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Scritto da nel La Cantina del Viaggiatore, Numero 30 - 16 Dicembre 2007 | 0 commenti

It's show wine. Un anno dopo

 

 

“AND THE WINNER ISSSS?” fiato sospeso, tensione portata magistralmente allo spasimo “LUCA MARONI”.

Sorpresa sulle facce dei più, ma non su tutti.

I più attenti si sono accorti che al Sense of Wine di quest’anno, pur essendo premiati produttori di Brunello di Montalcino, Barolo, Amarone, Lambrusco, Franciacorta, Bollicine e Bollicione, e poi produttori di coltelli, forchette, cucchiai e cucchiaini, l’unico vero vincitore della serata è Luca Maroni.

Decisamente più a suo agio sul palco rispetto all’edizione precedente, più sciolto e più disinvolto nel chiacchierare con ospiti, premiati e amici (il tutto senza copione in mano!), Luca Maroni si candida sempre di più a diventare il nuovo grande catalizzatore di mode enologiche, oltre a mostrare doti da comunicatore del vino televisivo.

La chicca della serata: se la giocano la presentazione del libro “Amare il vino”, dove a parlarne ovviamente bene sono i due autori in una autocelebrazione spudorata, il tutto condito da una voce eccessivamente impostata a leggere alcuni versi del libro e di Baudelaire (ma si, premiamo anche lui) e la premiazione (alla carriera? al bevitore?) di Ennio Morricone. In suo onore è stato organizzato un duetto tra un coro degli alpini e un soprano greco…terroir.

Discorso a parte merita il sempre grandioso sponsor della serata, l’acqua Gaudianello.

Da Emiliano Romagnolo vorrei soffermarmi sulla premiazione del Lambrusco Marcello, o meglio sul discorso da vincitore del proprietario. “Siamo contenti perché veniamo da una zona non troppo nota, dove sono più famosi prosciutto e parmigiano e reggiano…” Basta! Finche i produttori ER non smetteranno di piangersi a dosso sarà inutile ogni miglioria qualitativa o di marketing.

 

““AND THE WINNER ISSSS?” fiato sospeso, tensione portata magistralmente allo spasimo “WINE SPECTATOR”.

In quest’ultimo periodo la mail del lavoro è stata colpita a più riprese dalla più importante rivista del settore a livello internazionale.

Con un’abilissima operazione di Marketing, Wine Spectator ha svelato, come una ballerina che si toglie passo dopo passo un velo alla volta, la classifica finale dei migliori 100 vini al mondo (secondo loro).

Se l’anno scorso siamo stati noi i vincitori dei Mondiali del Vino (N.d.R. e non solo), con il Brunello di Montalcino Tenuta Nuova 2001, quest’anno possono festeggiare i Francesi con lo Chateauneuf-du-Pape Clos de Pape 2005.

Morale, il vecchio continente vince ancora.

Ma non pensiate ad una supremazia schiacciante: 52 a 48.

Primo degli Italiani il Tignanello 2004 dei Marchesi de Antinori, quarto, che guida una nutrita schiera di Toscani, in tutto sette vini.

Sempre toscano è anche l’altro vino italiano presente nella top ten, il Bolgheri Superiore Ornellaia 2004 della Tenuta dell’Ornellaia (Marchesi de Frescobaldi), per un ennesimo derby tra Guelfi e Ghibellini del vino.

Da segnalare la presenza di solo tre Piemontesi (“incredibilmente presente nessun”  Barolo Riserva 2001), un vino Campano, uno Siciliano ed uno Veneto.

In tutto 13 vini italiani, a fronte dei ben 25 francesi.

Per concludere, vi riporto le parole del giornalista Franco Ziliani: “Sarà anche una fedele fotografia di una realtà produttiva del vino di oggi sempre più globale, con il Nuovo mondo non  più emergente ma pericolosamente emerso… ma questa top 100 continua a proporsi come una ben calcolata trovata mediatica, come uno strumento che una rivista di notorietà internazionale utilizza per catturare ancora più attenzione su di se”.[1] 

and the winner is…



[1] Franco Ziliani Corriere Vitivinicolo 10 Dicembre 2007, pag. 17

 

 

 

 

 

 

 

 

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