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Scritto da nel Letteratura e Filosofia, Numero 35 - 16 Marzo 2008 | 0 commenti

Falsi d'autore: l'ultimo scandalo nel campo dell'editoria

La notizia arriva dagli Stati Uniti e riguarda Love and consequences (2008)opera prima di Margaret B. Jones. L'attesissima autobiografia, pubblicizzata per settimane dalla stampa americana, è in realtà frutto della fantasia della sua autrice, così come è stato rivelato da uno scoop del “New York Times”. Il libro, presentato come la biografia di una ragazzina, metà bianca metà indiana d'America, cresciuta nei quartieri malfamati di Los Angeles fra baby gang e spacciatori di droga, è un falso. Ad ammetterlo, fra le lacrime, è la stessa Margaret B. Jones, il cui vero nome è Margaret Seltzer, in un intervista telefonica con un giornalista del “New York Times”. La neo scrittrice americana, non solo non ha mai frequentato i quartieri poveri della metropoli statunitense, ma non è nemmeno un'indiana d'America, non è stata adottata, come invece viene affermato nell'autobiografia, né tantomeno ha mai fatto parte di una baby gang. La Seltzer, al contrario, è nata e cresciuta in una famiglia benestante di Sherman Oaks, quartiere residenziale di Los Angeles, e si è diplomata alla Campbell Hall School. La sua casa editrice, la Riverhead Books del gruppo Penguin, si è ovviamente dichiarata all'oscuro di tutto e per rimediare allo scandalo, ha deciso di ritirare le copie di Love and consequences, rimborsando chi ha già acquistato il libro.
Il caso di Margaret B. Jones, non è tuttavia l'unico falso d'autore nel mercato editoriale. Nel 2006, infatti, “The smoking gun”, un sito investigativo americano, pubblicò un articolo dal titolo A million little lies, parafrasando il titolo della biografia di James Frey In un milione di piccoli pezzi (2003) in Un milione di piccole bugie. “The smoking gun” rivelò che il libro di Frey, presentato come un memoir della sua gioventù, spesa fra droga, bande criminali e riformatori, altro non era che pura invenzione. Fra le tante bugie, l'autore dichiarò di aver trascorso 8 anni carcere, molti dei quali in massima sicurezza, a causa di una serie di gravissimi reati commessi. Le ricerche investigative di “The smoking gun” hanno invece rivelato come la prigionia dello scrittore americano sia stata molto differente: 5 ore di custodia ed una multa di 733$, per aver parcheggiato la macchina davanti ad una pizzeria ubriaco e senza patente. Non c'è che dire una fervida immaginazione, degna dei più grandi artisti. Anche Frey, così come la B. Jones, alla fine si pentì profondamente, e con fare commosso, porse le sue scuse a migliaia di lettori nel programma televisivo di Ophrah Winfrey.
Come dimenticare poi Misha Defonseca e il suo Sopravvivere coi lupi (1997). Il libro, che divenne presto un bestseller, voleva essere la storia vera di una bambina sopravvissuta alla Shoa, che accompagnata da un branco di lupi, da cui poi il titolo del libro, affronta un viaggio di 3000 km per cercare i suoi genitori nel cuore dell'Europa assediata dal nazismo. Dopo aver venduto milioni di copie, essere stata tradotta in 18 lingue, sino a diventare un film diretto da Véra Velmont, Serge Aroles e Maxime Steinberg, due grandi storici dell'Olocausto, dimostrarono non solo che l'autobiografia era una grande bufala ma che la Defonseca non era neppure ebrea. Ovviamente alle menzogne smascherate, seguirono anche nel caso di Monique De Wael, questo il vero nome dell'autrice, lacrime, pentimenti e pubbliche scuse.
Ci si verrebbe da chiedere perché uomini e donne di tale fantasia non si accontentino di veder pubblicate le proprie opere, anziché ambire a spacciare romanzi originali per false autobiografie. A voler essere particolarmente maliziosi si potrebbe pensare che il mercato editoriale, di tanto in tanto, prediliga favorire una trovata sensazionale, come nei casi delle false biografie, anziché premiare la cara vecchia immaginazione che assai più difficilmente, d'altronde, riesce a suscitare scalpore. Ma bisognerebbe essere proprio maliziosi per credere che le ignare case editrici in realtà… no… impossibile!

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