Pages Menu
RssFacebook
Categories Menu

Scritto da nel Internazionale, Numero 30 - 16 Dicembre 2007 | 0 commenti

El Pueblo dice NO

Chavez incassa la sua prima sconfitta interna. Le proposte referendarie sono state rifiutate dalla maggioranza della popolazione. Laconico il commento del presidente:”E' stato un utile esercizio di democrazia”. Tra le varie proposte inserite nella consultazione referendaria vi era l'eleggibilità a vita per il presidente, la fine dell'autonomia della Banca Centrale del Venezuela e l'abbassamento dell'età minima per votare a 16 anni.

Il No ha ottenuto il 50,7% dei voti contro il 49,3% dei SI. Chavez, come suo solito, è stato il primo sostenitore del referendum, affermando che avrebbe spianato la strada all'avanzare del socialismo del XXI secolo.

La vittoria dei NO restituisce credibilità ad un'opposizione fino ad ora quasi inesistente, senza un vero leader, che questa volta invece grazie al sostegno del movimento studentesco e dell'immancabile conferenza episcopale riesce a raggiungere il proprio obiettivo.

Un dato che però va messo in evidenza è quello dell'astensionismo che secondo i dati diffusi si aggirerebbe intorno al 40%. Questo dato può essere spiegato nel seguente modo: il nocciolo duro dell'elettorato di Chavez è soprattutto la massa povera o semi-povera del paese che dal 98' è stata chiamata ogni anno ad esprimersi attraverso le urne sempre con ottimi risultati ma questa volta non è stato così, quindi: quale malessere o malumore si agita all'interno della sinistra venezuelana?o è semplice stanchezza del popolo bolivariano?

Durante il programma alò Presidente condotto dallo stesso Chavez, il presidente ha dichiarato:

“Nel passato siamo riusciti a trasformare delle sconfitte in vittorie morali che solo in un secondo momento si sono trasformate in vittorie elettorali. Continueremo come abbiamo fatto finora, lottando e lavorando. Faremo il massimo sforzo possibile per ottenere per tutti la massima partecipazione sociale e l'uguaglianza come principio di sistema. Troveremo la maniera di farlo”.

Non è certamente un periodo positivo questo per il presidente bolivariano. Prima il battibecco con il re Juan Carlos che ha compromesso almeno per ora i rapporti diplomatici con la Spagna, poi il presidente colombiano Urbe che gli toglie l'incarico che gli aveva affidato per liberare la Bentacourt. Infine il fallimento del progetto energetico che prevedeva la realizzazione di un gasdotto dal Venezuela all'Argentina.

A questo punto il governo Chavez è ad una svolta: dare voce agli oppositori anche se le aule del parlamento sono totalmente occupate dagli onorevoli della coalizione di Chavez, anche perché non può permettersi il contrario visto il risultato referendario e prepararsi al 2012 momento in cui terminerà il suo mandato presidenziale.

Scrivi un commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>