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Scritto da nel Letteratura e Filosofia, Numero 13 - 16 Marzo 2007 | 0 commenti

La nascita del Mito

L'8 Febbraio scorso a Zamora si spegneva la lunga e avventurosa esistenza di Alejandro Finisterre. Poeta, filosofo, imbianchino, editore, ballerino di tip tap, convinto oppositore ed esule durante il regime franchista, nonché antesignano dei dirottamenti aerei…Lo stratagemma che utilizzò, quando venne rapito in Guatemala da agenti spagnoli per essere rimpatriato, rasenta l'incredibile: durante il volo diretto a Madrid, dove verosimilmente avrebbe scontato la sua lunga opposizione al regime, avvolse la saponette della toilette con carta stagnola, e fingendosi armato costrinse il pilota a sbarcarlo a Panama.

Tuttavia il suo nome, che poi era Alejandro Campos Ramìrez, non passerà alla storia per le vicissitudini politiche, né per la sua filosofia, ma piuttosto per un'invenzione di cui l'illustre spagnolo non andava neanche particolarmente fiero: il moderno calciobalilla.

Ma per comprendere l'idea su cui prenderà forma il biliardino, facciamo un passo indietro e torniamo per un attimo nella Spagna degli anni Trenta, una terra difficile ed aspra, martoriata da una terribile guerra civile; la stessa restituitaci fedelmente dalle cronache di Hemingway.

In uno degli affollatissimi ospedali disseminati in terra spagnola, viene ricoverato un ragazzino di diciassette anni: si chiama Alejandro, è uno dei dieci figli di un umile ciabattino, ed è rimasto ferito per lo scoppio di una bomba. Costretto per diverso tempo in una corsia d'ospedale, il giovane Finisterre, a cui non mancavano creatività e altruismo, notò come a numerosi suoi coetanei erano stati amputati gli arti inferiori a causa delle ferite riportate.

Se il tennis, gioco che notoriamente necessita di ampi spazi, può essere riprodotto miniaturizzato in una stanza sotto forma di ping-pong, perché non si può utilizzare il medesimo procedimento per ridisegnare i confini del calcio, rendendolo in questo modo accessibile anche ai meno fortunati? Pensieri simili occuparono la mente del giovane appassionato di ping-pong, fino a quando, grazie al prezioso aiuto del carpentiere dell'ospedale, l'idea prese forma: piccoli giocatori di legno furono fissati su aste metalliche poste trasversalmente al rettangolo di gioco, alle cui estremità vennero praticate due fenditure. Era nato un mito. L'invenzione fu registrata a Barcellona nel 1937.

Tuttavia, le preziose carte con cui si attribuiva al giovane spagnolo la “paternità” del biliardino, si ridussero ad una poltiglia informe ed inutilizzabile, quando instauratosi il regime franchista, Finisterre attraversò clandestinamente i Pirenei sotto una pioggia torrenziale.

Con questo episodio si spense l'interesse del ragazzo, per quello che in seguito, pressato da incredibili traversie politiche, liquiderà come un balocco giovanile; tuttavia, i biografi raccontano che a distanza di anni, l'inventore, tornerà a prendere in mano le aste della sua “mirabile creatura”, per disputare un'avvincente partita col rivoluzionario per antonomasia, Ernesto Che Guevara…

Dopo una breve parentesi francese, Finisterre, saggiando gli orizzonti disegnati dalla dittatura liberticida del Caudillo, riparò in Messico. Qui, insieme a numerosi esuli che come lui, avevano abbandonato la Spagna dopo l'instaurazione del regime, ebbe modo di stringere un'inossidabile amicizia col poeta Leòn Felipe. Fu per dar voce a questo circolo di letterati in esilio, ed in particolare per rendere imperitura la poesia di Felipe, che Finisterre mise da parte gli archetipi della sua laurea in filosofia, e si rituffò con entusiasmo nell'arte d'arrangiarsi che l'aveva reso celebre, divenendo editore.

Tanti mestieri, un'ideologia politica improntata alla libertà, una mente brillante ed un altruismo che attraverso la creatività ebbe modo di manifestarsi nei più svariati ambiti; questi, sono i tratti salienti della personalità di Alejandro Campos Ramìrez.

Ma spesso la Storia è beffarda, e come una ragazza dispettosa si diverte a giocare ironicamente con la vita degli uomini, dei grandi come dei piccoli: nonostante Finisterre abbia avversato una delle più longeve dittature del '900, e nonostante abbia dato voce a delle grandi personalità in esilio, sono forse le spiagge, gli oratori, i centri sociali e le fumose tavernette, i luoghi in cui il suo capolavoro, come una statua imperitura, resisterà immobile a dispetto del tempo che continua a scorrere.

Chi segna regna, o chi perde paga, si giochi a futbolìn in Spagna, a biliardino in Italia, a langirt in Turchia, o a bordfodbold in Danimarca la filosofia resta la medesima: suo malgrado, i ragazzi di tutto il mondo non potranno dimenticare il Finisterre inventore, con buona pace per la politica e la letteratura…

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