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Scritto da nel Economia e Politica, Numero 9 - 16 Gennaio 2007 | 0 commenti

L'editoriale di auguri

Era un mese fa, ma è già storia.

L'Arengo ormai da qualche giorno aveva inaugurato i festeggiamenti per i rimpatri dei nostri amici viaggiatori. Appena abbassata la guardia per alzare i calici, deposta come avevamo la letterina per Babbo Natale (che si dice clicchi da casa sua, al Polo Nord, per leggerci).

Et Voilà. Sopra Bologna, insieme alle prime tracce dell'inverno, il Cielo si squarcia ed il gelo cala sulla città, sulla sua squadra di calcio, sulla sua gente.

Ai piedi delle Due Torri e della Basilica di San Luca era trepidante l'attesa per l'evento dell'anno: al Dall'Ara arrivava la Juve, proprio al momento giusto per farsi guardare da quella parte della Redazione che non molla il calcio e va allo stadio.

Particolare non secondario è che la partita, quest'anno, si gioca in serie B. Quest'anno la Juve ha pagato ed il Bologna deve incassare i crediti degli anni precedenti. Un Bologna verso il quale gli investimenti di patron Motor Show stanno riavvicinando la passione delle persone e dei bar, in mezzo ad una coltre di diffuso scetticismo e disaffezione per lo sport nazionale più popolare e seguito dopo i motori.

La partita vibra, le squadre corrono dopo che un affollato stadio aveva assistito e partecipato alla democratica protesta dei gruppi organizzati della curva Andrea Costa contro le storture, l'ipocrisia e l'arida avidità del calcio-business. Negli stessi giorni, per vari motivi, anche i giornalisti scioperavano e pure Fiorello aveva smesso di ridere per solidarietà.

Così quando Zalayeta alza il braccio e mantiene la palla nell'area piccola il Logos (chi??) lascia con disinvoltura spazio al soprannaturale. Incredibile, quella riga di porta: non se ne accorge nessuno ma quella traccia di gesso si sposta per accogliere in rete il gol. D'altronde non c'è bisogno della A maiuscola per essere avvocati e leggere che non è scritto in nessun comma del regolamento che la riga di porta non si possa muovere, che il Miracolo non possa succedere.

Che sia beato chi crede senza vedere, come chi credeva all'Italia unita quando non esisteva ancora, come chi ha ragione perché la Storia la scrivono i vincitori e se l'è conquistata sul campo ed è Campione del Mondo.

Ecco la funzione dell'arbitro che nessun sensore potrà mai sostituire: vedere quella riga muoversi è un attimo, un istante, un fischio. Neanche il guardalinee avrebbe potuto accorgersene. Dopodiché il film gira e l'esultanza è in bianco e nero, come la Tv di una volta.

Anzi prima, molti anni prima nasce la Juve: nel 1861. Non la Juve Calcio, ma quell'idea di Juventus traduzione della Gioventù di stirpe risorgimentale e nazionale, che dal Piemonte scese fino in fondo allo Stivale a farsi consegnare dal ribelle garibaldino le parole “Obbedisco”. Quella dinastia sabauda che allora fece l'Italia e che oggi si diletta con prostitute, stupefacenti e gol fantasma.

Perché non è vero che Moggi ruba (e poi ormai Moggi ha pagato, o no?), ma forse vero è che l'Italia ruba. E la Juve – avete capito, tutti quanti voi che vi riempite la bocca dicendo che 'La Juve ruba' – non fa altro che riconoscere quanto questa squadra rappresenti il nostro Paese. La Juve è l'Italia, l'ha conquistata con gli ozi dei ribelli e l'accondiscendenza dei potenti.

La Vecchia Signora, prego si accomodi. Sempre pronta ad abbassare lo sguardo, questa Italia.

Tranne quei maleducati, brutti, sporchi e cattivi, che si affollano a qualche decina di metri dietro le porte e le ricordano che è 'come la juve' e 'sa solo rubare' che, in un mondo spoglio da ideologie, viaggiano all'inseguimento dei propri colori in tutti gli stadi. Quelli che non chinano la testa per spifferare 'obbedisco', quelli che perderanno sempre e saranno fieri di ricominciare e ripartire.

Quelli che, in tutto questo Arengo che siamo noi, non mollano la Terra anche quando si squarcia il Cielo.

E che sia chiaro a tutti: questo Calcio non cambierà finchè non sarà il Paese ad essere cambiato. E non saranno, come in un film già visto, le sentenze a poterlo fare.

Questo il nostro augurio per il 2007.

Che il Miracolo avvenga di Domenica pomeriggio e mostri a tutti in diretta Tv che il Calcio è cambiato perché l'indomani lo sarà la Nazione intera.

Ve lo auguriamo e ce lo auguriamo, di tutto cuore.

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