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Scritto da nel Energia e Ambiente, Numero 2 - 16 Settembre 2006 | 0 commenti

La 220 e le “tariffe verdi”, un po' di trasparenza

Si apre con la liberalizzazione del mercato elettrico la gara alla conquista dei clienti non più obbligati a fornirsi di energia elettrica da Enel.

La nuova situazione impone alle società di vendita di energia elettrica una trasformazione radicale: la mentalità (e spesso il management) della telefonia mobile entra a spallate nei templi dello statalismo e del servizio di pubblica utilità; si aprono le porte al cambiamento e parole come flessibilità, “customer orientation” sono il pane quotidiano di consulenti indaffaratissimi a riassettare le aziende per prepararle ad affrontare il grande e temuto sconosciuto: la concorrenza.

Ad oggi i clienti non vincolati sono tutte le partite IVA, ed è su questo settore di mercato che le società di vendita stanno testando ed affinando le loro nuove armi di seduzione e conquista, le nuove strategie di attacco; si sgomita e si cerca di guadagnare una posizione privilegiata, la pole position per la partenza della vera gara, quella che comincerà solo a partire dal 2007, momento in cui sarà possibile a tutti gli utenti scegliere liberamente il proprio fornitore di energia. Una quantità enorme di piccoli utenti disorientati da conquistare.

Tutti gli addetti ai lavori sanno che, come nella telefonia, i grandi soldi non si faranno sui grandi clienti, dove la gara tra operatori sarà al ribasso sui prezzi, ma proprio sui piccoli utenti, dove la gara si combatterà su tutto tranne che sul prezzo: vedi brand, servizi, pubblicità, promozioni, marketing insomma.

Nascono allora anche per l'elettricità tariffe differenziate e personalizzate: giorno e notte, flat, tariffe con sconti estivi (summer card) e chi più ne ha più ne metta (vedi www.enel.it ); in televisione l'Enel ci bombarda con pubblicità istituzionali e non, nascono nuove società di vendita improntate sul marketing, i siti internet cambiano pelle e si rivestono di nuovo, la pubblicità entra prepotente nel nuovo mercato.

Ma lontano dai clamori, sommessa e radiosa, sospinta dal passa parola incessante, si insinua tra la gente la speranza di un qualcosa di veramente diverso: la tariffa verde 220.

La cosiddetta “La220”, tariffa offerta da TGE con la collaborazione di Legambiente (ma non è la sola tariffa verde; vedi anche Sorgenia) si propone come alternativa alle convenzionali tariffe ed offre la garanzia che la propria casa venga servita da “energia pulita” a prezzi scontati.

I fornitori di energia verde sono certificati, ed il rispetto dell'impegno preso con il cliente è garantito grazie ad un accordo con Legambiente. Incredibile ma vero! Si vive di energia pulita e la si paga meno!

Invito calorosamente i lettori a visitare il sito www.la220.it per rendersi conto di cosa stiamo parlando. Di seguito riporto direttamente dal sito:

…[Abbiamo scelto l'anniversario del protocollo di Kyoto per aprire le prenotazioni all'energia “verde” per il mercato domestico.
L'energia verde: chi l'ha detto che deve costare di più? anzi, costerà di meno di quella attuale.]…

…[Le energie pulite sono molto più sviluppate in paesi europei con bollette meno care; questo dimostra che alla fine della filiera non è vero che l'energia pulita costa più di quella sporca.]…

Il messaggio è chiaro: l' energia verde costa meno ed il mercato è controllato da qualcuno che non vuole che questo si sappia. Il tutto è supportato dai fatti, visto che la suddetta energia verde costa il 3.8% in meno rispetto all'attuale prezzo di mercato.

Ma che piaccia o no, le tariffe verdi sono, proprio come le altre tariffe, nate per accaparrassi clienti: ovviamente in questo caso la gente sensibile alle tematiche ambientali.

Visto che mi ritengo parte di tale categoria vorrei approfondire con questo articolo la questione.

Innanzitutto: chi è TGE?

