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Scritto da nel La Cantina del Viaggiatore, Numero 31 - 16 Gennaio 2008 | 0 commenti

Meno internet più Cabernet

Forse un tempo.
L’aforisma, la massima o forse più semplicemente un’esigenza di Roberto Freak Antoni, sta venendo inesorabilmente superata.
Il vino tiene alto l’onore italico anche all’estero, il tricolore sventola sempre più forte su mercati di tutto il planisfero? È quindi giunto il momento di adeguare i portali delle aziende, associazioni o chi per esso del mondo del vino alla concorrenza internazionale del web.
Al momento i viticultori italiani si sono quasi esclusivamente preoccupati dei lavori in vigna e in cantina (essenziali!), dimenticandosi che nell’epoca dell’immagine e della globalizzazione anche l’occhio vuole la sua parte.
Si è assistito a grandi restyling aziendali: etichette che si sono modificate nel corso degli anni o che sono state completamente stravolte, aziende che hanno cambiato il proprio look allestendo oltre a sfarzose salette per degustazioni autentici giardini zen. Tutto il vino si è trasformato lasciando però indietro il nuovo west, la nuova frontiera: internet.
È quindi finalmente iniziato un lento ma inesorabile rinnovamento, che vede al momento poche (ma comunque sempre in maggior numero) aziende proporre siti che non siano semplici cataloghi on-line (dove siamo, prodotti, contatti, ecc.ecc.) ma un plus alla comunicazione aziendale: grafiche più accattivanti, sempre maggiori animazioni in flash, a volte contenuti multimediali innovativi.
Come tutti gli anni il noto portale di vino winenews ha stilato la classifica dei migliori siti italiani, utilizzando come riconoscimento la “chiocciolina”. Cinque @ il massimo riconoscimento. Con cinque chioccioline troviamo Santa Margherita (www.santamargherita.it), Planeta (www.planeta.it), Donnafugata (www.donnafugata.it), Tasca d’Almerita (www.tascadalmerita.it), Arnaldo Caprai (www.arnaldocaprai.com), Corvo (www.vinicorvo.it) Duca di Salaparuta (www.duca.it) e Cantine Florio (www.cantineflorio.it), gli ultimi tre considerati come gruppo unico sia perché di proprietà dell’Ilva di Saronno sia perchè realizzati dallo stesso webmaster; si aggiudicano quattro “chioccioline” i siti di Bastianich (www.bastianich.com), Mionetto (www.mionetto.com) e Josko Gravner (www.gravner.it). Al terzo gruppo, con tre “chioccioline”, troviamo i siti di Feudi di San Gregorio (www.feudi.it), Lungarotti (www.lungarotti.it) e Cavit (www.cavit.it).
Da sottolineare una folta pattuglia di aziende siciliane, le quali grazie ad ingenti fondi “a fondo perduto” possono permettersi investimenti ben al di sopra della media.
Quello che però mi ha colpito maggiormente è il portale di un produttore friulano, Gravner, per alcuni semplici motivi: a parte l’aspetto grafico, ricercato e non banale, con la Luna che campeggia in mezzo alla videata (la quale si trasforma in anfore o altri oggetti a seconda della navigazione), è un sito che trasmette effettivamente la filosofia che si trova dietro l’azienda, la biodinamica.
I testi sono minimalisti, essenziali, esattamente come la propensione al racconto di Josko G., ma non si può dire che manchino le informazioni necessarie. Tutt’altro: viene spiegato quando fare i lavori in vigna e in cantina a seconda delle fasi lunari; una breve autobiografia che spiega i motivi che hanno portato il produttore a seguire i dettami della biodinamica.
Insomma, viene raccontato, in maniera non ridondante, il rapporto tra l’uomo, la sua terra e il suo più bel frutto: il vino.

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