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Scritto da nel Il Libro del Viaggiatore, Numero 2 - 16 Settembre 2006 | 0 commenti

“Il Viaggiatore” di Gary Jannings

“Quando Marco Polo giaceva sul letto di morte, il suo confessore, gli amici e i parenti lì riuniti lo esortarono a smentire, infine, le innumerevoli menzogne da lui riferite come vere avventure, affinché l'anima sua potesse salire in Cielo mondata dal peccato. Il vecchio si sollevò sui guanciali, li maledisse tutti e dichiarò: ”.

Il viaggiatore, romanzo storico nato dalla mirabile arte di Gary Jennings e edito da Rizzoli nel 1984, prende le mosse da un presunto scambio epistolare fra Marco Polo e Rustichello da Pisa. Quest'ultimo, coautore de Descrizione del Mondo, la prima biografia del veneziano nata tra le carceri di Genova, chiede a Messer Polo di collaborare ad una nuova stesura della famigerata opera, al fine di colmare le lacune e le innumerevoli omissioni dettate dal doveroso rispetto verso la pudica comunità cristiana. Marco Polo, ormai sessantacinquenne, costretto a Venezia un po' dall'età, un po' dalla famiglia, decide così di raccontarsi nuovamente, ma questa volta senza costrizioni, senza dare troppa importanza ai termini della narrazione, perché “è preferibile non essere creduti, in queste cose, che tacere per sempre”. Nasce da questi presupposti un romanzo che non si fatica a descrivere come uno dei capolavori della letteratura contemporanea. Un lungo viaggio che parte dalla fiorente Venezia, città di ricchi mercanti e patria del giovane ed irrequieto Marco, per giungere sino alle porte del Khanato, punto nevralgico dell'estremo Oriente. Attraverso gli occhi di un adolescente desideroso di conoscere, sperimentare, ed assaporare appieno ogni esperienza che gli sarà offerta, Jennings ci accompagna per mano lunga l'affascinante via della Seta. Magistrale nella descrizione storica dei paesaggi, con una cura quasi maniacale del dettaglio, lo scrittore americano è capace di dipingere davanti ai nostri occhi uomini e donne dei quali sembrerà di poter cogliere i gesti, gli sguardi, le più piccole movenze. Dall'intraprendente Narice, all'esuberante Maffeo, sino al superbo Gran Khan e la bellissima Eco, passando attraverso le innumerevoli comparse, ognuna delle quali sembra indispensabile alla completezza della narrazione, nulla è lasciato al caso, nulla risulta superfluo, al contrario tutto finisce con il contribuire all'interezza di un romanzo, in cui avventura, erotismo, arte, storia e sentimento, coesistono in un sottile equilibrio.

Seguire Marco Polo in questo indimenticabile viaggio, non significa semplicemente osservare da lontano, attraverso ricordi sbiaditi dal tempo, la vita di un uomo che diventò grande attraverso la grandiosità delle proprie esperienze, vuol dire crescere insieme a lui, provarne la stessa curiosità, la stessa sete di conoscenza, condividerne le vittorie e le sconfitte, innamorarsi quanto lui di quelle terre lontane ed infine soffrirne allo stesso modo per la partenza ed il ritorno in patria.

Il viaggiatore è uno di quei libri di cui terminata la lettura si continuerà a serbare a lungo il ricordo, ci si scoprirà di tanto in tanto a pensare ai suoi personaggi come ad amici lontani che non si sentono da qualche tempo; ma quando la nostalgia diventerà troppa, basterà riprenderlo dallo scaffale, spolverarlo appena, e sfogliarlo ancora e poi ancora, rileggendo qualche passo qua e là, per poter tornare a sognare, per poter tornare a viaggiare…

“Avvicinatevi, grandi principi! Avvicinatevi, imperatori e re, duchi e marchesi, cavalieri e borghesi! Venite voi di ogni condizione sociale, che volete conoscere i tanti aspetti del genere umano e le diversità del mondo intero! Prendete questo libro e leggetelo, o fatevelo leggere. Poiché in esso troverete tutte le più grandi meraviglie e le più mirabili curiosità…”

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