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Scritto da nel Letteratura e Filosofia, Numero 29 - 1 Dicembre 2007 | 0 commenti

Vizi privati e pubbliche virtù

C'era una volta un precetto vittoriano, eticamente non troppo condivisibile, che imponeva ai sudditi di Sua Maestà, i Vizi privati e le pubbliche virtù. Premesso che questo tipo di condotta morale può ovviamente essere detestato, da quanti non hanno nulla da nascondere per pigrizia o libertinaggio, resta da sottolineare come tale motto, avesse comunque una certa rilevanza sociale che definirei tipicamente british, e una sua traslitterazione beceramente italica: i panni sporchi si lavano in casa.

Se la discutibile teoria dei panni sporchi lavati in casa, era giustamente invisa agli autentici liberali, questa denotava almeno, che i cittadini, o i loro rappresentanti, erano ancora capaci di provare il nobile sentimento della vergogna.

In tale prospettiva, è innegabile come l'Italia contemporanea, procedendo a passo di gambero, abbia subito un forte regresso: Cosimo Mele, solo per citare un esempio, strenuo difensore della famiglia e della cristianità, si è poi scoperto essere un noto frequentatore del più bieco meretricio.

Anche un uomo a cui viene attribuita dai media una notevole caratura politica e morale, come Gianfranco Fini, qualche mese fa poteva impunemente dichiarare che: La famiglia è una istituzione che va rispettata e noi parteciperemo al family day per il senso che abbiamo della famiglia. Oggi, noi tutti scopriamo con gioia, che dopo la separazione con la moglie Daniela Di Sotto, un nuovo fiocco rosa attende di essere appeso in casa Fini: la showgirl Elisabetta Tulliani è all'ottavo mese di gravidanza. L'aspetto interessante, confrontando le date, è che mentre l'On. Fini cianciava in Piazza San Giovanni sulla difesa della famiglia tradizionale, aveva l'amante incinta.

Premesso che secondo l'insuperata etica kantiana, ognuno è moralmente libero di fare ciò che vuole, nella misura in cui non arreca danno al prossimo, l'indignazione non scaturisce dai moderni frequentatori di bordelli, né tanto meno da coloro che cercano nel divorzio la strada per provare a rifarsi una vita: l'indignazione e la nausea, si alimentano invece dell'ipocrisia dei tanti occupanti di Monte Citorio, che dipingono la convivenza il divorzio o la prostituzione come la nuova Sodoma, salvo poi, ricorrervi all'occorrenza.

Il messaggio paradossale riscontrabile in queste vicende, è che, se da un lato sono morte anche le pubbliche virtù di vittoriana memoria, dall'altro, queste vengono invocate in modo reazionario dalle stesse persone che hanno contribuito a seppellirle.

Ma forse, l'impagabile ironia di Michele Serra ha come sempre saputo riscontrare la nobiltà celata da atteggiamenti apparentemente ridicoli: i leader del centrodestra (quattro divorziati su quattro) vogliono sperimentare personalmente sul campo quanto depravati siano i nostri tempi. Ma, da bravi padri di famiglia, vogliono risparmiare ai cittadini italiani un'esperienza così traumatica[1].


[1] Il Venerdì, n. 1027 23 novembre 2007

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