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Scritto da nel Letteratura e Filosofia, Numero 29 - 1 Dicembre 2007 | 0 commenti

Le porno scrittrici: il nuovo fenomeno editoriale

Sono giovani, sono donne e vendono migliaia di copie in libreria. Il Loro segreto? Parlano di sesso. Da Melissa P. a Carolina Cutolo, da Pulsatilla a Gisy Scerman, sono il nuovo fenomeno commerciale in campo letterario, una vera e propria panacea per le piccole case editrici, e non solo, che su di loro costruiscono un'intera fortuna.

Sono ragazze tra i 20 e i 30 anni, spesso si autopromuovono attraverso i blog che usano come una sorta di diario segreto in cui raccontare esperienze erotiche, finché non vengono “scoperte” dagli editor che ghiotti di giovani promesse fanno scouting nella rete.

Dicono di essere le legittime eredi di Erica Jong, si dichiarano alquanto indifferenti al femminismo e attraverso un linguaggio crudo, immediato, al limite con la volgarità, raccontano la scoperta della loro sessualità. Mentre un tempo si rivendicava il diritto di gestire il proprio corpo, si parlava di pillola e aborto, si chiedeva la legittimazione del diritto di essere donna, oggi, l'impressione è che ci si voglia appropriare di strumenti tipicamente maschili per ribadire un'emancipazione anche e soprattutto sessuale.

Sono scrittrici di talento? Poco importa, fanno discutere e soprattutto vendono. Scrivono di sesso con disinibizione e del sesso fanno il perno dei loro romanzi. Descrivono la donna del terzo millennio, come una donna priva di freni inibitori, che vive liberamente la sua sessualità, che ci tiene a far sapere che di sesso è esperta e non denigra parlarne, al pari degli amici maschietti, cosi come non disdegna elogiare “gli occultati superpoteri propri dell'autoerotismo” (C.Cutolo, Pornoromantica, Fazi), e non teme di chiedere supplichevole: “Trascinami per i capelli fino al letto, sbattimi come un kilim afgano, voltami come un'omelette, spianami come una cr?pe [...]” (Berarda Del Vecchio, Sdraiami, Castelvecchi).

Questa è letteratura? Non ho le competenze critiche per giudicare, ma indubbiamente, vista la proliferazione di giovani scrittrici appassionate del genere, questo è ciò che si può definire un vero e proprio fenomeno editoriale. Mi chiedo se davvero qualcuno possa riconoscere nella Cutolo, o nella Castelvecchi, la nuova frontiera della liberazione femminile, o se piuttosto tutto questo consumismo sessuale, questa pornificazione letteraria non sia altro che il sentore di quella prigione di cristallo in cui si rischia di rinchiudersi, nel momento in cui ci si sente libere di trattare la sessualità come un fenomeno commerciale, perché tanto ormai ci sentiamo donne emancipate. Mi chiedo qual è la sottile linea che divide erotismo e volgarità, e intanto la mente vola ai romanzi classici della mia adolescenza dove l'eros si mescolava alla poesia in un equilibrio perfetto, dove la sessualità era una sinfonia dolce e segreta scevra da toni acuti di stilemi volgari. Mi chiedo se davvero siamo libere ed emancipate e mi rispondo che la mia libertà di donna non può ridursi al chiedere “sbattimi come un kilim afgano” in push-up e tacchi a spillo. Ma io non sono una giovane scrittrice di successo.

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