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Scritto da nel Numero 4 - 16 Ottobre 2006, Politica | 0 commenti

Scenari politici futuri

Eccoci qua, dopo undici anni il centro-sinistra italiano è ancora impegnato a parlare delle stesse cose. L'obiettivo è cercare di creare un partito plurale in grado di raccogliere una percentuale di voti rilevante e fare da zoccolo duro alla politica della maggioranza di Governo. Fu nel 1995 che Beniamino Andreatta e Romano Prodi, con l'indispensabile apporto dell'allora Segretario del PDS Massimo D'Alema, cominciarono a ripensare alla scena politica italiana che si era appena arricchita di due nuove realtà ammesse ufficialmente nella “politica dei grandi”: Pds a sinistra e An a destra.

Il giochino era semplice: bisognava creare una grande forza di centrosinstra in grado di controbilanciare il centrodestra al governo dall'anno precedente (An compresa).

Da allora stiamo assistendo al tentativo di portare a compimento questo processo e oggi registriamo un'accelerazione imposta da uno dei suoi ideatori, attualmente non a caso Presidente del Consiglio. Ovviamente nel panorama politico italiano – poco avvezzo ai cambi radicali – quest'accelerazione ha causato problemi un po' in tutte le famiglie interessate alla nascita del soggetto politico sopra menzionato. Da un lato alcuni appartenenti all'ex Partito Popolare e dall'altro nostalgici del socialismo hanno dichiarato di non approvare, o meglio di non voler contribuire/partecipare, alla nascita di una forza politica che non tenesse opportunamente in considerazione il patrimonio di ideali che loro difendono e portano in dote.

Altri movimenti avvenuti in questi giorni sulla scena politica (Follini che abbandona l'UDC e il continuo incancrenirsi dei rapporti tra SDI e Radicali nella RnP) fanno pensare che l'obiettivo dei più sia la creazione di una forza di centro tra fuoriusciti dell'UDC, Udeur ed ex-Popolari, e una forza di sinistra-centro composta da SDI, DS e Prodiani oltre al probabile apporto del Nuovo PSI.

Personalmente penso che questo sarebbe un esito nefasto per il Centrosinistra e per la politica nazionale in generale. Non ritengo infatti un grande risultato una semplice ricomposizione della diaspora della sinistra dopo cinquant'anni per il fatto che non la considero sufficiente per raggiungere gli obiettivi prefissati: creare anche in Italia una grande forza riformista in grado di tenere saldamente in mano il timone delle riforme e dell'innovazione del sistema politico ed amministrativo, le questioni vitali per il futuro del nostro Paese.

Dobbiamo inoltre registrare il tentativo di piegare alle nostre esigenze tutto il contesto politico europeo, arrivando a prefigurare la creazione di una realtà politica esterna al PPE ed al PSE in grado di accogliere la nuova realtà nata in Italia: come se la Terra potesse girare dall'altra parte secondo i desideri di Marini ed Angius!

Naturalmente i movimenti interni al Centrosinistra, seppur lenti, comportano cambi di scenario anche all'interno del Centrodestra, oggi all'Opposizione. E' della settimana scorsa la notizia che riporta la vittoria di Gianfranco Fini all'interno di Allenanza Nazionale: vittoria ottenuta riuscendo a catalizzare l'appoggio di tutto il partito – Storace escluso – nel prefigurare una futura adesione di An al Partito Popolare Europeo (“unica forza politica alternativa al PSE”), aggiungendo così un tassello al prossimo partito unico di Centrodestra costituito da Fi, An ed UDC. Forse si tratterà di fantapolitica, ma se questo dovesse avvenire alle prossime elezioni si potrebbe prefigurare uno scenario inquietante: a destra un grande partito di moderati alleati con la Lega e qualche cespuglio, un partito di centro ed a sinistra una forza di sinistra-centro alleata con Rifondazione e qualche cespuglio. A grandi linee quello che successe nel 1994 e tutti sappiamo come andò.

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