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Scritto da nel Bologna, Numero 21 - 16 Luglio 2007 | 0 commenti

Più ricchi ma meno felici?

Alcune recenti indagini sulla qualità della vita delle città italiane nel 2005 hanno mostrato un miglioramento degli indicatori della ricchezza materiale a Bologna e, nello stesso tempo, un peggioramento di altri indicatori di benessere. Si vive o no meglio a Bologna?

Nella graduatoria finale delle 103 province italiane, la ricerca de “Il Sole 24 Ore” pubblicata il 18 dicembre 2006 assegna a Bologna il 5° posto per la vivibilità, mentre lo scorso anno occupava il 7° posto. Ha contribuito a questo risultato positivo il miglioramento dell'indicatore del tenore di vita, dove Bologna è risultata al 3° posto dal quinto dello scorso anno. I parametri utilizzati per stabilire il giudizio sul tenore di vita sono stati, però, meramente quantitativi: il prodotto interno lordo per abitante, i depositi bancari per abitante, l'importo mensile delle pensioni, i premi assicurativi del ramo vita per abitante, i consumi per abitante e il prezzo della casa al metro quadrato. Tuttavia, il concetto più immediato di tenore di vita, comunemente accolto con apparente naturalezza da tutti i cittadini, è difficile da definire sul piano quantitativo poiché si compone di elementi materiali e immateriali, di aspetti oggettivi e soggettivi, di dimensioni individuali e collettive, di momenti cognitivi ed emotivi. All'interno del concetto di tenore di vita coesistono un intreccio indistinto di visioni divergenti e alternative di modi di considerare la qualità della vita. Ad esempio, si potrebbe essere agiati, vivere di opulenza e consumismo, senza stare bene ed essere felici. La stessa ricerca mostra, infatti, la città di Bologna nel fanalino di coda per quanto riguarda l'indicatore sull'ordine pubblico che considera tutti i reati denunciati dalla popolazione, dalle rapine ai furti in casa, dagli scippi e borseggi ai furti d'auto, ecc. Inoltre, peggiora a Bologna la pagella ecologica (dal 18° al 22° posto) dove a regnare sono le province autonome del Trentino Alto Adige.

Anche la ricerca sulla qualità della vita delle province italiane condotta da “ItaliaOggi” e pubblicata il 31 dicembre 2006 aggiudica a Bologna il 6° posto, recuperando ben 21 posizioni rispetto allo scorso anno. Nella dimensione della criminalità la situazione è stabile rispetto ai dati dello scorso anno: Bologna risulta al 102° posto seguita da un altra città dell'Emilia Romagna, Rimini.

Indicazioni sulle condizioni reddituali delle famiglie arrivano invece dall'indagine campionaria “Reddito e condizioni di vita” riferita al 2005 e pubblicata dall'Istat lo scorso 28 dicembre 2006. I risultati più importanti sono quelli che si riferiscono all'incremento della disuguaglianza dei redditi familiari, in particolare per l'Emilia-Romagna dove l'indice di concentrazione di Gini (da 0 a 1), che misura il grado di disuguaglianza della distribuzione del reddito, risulta essere uno dei più alti e pari a 0,302. Inoltre, in questa regione il 20% della popolazione più povera percepisce solo l'8,7% del reddito totale e l'altro 20% più ricco percepisce il 28,9% del reddito totale. Il divario fra ricchi e poveri, almeno nell'accezione quantitativa o materiale, è aumentato in Emilia-Romagna, ma è opportuno tenere presente che una «misurazione della diseguaglianza che si basa solo sulla distribuzione dei redditi non rende giustizia all'importanza della libertà come elemento costitutivo di una buona società» (Amartya Sen, filosofo ed economista indiano, Premio Nobel per l'Economia nel 1998).

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