Pages Menu
RssFacebook
Categories Menu

Scritto da nel Economia e Politica, Numero 15 - 16 Aprile 2007 | 0 commenti

La politica estera vaticana e l'Italia: alcune riflessioni

Ne siamo tutti consapevoli: l'Italia è uno stato laico ma con una forte impronta cattolica nella propria vita politica. E nel resto del mondo qual è il rapporto tra Stato e Religione? I casi sono tanti: si passa dalla laicità estrema di Francia e Turchia ai regimi teocratici di Vaticano, Iran e Pakistan, dall'atea Cina, a Norvegia, Finlandia, Regno Unito dove è riconosciuta una religione ufficiale di Stato. E poi una serie di Paesi costituzionalmente laici ma con una religione dominante ed influente, tra cui, appunto, l'Italia.

I problemi sorgono in presenza di ingerenze della religione in questioni che sono politiche. Nel caso del Vaticano il Papa è sia suprema guida religiosa sia Capo di Stato: come conciliare le due posizioni?

L'incontro annuale tra il Papa e il corpo diplomatico accreditato alla Santa Sede è il momento in cui il Pontefice, da capo di stato, delinea e illustra i punti più delicati e le sfide di politica internazionale del suo governo, esternando impegni e intenzioni. Nell'ultimo incontro tenutosi lo scorso 9 gennaio, Benedetto XVI ha ricordato ai rappresentati di tutti gli stati quali sono le priorità: la lotta alla povertà e fame nel mondo ma anche e soprattutto la difesa della vita e della famiglia. Che la famiglia venga considerata tema fondamentale di politica internazionale può sembrare strano, non lo è però per Ratzinger, ritenendola istituzione fondamentale che regge l'umanità, ormai minacciata in tutti i paesi del mondo da accordi e forme di convivenza deviate. Visto il mutare della società, le ingerenza da parte del Vaticano in questioni politiche di altri paesi sono sempre più frequenti: i DICO in Italia, i matrimoni gay in Spagna, le proposte di legge per legalizzare l'aborto in Portogallo, sono gli esempi a noi più vicini.

Ma la duplice funzione politico/religiosa dei Papi risulta essere sempre più un problema proprio a livello diplomatico; crisi, dispute internazionali e semplici tensioni tra Santa Sede e stati nel mondo sono ormai innumerevoli: Cina e Israele gli esempi più emblematici e, ovviamente, Italia.

E proprio in Italia il Concordato viene messo sempre più spesso in discussione da numerose forze politiche e sociali. Bisogna però ricordare che la Santa Sede è un paese straniero e, in quanto tale, i Patti sono un trattato internazionale, quindi di natura politica, che non può essere abolito per iniziativa popolare[1].

Il dibattito sulla laicità e più che mai acceso, ma quando uno Stato può definirsi effettivamente laico? O meglio: la laicità scaturisce da costituzioni, ordinamenti e trattati tra paesi o dalla cultura e senso di responsabilità di un popolo? Gli Stati Uniti sono laici con una nettissima separazione tra stato e religione, eppure varie organizzazioni di integralisti cristiani rappresentano un'influente lobby sull'attuale amministrazione (alcune iniziative politiche vengono agevolate addirittura dalla benedizione di Dio, per esempio la campagna militare in Iraq). Nel Regno Unito la Regina guida allo stesso tempo lo Stato e la Chiesa Anglicana, eppure ricerche ed esperimenti su cellule staminali e clonazione sono ad uno stadio avanzato pur essendovi evidenti attriti con temi etici e di moralità religiosa.

In Italia sarebbe quindi così necessario (ed efficace) cancellare i Patti Lateranensi al fine di tagliare il cordone ombelicale che lega il Vaticano alla politica nostrana?


[1] Articolo 80 della Costituzione della Repubblica Italiana.

Scrivi un commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>