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Scritto da nel Numero 19 - 16 Giugno 2007, Tempo e spazio liberi | 0 commenti

L'Allarmismo

Avrei proprio voluto averne uno tra le mani, oggi pomeriggio.

Mentre mi trovavo in coda in autostrada, nel bel mezzo di un nubifragio. Mentre la via Emilia ristagnava come le pozze che dai lati hanno sempre più coraggiosamente invaso la strada.

Di chi parlo? Degli ALLARMISTI.

E non mi riferisco a coloro che onestamente installano allarmi, questi allarmi che mi hanno distrutto il sistema nervoso suonando e urlando nel parcheggio di casa mia per anni ogni volta che una rumorosa carretta del cielo accarezza la mia rossa chioma.

Mi riferisco a questa categoria di persone che in tutta risposta al precariato, agli stipendi che si vedono doppiare dall’inflazione nemmeno fossero dei ciclisti sullo Zoncolan rispetto alla Ducati, al fatto che al mondo d’oggi il lavoro bisogna inventarselo hanno deciso di lanciare allarmi.

Erano giusto poche settimane addietro che il mondo doveva morire di sete, che l’Italia sarebbe dovuta diventare un deserto nel giro di un’estate e la Norvegia non più una fredda terra ma la nuova terra promessa delle viti.

Io, da bravo quaion, stavo già preparando un’immensa scorta d’acqua per l’arrivo dell’era di Mad Max, aggirandomi per l’Ipercoop sogghignando tra me e me all’idea “vi frego tutti…ih ih ih” e allo stesso tempo furtivamente, perché va bene che anche Mario Soldati ne ammetteva l’utilizzo (“quando il mio corpo ha sete bevo acqua…), ma ho pur sempre una reputazione da cantiniere da difendere (…ma quando la mia anima ha sete bevo vino”).

E oggi? Come ieri, come domenica, come venerdì, come da tre settimane a questa parte fatta eccezione sabato, giornata della Par Tot Parata (ma allora esisti veramente?! Io l’ho sempre saputo, Bacco), piovono secchiate d’acqua.

Ditelo a quelli di Comacchio che c’è l’emergenza idrica. Ieri mentre parlavo con Ghibo Cavalieri ero molto sorpreso di come il livello dell’acqua fosse molto vicino al livello della strada, sorpreso e non allarmato forse grazie ad un bicchiere di (finalmente) Fortana; sembra di bere il mare.

Ma gli allarmisti non si fanno trovare impreparati: quando sono messi alle corde, in crisi evidente per la loro evidente stupidità, ecco che danno il cambio al loro compagno che aspettava fuori dal ring e con la freschezza di chi era rimasto nell’ombra e la gioia di provocare infarti, attacchi di bile e scoppi di prostate urlare (Nooo, ti prego. Non dirlo) “EMERGENZA ALLAGAMENTI”.
E questo solo per fare un esempio: tutte le mattine mentre vado al lavoro e tutte le sere mentre torno dal medesimo decine, ma che dico, centinaia, ma che dico, MIGLIAIA di allarmismi.

La foresta amazzonica sta scomparendo, ed io mi sento già mancare il fiato. Ma di chi è la colpa? Dei Cinesi, che hanno iniziato a leggere (maledetti, non potevate rimanere ignoranti). Si ma se i Cinesi non studiano non ci sono abbastanza ingegneri (vi volete muovere a dare questi esami?!). Ma gli ingegneri Italiani, nessuno pensa agli ingegneri Italiani soppiantati da ingegneri che costano la metà?

Eh già, perché la squadra vincente degli allarmisti riesce a ricavare da un unico allarme un autentico filone d’oro, grazie alla tecnica della sovrapposizione delle voci, creando quello che a orecchie meno esperte può sembrare un’unica continua sirena.

Ma a me no, io sono abituato agli allarmi…

I pinguini in segno di protesta per il riscaldamento della terra stanno per invadere il Sud Africa, la guerra fredda è finita provocando squilibri, la guerra fredda sta per rincominciare, il buco dell’ozono è diventato uno dei tanti buchi di uno schiaccia patate, non c’è più ossigeno, gli animali stanno scomparendo dalla faccia della terra – si ma non le zanzare…

Va bene, ho capito: ci troviamo su una bomba ad orologeria, non c’è più scampo anche perché io posso fare tutta la raccolta differenziata che voglio ma finché ci sarà un cowboy con la W e i Cinesi si ostineranno a studiare sarà tutto inutile.

Quindi, per favore, lasciatemi saltare per aria in pace.

Anche perché vi ricordo, se vi incontro per strada, che il mio sistema nervoso…

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