ancora una volta agli interessi dei pochi, alla faccia di chi ci credeva veramente e ha perso tutto.

Ironia della sorte, oggi, ho rimpianto l'amnistia del nostro Guardasigilli.

Senza dubbio, cole senno di poi, sarebbe stato più dignitoso optare per un “liberi tutti”. Ammettere che non potevamo, e alla fine non volevamo nemmeno, fare le cose seriamente. Se non altro, ci saremmo risparmiati questa farsa da Repubblica delle Banane.

I mondiali non c'entrano nulla. Questa è solo la traduzione italiana del concetto di “business as usual”, il significato di “gattopardismo”.

Francesco Saverio Borrelli, dopo le sentenze, ha detto: “Abbiamo vinto i mondiali: per il resto, avanti come sempre.”

Chissà se, dopo questa, avrà capito che non vale la pena di resistere, resistere, resistere.


[1] Da Dizionario De Mauro.

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