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Scritto da nel La Cantina del Viaggiatore, Numero 27 - 1 Novembre 2007 | 0 commenti

Crisi in Sicilia

Riecheggiano come cicale gli scacciapensieri in Sicilia.

Tanti e rumorosi quanti sono i pensieri che affliggono le teste dei viticoltori siciliani.

Infatti quest'anno Madre Natura sembra essersi incattivita oltre misura con l'isola italiana più grande, colpendo i vigneti prima con la peronospora, per la precisione la Plasmopara viticola, fungo appartenente alla famiglia Peronosporaceae, e poi dando il colpo di grazia con il grande caldo, in una terra dove peraltro le temperature sono già molto alte, talmente elevate da portare più aziende alla scelta delle affascinanti – ma soprattutto inevitabili -vendemmie notturne.

La peronospora è un fungo che necessità di umidità per proliferare, condizioni verificatesi proprio in Aprile, dove vi sono state forti piogge che le hanno preparato terreno fertile per proliferare. Condizioni rafforzate anche da quest'inverno mite e piovoso.

A nulla sono valsi gli sforzi fatti dagli agricoltori, i quali hanno investito molto in interventi fitosanitari che però hanno solo minimamente arginato l'avanzata del temuto fungo.

La provincia più colpita risulta essere quella di Trapani, la quale registra un calo produttivo del 55%. Un autentico crollo per la provincia più vitata dei tutta la Sicilia, la quale può vantare un vigneto di oltre 60.000 ha e 22.000 aziende produttrici. Le zone meno colpite risultano essere quelle marittime, grazie ad un clima ventilato che non ne ha favorito la diffusione di questo temuto fungo.

In totale la Sicilia segna un meno 43%, con 5.276.000 ettolitri prodotti rispetto ai 9.124.970 del 2006.

Le varietà più produttive sono risultate essere le autoctone, come il Catarratto, Grecanico, il Grillo, il Frappato e le internazionali Sirah, Cabernet e Merlot mentre le più danneggiate sono risultate essere Chardonnay, Pinot Grigio, Muller Thurgau, Nero d'Avola e Insolia.

La perdita in termini economici ammonta a 180 milioni di euro (120 nella sola provincia di Trapani), mentre le ripercussioni secondo l'Avvocato Giovanni Manzo dell'Istituto Regionale della Vite e del Vino (I.R.V.V.) di Marsala “…saranno di tipo ambientale, con abbandono dei vigneti coltivati, cosa che già stiamo riscontrando, ma si presume un ritorno all'emigrazione e crollo dell'intera economia provinciale, cui seguono le altre province più colpite dagli anzidetti fenomeni climatici e fitopatologici”.[1]

Per limitare questi fenomeni è stato attivata già nel 2006 un progetto in collaborazione tra il Sias (Servizio Informativo Agrometereologico Siciliano) e il Prof. Orlandini della Facoltà di Agraria di Firenze che “mira ad implementare un modello di previsione della peronospora della vite”,[2] il quale sarà però solo a pieno regime a partire dal 2008.


[1] www.teatronaturale.it 13 Ottobre 2007 TN 35 Anno 5 di Vincenzo Zerilli

[2] Ibidem

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