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Scritto da nel Economia e Mercati, Numero 21 - 16 Luglio 2007 | 0 commenti

Il Signoraggio

Il piccolo mondo del web porta i naviganti ad incontrarsi e recentemente L'Arengo si è imbattuto nell'argomento del 'signoraggio'. Incuriositi ci siamo addentrati nella questione, cercando di capire di che cosa si stesse trattando.

Il signoraggio riguarda il diritto di emettere moneta avente corso legale: nel Medioevo erano i signori feudali a farlo (da cui il termine ancora oggi in uso), mentre adesso tale prerogativa è in capo alle Banche centrali. In Europa la titolarità del diritto è oggi accentrata nella Banca Centrale Europea, mentre quando ogni Stato era sovrano della propria politica monetaria in Italia era la Banca d'Italia a battere la Lira.

Proviamo a riassumere per sommi capi che succede, in un sistema economico dove la Banca Centrale emette moneta.

Innanzitutto occorre capire chi può chiedere moneta alla Banca, cioè se ogni cittadino ha possibilità di indebitarsi direttamente presso l'Istituzione centrale (cosa che non succede) ovvero se tale rapporto è intermediato dalle banche, come nella realtà accade.

All'anno zero di un sistema economico ci sono tanti beni reali prodotti e le persone che li possiedono possono scambiarseli: siamo nel mondo del baratto. Nel momento in cui essi desiderano detenere moneta, invece, stabiliscono che un soggetto abbia titolarità di stampare il valore che li rappresenta: occorre che siano ben regolati i meccanismi di gestione di quella carta (che di per sé appunto sarebbe solo carta senza alcuna importanza) che va ad assumere un ruolo centrale nelle transazioni tra individui.

La Banca, come ogni altro soggetto economico, deve essere remunerata per il proprio lavoro ed in questo caso la remunerazione prende la forma degli interessi.

Il problema che sorge in merito agli interessi riguarda dubbi di carattere morale e religioso, oltre che economici e politici: secondo la religione musulmana, per esempio, è vietato che il semplice uso di denaro possa generare ricchezza, pur ritenendo legittima la remunerazione del lavoro presso le istituzioni bancarie che non sono vietate. Il sistema economico capitalista però si fonda proprio sulla remunerazione del denaro nel tempo: è proprio il fatto di dover restituire i soldi più gli interessi il motore della convenienza secondo la quale chi prende a prestito è incentivato ad incrementare la propria ricchezza più del tasso ovvero di rinunciare ad intraprendere qualora le attività in programma non fossero redditizie. Rappresenta inoltre un importante base di calcolo del valore reciproco tra le monete in un sistema finanziario globale come quello di oggi. Il capitalismo prevede proprio che chi ha denaro, che di per sé ha valore, venga remunerato se lo presta.

Giusto o sbagliato che sia, e del tutto giusto ed equo di certo non lo è, pare che un'alternativa migliore non si trovi.

Torniamo alle nostre Banche Centrali. La Banca emette moneta e riceve in cambio una promessa di pagamento da parte di chi riceve il denaro e così per entrambi la transazione è in equilibrio patrimoniale: per la BC all'attivo c'è l'obbligazione, al passivo la moneta. Una volta la banca doveva detenere una quantità di oro del medesimo valore, ma capiamo bene che l'oro di per sé valore di consumo non ne ha e pertanto il fatto che oggi non sia più previsto il Sistema Aureo non deve preoccuparci: il valore di quella moneta è quello che avrà nel trasformarsi in 'beni che soddisfano bisogni' utilizzando una terminologia aziendalistica.

La Banca a sua volta presterà questi soldi e dovrà detenerne una parte liquida o facilmente liquidabile, la cosiddetta riserva frazionaria, in modo da evitare ovvero ridurre il rischio, capitato durante le famigerate 'corse agli sportelli' quando il sistema finanziario non era ancora del tutto maturo, che le persone desiderino trasformare in moneta i propri diritti di obbligazionisti e le banche non abbiano sufficiente moneta di carta o di conio per soddisfare i propri clienti. Capiamo bene, altresì, che in un sistema finanziario efficiente non c'è alcun bisogno di liquidare alcunché: i crediti compensano i debiti e la BC ne garantisce il valore impegnandosi a non svalutare (troppo) la moneta con politiche inflazionistiche. La riserva frazionaria, pertanto, è semplicemente un limite alla creazione di crediti e debiti ed una forma di controllo della stabilità del sistema. D'altronde che senso ha chiedere la moneta fisica quando essa valore fisico non ne ha?

Dunque rimane una domanda: quali sono gli utili della banca centrale? che se ne fa la BC dei suoi utili? All'attivo ha le obbligazioni e al passivo la moneta e il guadagno sta nel fatto che le banche devono restituire una quota di moneta pari agli interessi: ecco che tale importo, depurato delle spese di gestione, porta all'utile da distribuire agli azionisti. E chi sono gli azionisti della Banca Centrale? Una volta lo erano i signori feudali, oggi della BCE lo sono le Banche Nazionali a loro volta partecipate dai Governi e dalle altre Banche. Non è del tutto, anzi probabilmente non lo è affatto, chiaro e trasparente tale meccanismo di redistribuzione che coinvolge soggetti privati (come le banche una volta statali ed oggi privatizzate che partecipano alla Banca d'Italia, per esempio) ma il fatto che la distribuzione degli utili della BC sia normata dalla legge consente ad ogni cittadino interessato di addentrarsi nei meandri dei diritti sovrani che la democrazia consegna ad Istituzioni e poteri che trovano legittimazione nella legge e non nell'usurpazione feudale da parte di un signorotto.

http://www.ecb.int/ecb/orga/capital/html/index.en.html

http://it.wikipedia.org/wiki/Signoraggio

http://it.wikipedia.org/wiki/Banca_d'Italia

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