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Scritto da nel Economia e Politica, Numero 4 - 16 Ottobre 2006 | 0 commenti

Vizi privati pubbliche virtù: droga e politica

Eccolo il Bel Paese, e se qualcuno ancora si stupisce si vede che non ha mai letto Il Mondo nel Pallone (e per rimediare potrà seguirne la pubblicazione a puntate su questa rivista).

Ben vestito, ben curato, con una parlata sciolta e fluida (certo che per favore, cortesemente, mi prematura un caffè dotto', con lo scappellamento mattutino, sa ieri sera, come vanno queste cose) si presenta davanti al popolo ed alla Nazione nelle aule parlamentari. Si indigna (quella inaccettabbile sbiriguda, santi numi) e poi va a pranzo, riposino aperitivo e cena.

In questi giorni la televisione dell'imprenditore anti-politico con il pallino della politica (come ricorda l'arguto Tremonti all'inviato delle Iene, spiegandogli che lui è già in contatto con i vertici), ha conquistato lo scoop.

Con un metodo vigliacco – ed il fatto che sia un'infame violazione della privacy è dimostrato dall'uso che la Polizia ne fa sulle strade, ritirando patenti e centinaia di migliaia di euro – hanno scoperto che i parlamentari, udite udite, si drogano. Consumano derivati della cannabis e cocaina. Niente di strano, sia chiaro. Rappresentano un popolo che affolla le farmacie perché ha mal di testa, dopo aver trascorso tutta la giornata casalinga con la televisione accesa che starnazza, che si indigna di fronte alla nuova Finanziaria (la finanziaria, quella che si pagano le rate per l'auto?) e si commuove di fronte al bambino denutrito prima di rilassarsi un po' con un quiz sul gossip.

Dunque la sera del parlamentare, Roma che bella Roma, si va alla festa, si tira tardi e si sniffa un po' di cocaina per tenersi su: è dura la vita dei parlamentari, già che ne sapete voi che andate in fabbrica e in ufficio?

Quindi per voi, cari italiani, non rimane niente, niente droga, niente patente, solo multe e visite e controlli. Non ce lo meritiamo, carissimi.

Per chi non mostra le pubbliche virtù, i vizi privati non sono ammessi se non a carissimo prezzo (ovvero solo per chi appartiene alla vip society). Questa è la coerenza del nostro sistema, questo il patto sociale alla base della rappresentanza.

Che dite, siamo d'accordo? Chissà, forse no, ma non abbiamo certo tempo per seguire la politica. Anche per molti di noi la vita è dura.

Quando quel tunisino ci viene a vendere le rose e dobbiamo allontanarlo, quando quel bidone della spazzatura strabocca, quando quel parcheggio non si trova abbiamo proprio bisogno di un bel tranquillante. Per dormire bene che domani si lavora.

La morale di questo sistema è molto semplice: lo scopo del gioco è fare il legislatore, per essere legibus soluti e non dover rendere conto a nessuno tranne che a se stessi.

Per cortesia, non critichiamo la Costituzione che tutela i rappresentanti del popolo. Non scarichiamo sui padri le colpe che ricadono sui figli. Un sistema politico per essere solido e duraturo richiede in qualche snodo un certo irrigidimento a tutela di se stesso ed il fatto che sia il popolo a decidere a vantaggio di chi è il punto caratteristico di una democrazia. I contenuti – gli eletti, coloro i quali ci rappresentano e solo in virtù di ciò sono particolarmente garantiti – ce li mettiamo noi.

Ma noi pensiamo forse che i politici siano tutti uguali? Ma com'è che ne siamo davvero convinti? Già, ne siamo proprio sicuri perché anche noi siamo così. Infarciti di farmaci e rimbombati, raccomandati e sudditi, ci svegliamo solo quando tocca a noi essere giudicati.

E' chiaro che se tutti fossero uguali e noi soli diversi, allora avanti, signore e signori, se ci candidassimo alle elezioni il Paese ci sorriderebbe. Sorge il dubbio che alle elezioni vinca chi è più uguale degli altri (come i maiali di orwelliana memoria) e che la nostra croce sulla scheda non sia niente più che un atto di fede domenicale come altri. Quasi un hobby. Oppure no, forse davvero sarà questa una buona occasione per modificare la legge repressiva sulle droghe, l'occasione per riportare coerenza e responsabilità (almeno di se stessi) ai vertici della Repubblica.

Non ci illudiamo. D'altra parte, in Italia si vive bene così. E se lo stress e la frustrazione non ci lasciano dormire prediamoci un buon tranquillante, ed il programma delle Iene ci coricherà sul guanciale con un sorriso beffardo dipinto sul volto.

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