TGE nasce grazie alla liberalizzazione del mercato come grossista di energia elettrica per i grandi consumatori pubblici e privati. La flessibilità, la lungimiranza e la capacità di leggere le esigenze del mercato e dei clienti la portano rapidamente a raggiungere un giro di affari di circa mezzo miliardo di euro. Un grosso trader di energia insomma. Un trader che sa agilmente destreggiarsi nel libero mercato, ne sfrutta a pieno le opportunità ed è quindi in grado, grazie ad abili manovre di compravendita in borsa elettrica o tramite oculati contratti bilaterali con i produttori di energia, di offrire prezzi competitivi sul mercato.

…[L'energia elettrica "la220 verde" è generata al 100% da fonti rinnovabili certificate. E' veramente ecologica, prodotta con acqua, sole o vento, quindi non generata con le così dette "assimilabili alle rinnovabili".]…

L' energia verde è limitata e si deve quindi “prenotare”: TGE ha contratti con fornitori di energia pulita che garantiscono la produzione di un certo quantitativo (limitato ovviamente) di energia verde. È giusto dunque prenotare in anticipo la propria porzione di energia pulita.

…[Il monopolio, la disinformazione e la scarsa trasparenza tanto più abbassano la cultura energetica, quanto più alzano i prezzi.]…

I toni sono altisonanti ed accusatori. Compare il mostro “monopolio” ed i malefici petrolieri che distorcono le informazioni e manipolano i media. Per certi versi questo è sicuramente vero. Ma di disinformazione e di scarsa trasparenza pecca purtroppo anche TGE.

Il punto focale su cui si basa la questione è come abbiamo visto il prezzo dell'energia:

- non è vero che l'energia rinnovabile costa di più,

- si può combattere il monopolio e la sua “sporca” energia comprandone di pulita e pagandola pure meno.

Mi sembra che con queste due semplici frasi la campagna di TGE raggiunga brillantemente il suo scopo. Il messaggio è semplice, arriva dritto al dunque e ti si stampa in mente.

Quello che forse non tutti sanno è che produrre energia rinnovabile costa veramente di più che produrre energia “sporca”, e di molto!

Il fatto che nei paesi dove le energie rinnovabili sono più sviluppate ci sia una bolletta meno salata non c'entra proprio niente con le energie rinnovabili perchè le rinnovabili contribuiscono oggi alla produzione ed al costo dell'energia nazionale in modo sempre negligibile.

Il fatto che TGE offra energia verde a basso prezzo non è dovuto al fatto che le energie rinnovabili costino meno, è dovuto semmai al fatto che tutti quanti ci dividiamo in bolletta quella differenza.

Il meccanismo è molto semplice: proprio per il fatto che le energie rinnovabili non sarebbero competitive sul mercato, perché troppo costose, esistono forme di incentivazione economiche e di struttura tali da agevolare l'installazione di centrali di generazione di energia pulita.

Il principale incentivo è detto “cip6”[1]:

…[Il provvedimento Cip 6/92 rientra tra i meccanismi "tradizionali" di incentivazione dell'energia, ovvero quei meccanismi che promuovono la realizzazione di impianti alimentati a fonti rinnovabili e assimilate attraverso la remunerazione dell'energia a un prezzo garantito.]…( www.grtn.it )

L' energia rinnovabile che arriva sul mercato ha ricevuto quindi una “spintarella” tale da rendere il suo prezzo comparabile a quello medio, si nota inoltre che le energie rinnovabili hanno, giustamente, priorità di dispacciamento, ovvero il mercato è obbligato a ricevere l'energia prodotta da fonti rinnovabili anche quando questa non fosse economicamente conveniente.

Si intuisce che queste “spintarelle” e garanzie di assorbimento qualcuno le debba pagare, e chi paga siamo tutti noi con un piccolo contributo addebitato in bolletta (controllate pure la voce ex cip6 o oneri di tipo A3).

Risulta chiaro adesso come sia possibile che TGE possa offrire sulle energie pulite tariffe comparabili a quelle di mercato: si avvale in definitiva di un contributo che tutti paghiamo.

