Pages Menu
RssFacebook
Categories Menu

Scritto da nel Numero 8 - 16 Dicembre 2006, Politica | 0 commenti

Hashish for Peace

Parliamo di una conferenza dove si sono incontrati personaggi a prima vista strampalati, a Gerusalemme. Città Santa, simultaneamente luogo di culto e preghiera e di guerra permanente e di morti ammazzati, che pare condannata a vivere un'esistenza eternamente precaria.

Siamo abituati a trovare sui giornali e alla tv le scene dei rottami metallici degli autobus esplosi per l'esplosione di un kamikaze, a leggere sui volti dei bambini palestinesi l'odio e la rabbia per chi gli ha strappato l'infanzia con le esplosioni e i razzi. Sembra quasi che nella culla delle religioni monoteiste la vita si sia avvitata in una spirale di odio e violenza che ci attanaglia nell'intimo, ci strizza l'anima e ce la fa porgere sull'altare di Dio. Il Dio, unico e onnipotente, tradotto in lingue diverse.

Chi non si arrende, perché vuole vivere in Pace, le pensa proprio tutte. Sentite questa.

Il 25 Ottobre scorso (ma lo avrete già letto sulle prime pagine ed ascoltato nei titoli dei telegiornali, no?) a Gerusalemme gli strampalati personaggi che si sono incontrati hanno esposto le loro altrettanto strampalate idee. Si vede che non ne hanno più voglia del circolo vizioso che tutti i giorni li costringe alla paura e alla sofferenza, per via delle colpe dei padri che ricadono sui figli solo per il fatto che quelle dei nonni erano già piombate loro sulle spalle. Talvolta questi personaggi ritengono preferibile lasciare il presidio dello spazio e fuggire in un mondo di pace e fratellanza. Già, gli organizzatori del convegno “The joint Conference – on peace and drugs policy” (il partito Alè Yarok si fumano le canne.

In effetti, se l'uomo non è in grado di farsi carico delle responsabilità che essere portatori della Verità comporta, allora è meglio lasciar perdere con la religione. E' meglio ricominciare da capo, evitando di partire dalla Verità si può cominciare dalla Necessità. Ha forse senso una filosofia senza vita? Una filosofia che per salvare l'uomo lo ammazza? Una religione che ti spedisce a suon di bombe e cannoni a vedere com'è bello l'aldilà?

Legalizzare i bisogni primari del popolo: gli antichi romani dicevano panem et circenses. E se provassimo a tradurre panem con diritti civili e circenses con libertà?

Riportare alla luce ciò che da sempre popola i sogni della notte, le fantasie più intime: il gusto delle pulsioni sessuali di soddisfarsi, il brivido di partecipare alla casualità dell'evento. Rendere ad ognuno il diritto di esistere in sé e per sé, per il gusto di vivere i propri gusti sessuali (omosessuali ed eterosessuali) e di migliorare serenamente la propria condizione umana, qui ed ora. Hic et nunc. Compatibilmente con un insieme democratico di leggi, si intende.

Alè Yarok – all'interno di un complessivo programma liberale e libertario – sostiene che la legalizzazione delle droghe leggere in Israele sarebbe prima di tutto un duro colpo per chi traffica stupefacenti per finanziarsi (come gli Hezbollah libanesi) e che estese coltivazioni di cannabis risolleverebbero le condizioni degli agricoltori israeliani; inoltre il consumo di hashish e marijuana pare che abbia l'effetto di rendere le persone meno aggressive. Sarà vero?

Che direbbe l'economista? Semplicemente che i promotori di questa iniziativa avranno valutato che nella scelta tra fumare e non fumare il costo sociale di non fumare è troppo alto. Meglio correre il rischio di una certa apatia, un accresciuto appetito, un sorriso un po' ebete rispetto ad essere sicuri della bontà delle azioni militari dei nostri correligionari.

Se certi si è degli effetti nocivi del fumo sulla salute delle persone, altrettanto lo siamo degli effetti della guerra. Dunque se davvero fosse vera l'ipotesi di Alè Yarok? Purtroppo lo spirito scientifico degli elettori dell'unica democrazia del Medio Oriente non sembra così sviluppato da renderli interessati a questo genere di esperimento sociale, a ragione delle misere percentuali elettorali di questo partito.

L'opinione di chi scrive è che sia meglio cercare di combattere contro la guerra con le armi della propria fantasia piuttosto che combattere la guerra con le armi convenzionali. Meglio il Calumet della Pace rispetto all'Ascia di Guerra.

Con l'augurio che la risoluzione del complessi di Edipo delle nuove generazioni mandi in fumo una volta per tutte i fantasmi dei Padri, che immaginiamo si rivolteranno nella tomba pur di non restare in Pace.

Scrivi un commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>