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Scritto da nel Energia e Ambiente, Numero 19 - 16 Giugno 2007 | 0 commenti

Energy Manager

Sono 545 gli energy manager nominati nel 2006 nelle quattro regioni del Centro-Nord, di cui 456 operano nelle strutture principali delle aziende che hanno ottemperato all'obbligo di legge di nominare un energy manager e 89 nelle altre strutture delle stesse aziende dislocate sul territorio. Dal 1991, infatti, la legge n. 10 – pubblicata sulla G.U. il 16 gennaio dello stesso anno – prescrive ai soggetti pubblici e privati con consumi energetici in fonti primarie superiori a 10.000 tonnellate equivalenti di petrolio (tep) per il settore industriale e a 1.000 tep per quello terziario e della pubblica amministrazione di dotarsi di un energy manager che ha il compito di promuovere un uso efficiente dell'energia nella propria struttura, riducendone i consumi e i costi di approvvigionamento. In Emilia-Romagna sono 309 gli energy manager nominati dai 253 soggetti obbligati dalla legge; in Toscana 121 soggetti hanno nominato 137 energy manager; nelle Marche solo 5 soggetti hanno più di un energy manager che complessivamente ammontano a 50; e infine in Umbria ci sono 49 energy manager nominati da 37 soggetti. In tutto il Centro-Nord il 58% degli energy manager opera in strutture non legate ad attività produttive, mentre lo stesso dato supera in Italia la quota del 60%.

In pratica la legge richiede ai soggetti grandi consumatori di energia di nominare un tecnico responsabile per l'uso razionale dell'energia che deve redigere annualmente un bilancio energetico aziendale, comunicare alla Federazione Italiana per l'uso Razionale dell'Energia (FIRE) l'andamento dei propri consumi nell'anno di riferimento, individuare gli interventi per razionalizzare e risparmiare energia. L'incarico può essere svolto sia da un dipendente che da un consulente esterno; la nomina deve essere effettuata entro il 30 di aprile di ogni anno e ha una durata annuale oltre la quale deve essere reiterata anche nel caso non ci siano variazioni nell'incarico.

Negli ultimi anni il ruolo dell'energy manager sta mutando. I fenomeni delle liberalizzazioni dei mercati elettrico e gas, della nascita di strumenti finanziari applicati all'energia, dello sviluppo dell'era dell'informazione hanno da un lato confuso le competenze operative legate a questa figura professionale e dall'altro creato la necessità di evoluzione di questo ruolo attraverso il supporto della formazione continua. «Se il settore industriale ha affrontato sin dalle prime fasi della liberalizzazione il problema di come ridurre i costi per l'approvvigionamento energetico, il settore terziario e quello pubblico ancora oggi non hanno acquisito sufficiente consapevolezza di quanto il tema dell'energy management sia una funzione strategica che impatta direttamente sulle performance aziendali», è quanto sostiene Angelo Era, amministratore delegato di Business Integration Partners, società di consulenza leader nel settore Energy e Communication in Italia, Spagna e Portogallo che ha accompagnato Hera verso l'ottimizzazione della gestione del portafoglio di approvvigionamento in funzione della domanda dei clienti e dei rischi correlati. «L'obiettivo futuro – suggerisce lo stesso Era – è quello di costruire un consorzio delle pmi per aggregare la domanda di energia, accedere a prezzi di approvvigionamento più competitivi, favorire la condivisione di progetti di efficienza energetica mirati alle tecnologie produttive della filiera e facilitare l'accesso alle forme di finanziamento pubblico disponibili».

Energy manager principali

Energy manager locali

Energy manager totali

Soggetti che hanno nominato un energy manager

Attività produttive

Altre attività

253

56

309

Emilia-Romagna

253

120

133

45

5

50

Marche

45

14

31

121

16

137

Toscana

121

41

80

37

12

49

Umbria

37

14

23

456

89

545

Centro-Nord

456

189

267

2062

541

2603

Italia

2062

823

1239

Fonte: Federazione Italiana per l'uso Razionale dell'Energia (FIRE), 2006

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