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Scritto da nel Internazionale, Numero 17 - 16 Maggio 2007 | 0 commenti

Sarko Vs. Sègolene

La Francia volge verso l'alba della Quinta Repubblica, al termine di una campagna elettorale appassionante, Nicolas Sarkozy con il 53,8% dei voti è il nuovo inquilino dell'Eliseo.

I Francesi si sono riversati in massa nei seggi elettorali: ha votato quasi l'85% degli aventi diritto, una cifra mai raggiunta dal 1974. La passione della campagna elettorale ha favorito i candidati tradizionali e ha penalizzato la sinistra radicale e il già citato Le Pen.

“Insieme tutto diventa possibile”: è questo lo slogan della campagna elettorale di Nicolas Sarkozy.

L'ex ministro dell'Interno interpreta al meglio la nuova fase della politica post-moderna: ha sostituito la sua personalità alla politica intermediata dalle ideologie e dai partiti. Nelle elezioni politiche del passato erano gli schieramenti che prevalevano sui candidati indicando un preciso modello di società, ora sono i candidati che “pesano” più dei programmi. Nei suoi discorsi non mancano riferimenti ai classici del socialismo quali Juarès e Blum nonché a François Mitterand.

Ségolène Royal ha fatto suo lo slogan:”Il mio progetto siete voi”: secondo lo scrittore Max Lambom la Royal “esprime la voglia di destra della sinistra”. Ha sempre evitato durante i suoi discorsi di chiamare l'uditorio “cari compagni”, basandosi sul principio che il presidente è al di sopra delle parti e non si è mai appellata esclusivamente all'elettorato di sinistra.

Entrambi, Sarko e Sègo, non hanno presentato una società migliore ma di migliorare la società che c'è. Tutti e due hanno usato un linguaggio comune, diretto, in qualche modo semplificato privo di tecnicismi che hanno come unico effetto quello di distogliere l'attenzione dell'uditore.

L'eroina socialista è figlia di un militare, con un'educazione fortemente improntata alla disciplina, nulla a che vedere con Rosa Luxemburg o Indira Gandhi né con Angela Merkel.

Nella prima tornata elettorale ha stabilito un record ottenendo più voti di quelli presi da Mitterand nelle elezioni del 1981, un risultato non da poco per una candidata invisa all'interno del suo stesso partito il quale, ora, vorrebbe sbarazzarsi di Ségolene nonostante il trionfo nelle primarie di primavera. Inoltre la Royal ha tentato di realizzare una sorta di rivoluzione culturale, il passaggio dal socialismo alla socialdemocrazia cercando, inutilmente, l'intesa con il centrista Bayrou.

Oggi, all'apice della popolarità, cerca di respingere gli attacchi dei dinosauri del Partito Socialista per rimanere al comando di una formazione che nel giugno prossimo affronterà le elezioni legislative. Tornando a Sarkozy si può tranquillamente affermare che la sua vittoria è il simbolo di un grosso cambiamento culturale. Figlio di immigrati, suo nonno era ebreo, e per di più ebreo ungherese, laureatosi in giurisprudenza, Sarko è la prova vivente della funzionalità di quel modello francese di integrazione sociale, tanto caro all'ormai ex Presidente Chirac, che tuttavia ha mostrato la sua non perfezione proprio quando Sarkozy era ministro dell'Interno e dovette affrontare, a malo modo, le rivolte delle banlieu.

Durante la campagna elettorale ha criticato duramente l'operato del governo Chirac, di cui lui era uno dei membri di spicco, senza tuttavia intaccare la sua popolarità e questo proprio grazie al suo appeal. Infatti è a tutti noto la freddezza del rapporto con il compagno di governo e primo ministro De Villepin. Inoltre a molti sono “sfuggiti” i viaggi a Washington del neo-presidente durante i quali non ha perso occasione di criticare la politica anti-americana di Chirac.

Probabilmente se Sarkozy fosse stato eletto al posto di Chirac oggi ci sarebbero anche truppe francesi in Iraq. Nicolas Sarkozy concentra nelle sue mani la maggioranza al Senato, la presidenza del Consiglio costituzionale, il Consiglio superiore della Magistratura e il Consiglio superiore del settore audiovisivo. Inoltre è amico di tutti i grandi industriali che detengono la proprietà della gran parte dei media. Il trio sarkozysta è formato da Arnaud Lagardère, François Pinault e Bernard Arnault, i tre uomini più potenti di Francia. Tuttavia ha rafforzato il ruolo del Parlamento e ha deciso di dare all'opposizione la presidenza delle commissioni delle finanze e degli affari esteri. All'indomani della vittoria, Sarkozy ha affermato che la Francia finalmente torna in Europa, brucia ancora la netta bocciatura del referendum sulla costituzione europea, Prodi si è complimentato con il vincitore definendolo un amico, Berlusconi invece afferma che la destra ha vinto perché egli stesso ha rappresentato un modello vincente per il neo-presidente…. ed infine Gorge W.Bush spera di aver trovato un nuovo alleato in Europa, staremo a vedere….bonne chance Sarko!

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