Pages Menu
RssFacebook
Categories Menu

Scritto da nel Il Libro del Viaggiatore, Numero 10 - 1 Febbraio 2007 | 0 commenti

Pensare la pornografia – Tutti la consumano, nessuno sa cos'è

Recentemente, un'iniziativa dell'Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria volta a censurare uno spot tra i cui protagonisti figuravano volti noti del mondo della pornografia ha riportato nel nostro paese la questione in auge. Cos'è la pornografia? A che cosa può applicarsi l'aggettivo 'pornografico'? La pornografia è necessariamente oscena? Perché la pornografia continua a essere condannata anche nei paesi in cui viene consumata? A questi e ad altri quesiti vuole dare risposta il filosofo parigino Ruwen Ogien nel suo ultimo pamphlet Pensare la pornografia. Significativa la scelta del sottotitolo – Tutti la consumano, nessuno sa cos'è. Del resto, quale miglior inciso per un fenomeno che solo in Italia vanta qualcosa come 993 milioni di euro annui in termini di materiale venduto al pubblico? L'autore parte da un assunto autolegittimante, tanto sussurrato nella forma quanto efficace nella sostanza: “La pornografia pone ogni genere di problemi economici, sociologici o giuridici che in teoria non sono di competenza dei filosofi, ma pone anche alcuni problemi concettuali, epistemologici o morali che forse i filosofi potrebbero contribuire a chiarire”. E da qui Ogien prosegue, attraverso disamine puntuali e coinvolgenti, per smontare uno a uno i luoghi comuni più diffusi sulla pornografia. Soprattutto, alcuni paradossi: il fatto che la denuncia delle condizioni in cui si produce pornografia non sfocia mai nella rivendicazione di migliori condizioni di lavoro per chi è impegnato nel settore; il motivo per cui nei paesi democratici un minore di tredici anni è ritenuto abbastanza grande per andare in galera ma troppo piccolo per guardare film hardcore; le tesi che fanno sì che, ancora una volta nei paesi democratici, l'età della maturità sessuale e l'età in cui si è autorizzati a vedere film considerati “pornografici” non coincidono. In sostanza, Ogien ci suggerisce che sarebbe opportuno una volta in più non enfatizzare troppo il potere della pornografia, né nel bene né nel male. Pensare la pornografia, più che un appunto al massimalismo etico di stampo religioso, diventa così un'irresistibile critica al moralismo che dilaga, soprattutto in un paese come l'Italia che, ricordiamolo, rimane primatista mondiale in tre categorie: frequenza alla messa domenicale, crisi demografica, consumo del porno.

Ruwen Ogien – ISBN Edizioni – 2005 – pagg. 188

Scrivi un commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>