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Scritto da nel Numero 32 - 1 Febbraio 2008, Politica | 0 commenti

Il mio voto

Alle ore 20.34 del 24 gennaio 2008, dopo una lenta ed estenuante agonia, si è spento il Governo Prodi.

E così, nello stesso giorno nel quale in Sicilia, l'Assemblea Regionale confermava la fiducia al Presidente della Regione Sicilia, Totò Cuffaro, condannato a 5 anni per favoreggiamento, al Professore non riusciva il vano tentativo di ricompattare la maggioranza e ottenuta la sfiducia si apprestava mestamente alla salita verso il Quirinale.

Quale che sia la strada che porterà alle elezioni, e quale che sia il meccanismo elettorale attraverso il quale gli elettori dovranno esprimere il proprio voto, oltre a prepararmi moralmente alla campagna elettorale, mi illudo nuovamente di poter riuscire a chiarire a me stesso il quadro della situazione e comprendere quali possano essere gli scenari futuri in modo da poter consapevolmente affidare il mio voto. Dopo queste ultime settimane sono queste le mie considerazioni.

- Comincio a dubitare fortemente della possibilità che in Italia possa esistere un bipolarismo tra centro-sinistra e centro-destra. Gli stessi tentativi di allargare i partiti e di “correre da soli da soli alle elezioni”, per tendere ad una specie lotta tra partiti all'inglese (dove laburisti e conservatori si contendono la maggioranza assoluta lasciando comunque ai liberali la loro autonomia), mi sembrano vani se non proprio ridicoli perché incentrati sempre e comunque sulle stesse persone che si portano nella propria valigia, oltre al nobile bagaglio di esperienza, anche il non proprio nobile ricatto dettato dal consolidato appoggio dei propri fedelissimi.

- La difficoltà alla contrapposizione tra centro-sinistra e centro-destra è evidente già nell'etimologia stessa degli schieramenti: il centro è presente in entrambi i poli. Ammettiamo allora che il Centro è presente quanto mai, e che in molti soffrono di nostalgia per quella equilibrata politica di larghi consensi, di girandola di amicizie, di scambi politici (e corruzione che ne deriva) che a lungo è stata al governo.

- Il PD, per quanto appena detto, nascendo come espressione di quel centrosinistra che non ha ragione di esistere se il bipolarismo con il centro destra è minato dall'esistenza stessa di un centro, non avrà vita facile, in quanto il proprio perso politico è condizionato dall'appoggio di qualcuno che, come oggi i Mastelliani e i Diniani, può trovare posto in entrambi i poli senza perdere la propria dignità.

- Berlusconi, nel frattempo, grazie al proprio carisma e doti “relazionali” può continuare a mantenere, se non proprio unito, per lo meno integro il caravanserraglio del proprio schieramento che in futuro vedrà seduti allo stesso tavolo Mastella, Dini e Casini, Bottiglione e Calderoni, Bossi e Fini e perché no, anche la Mussolini;

- La sinistra arcobaleno, la Cosa Rossa e la chi di Sinistra in generale, nel frattempo si isola sempre più cercando di compattarsi per avere numeri tali da accamparsi il diritto di scelte autonome che potranno andare dal restare isolati sempre di più, strenuamente all'opposizione, al proporsi come spalla di un Partito Democratico, magari con l'ennesimo obiettivo di contrastare ancora una volta Berlusconi.

Se il quadro che mi sono fatto è corretto, il mio voto di sinistra sarà non solo inutile ma ancora tristemente assegnato non per la presenza di un progetto innovativo ma ancora una volta per cercare di sopravvivere all'interno di un bipolarismo impossibile.

Le domande che mi pongo allora sono queste: perché per l'ennesima volta il governo Prodi ha perso l'occasione di governare con il timone a sinistra e ne esce nuovamente indebolito anche con i suoi stessi elettori, senza neppure un minimo di vera autocritica? Perché allora non provare ad utilizzare il progetto del PD come un esperimento di sinistra, isolando il centro, in modo da fidelizzare finalmente i propri elettori e autodeterminarsi con forza presentandosi veramente con un programma chiaro e realizzabile?

Credo che sia il consenso a nascere da un progetto politico, e non il progetto politico a nascere dalla ricerca di consenso. E se anche questa volta la sinistra dovesse presentarsi con un progetto improvvisato per ottenere consensi, beh questa volta il mio voto non sarà neppure assegnato.

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