Pages Menu
RssFacebook
Categories Menu

Scritto da nel Internazionale, Numero 23 - 1 Settembre 2007 | 0 commenti

Kaliningrad: tra Europa e Russia

Era il 1946 quando Königsberg, ex Prussia orientale e città natale di Immanuel Kant, passata con gli accordi di Potsdam sotto l'Unione Sovietica, venne ribattezzata Kaliningrad, la Città di Kalinin, in onore del defunto capo del Presidium del Soviet Supremo dell'URSS.

Oggi Kaliningrad è una delle regioni europee più misteriose e sconosciute, all'interno dell'Unione Europa ma appartenente alla Federazione Russa, la più occidentale delle sue repubbliche. Una posizione geografica del tutto particolare, circondata dal Baltico, dalla Polonia e dalla Lituania, un oblast di 15.100 km² abitata da circa un milione di persone, a più di 400 km dal più vicino confine russo.

[1]

In seguito alla dissoluzione dell'URSS, Kaliningrad è diventata un simbolo e allo stesso tempo un minaccioso problema per la Nuova Russia. Al fine di incoraggiare gli investimenti e approvvigionamenti nella regione, l'oblast viene dichiarato dapprima Zona economica libera (1991) e poi Zona economica speciale (1996), uno status che non porta ad un effettivo sviluppo, soprattutto a causa di un atteggiamento ambiguo di Mosca: da una parte la volontà di sviluppare la regione, dall'altra il timore di assegnarle un'eccessiva autonomia col rischio di “consegnarla” alla Lituania prima e all'UE poi, oltre a rappresentare un pericoloso precedente per altre regioni, col rischio di richieste di aiuti, concessioni, autonomia o addirittura indipendenza.

Il risultato è stato però controproducente, abbandonando la regione a sé stessa. Emblematica la testimonianza di un corrispondente della BBC a Kaliningrad in seguito all'allargamento dell'Unione nel Baltico: “Ho deciso di ritornare a Kaliningrad per vedere com'è cambiata l'isola della Russia circondata dai territori dell'Unione Europea. Tornando carico di preconcetti, trovai però nella città di Kaliningrad qualcosa di molto differente: un gruppo di persone deciso a determinare il proprio futuro (…) il loro pezzo di terra è stato dimenticato dal resto del mondo e, soprattutto, dal proprio Paese. Lo scorso anno in una conferenza stampa, il Presidente Putin ha dovuto mostrare ai giornalisti russi una mappa indicando dove si trovasse Kaliningrad. (…) Mosca non ha piani per Kaliningrad. (…) Molti degli abitanti ritengono che l'exclave stia inevitabilmente scivolando verso l'Europa e lontano dalla Russia. Da recenti sondaggi è risultato che i più giovani preferiscano visitare più volentieri l'Europa piuttosto che la Russia.”[2]

Kaliningrad è di un'importanza strategica fondamentale per gli equilibri tra Europa e Russia, tanto da rappresentare un capitolo a sé stante nella cosiddetta Dimensione Nordica, progetto di cooperazione transfrontaliera sotto la guida europea, proposto dalla Finlandia nel 1997. L'UE e gli stati membri che circondano Kaliningrad hanno forte interesse ad assicurare che i cambiamenti in Europa avvengano senza traumi per l'exclave agevolando anche la collaborazione per la definizione di politiche regionali. Le questioni più urgenti da risolvere, derivanti dall'allargamento verso Est dell'Unione, riguardano soprattutto: la circolazione dei beni e delle persone, fornitura di energia, la pesca nel Baltico; e nello specifico per l'oblast di Kaliningrad: sviluppo economico, stato di diritto, democrazia, ambiente, sanità. Inoltre la Commissione Europa, con il programma comunitario Tacis[3], ha stanziato in favore dell'oblast per il solo periodo 1998-2000 200.000 euro per la fornitura di apparecchiature cliniche e campagne di informazione per la lotta contro l'AIDS, più di 30 milioni di euro per lo sviluppo di PMI, del turismo e dell'assistenza sanitaria.

Iniziative come il Programma Tacis dimostrano che gli interessi dell'Europa si spingono ben oltre gli Urali: l'UE si allarga inevitabilmente sempre più verso l'Asia.

Per saperne di più si consiglia:

- sul programma TACIS http://europa.eu/

- sulla Dimensione Nordica http://ec.europa.eu


[1] http://newsimg.bbc.co.uk

[2] Steven Paulikas, “Kaliningrad: The forgotten Land”, BBCNews, 26/03/05.

[3] Il programma TACIS promuove la democratizzazione, il consolidamento dello Stato di diritto e la transizione verso l'economia di mercato dei nuovi Stati indipendenti, sorti dal collasso dell'Unione Sovietica. In particolare: Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Georgia, Kazakistan, Kirghizistan, Moldavia, Uzbekistan, Russia, Tagikistan, Turkmenistan e Ucraina, più la Mongolia.

Scrivi un commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>