Dispiace dover fare le pulci ad un'azienda che sicuramente sta cercando di smuovere il mercato e sensibilizzare i futuri clienti non vincolati, ma dispiace ancor più notare come la scaltra linea commerciale porti anche a promuovere insensate iniziative:

…[Noi abbiamo indetto un sondaggio on-line per verificare se gli italiani vogliono anticipare la liberazione, almeno per le energie rinnovabili certificate.]…

Ma perché mai si dovrebbe anticipare la “liberazione” (refuso o errore voluto?) delle rinnovabili rispetto alle altre? In base a quale principio? Se è vero che una siffatta tariffa verde esiste grazie al mercato convenzionale, perché ritenersi estraneo al mercato stesso? Perché questa urgenza di “liberazione” ?

A voler esser maliziosi si potrebbe pensare che TGE si voglia assicurare anzi tempo un cospicuo numero di clienti, la pole position di cui si parlava.

È davvero un peccato che chi faccia dell' etica e della sostenibilità un cavallo di battaglia usi l'arma della mistificazione della realtà, della demonizzazione dell'avversario, della disinformazione, per vendere un prodotto. Un peccato doppio, davvero.

“Trasparenza” purtroppo è una parola di cui spesso oggi si abusa, e come spesso accade, la cosa più semplice da fare sembra la più difficile e lontana, ad esempio: se si trasferisse il concetto di trasparenza direttamente in quello di denaro? Se il costo della bolletta verde rispecchiasse il VERO prezzo delle energie rinnovabili? Pago l'energia rinnovabile quello che costa! Questa è trasparenza! Pago di più perché ho rispetto dell'ambiente! Questa è sensibilizzazione!

In pratica, eliminare la componente di “aiuto” dai proventi ex cip6, e quindi pagare il prezzo reale dell'energia verde, sarebbe impraticabile a livello tecnico, ma si potrebbe tranquillamente stimare il prezzo medio del kiloWattora prodotto da fonti rinnovabili, sottrarvi il prezzo di mercato ed il restante devolverlo alla ricerca in università o aziende (ovviamente certificate) che operano nel settore, oppure appoggiare campagne informative nelle scuole, sponsorizzare eventi in favore dell'efficienza energetica, è così difficile?

In una sola bolletta, questa sì trasparente, che rispecchia il reale costo dell'energia pulita, ci sarebbe il servizio al cliente, l'utile dell'azienda (garantita dal prezzo di mercato) e l'aiuto alla ricerca. Il nostro futuro ce lo potremmo costruire così un po' da noi.

Come tutti i giorni si compra cioccolato o caffè più cari al mercato equo e solidale, così di sicuro qualcuno sarebbe disposto a pagare di più per un energia verde. Meraviglioso! Ma non conveniente a quanto pare: conviene sicuramente di più oggi fare scandalo, scuotere e provocar clamore (pubblicità!).

In conclusone, con questo articolino spero di aver chiarito che chi deciderà di usufruire di tali tariffe verdi, si rivolgerà ad una competente e scafata azienda di vendita dell'energia elettrica, non ad un Robin Hood dell' energia; che i prezzi più bassi saranno dovuti all'abilità di tale operatore a giocare con le regole del neonato mercato elettrico e dalla stipula di opinate collaborazioni finanziarie, non al reale minor costo di produzione da fonti rinnovabili; che la tariffa verde così concepita punta molto più a conquistare facili consensi e clienti, che al cambiamento ed alla condivisione di intenti.

E soprattutto: che se veramente esiste trasparenza, è possibile ideare tariffe veramente pulite ed a gioco positivo per tutti gli attori coinvolti: noi, le società di vendita e soprattutto le future generazioni.

Avanti con le tariffe verdi allora! Ma che siano verdi fino in fondo!

Perché in vita mia non ho mai sentito dire che fomentare sia sinonimo di sensibilizzare, che inveire sia sinonimo di informare, che vendere sia sinonimo di crescere insieme.


[1] In realtà il cip6 è già stato sostituito dal meccanismo dei certificati verdi, realtà più complessa e che non tratterò in questa dissertazione, ma sempre di incentivazione si tratta.

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