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Scritto da nel Arte e Spettacolo, Numero 36 - 1 Aprile 2008 | 0 commenti

Fumetti western a Palazzo Guinigi

Inaugurata lo scorso 25 marzo (chiuderà il 25 maggio) nell'affascinante Palazzo Guinigi, Quando il west arrivò a Lucca è una grande mostra dedicata al fumetto d'autore che raccontò il mitico West. Organizzata dal Museo Italiano del Fumetto e dell'Immagine, in collaborazione con il Comune di Lucca e Lucca Città del Fumetto, con le sue 740 tavole, di cui 150 inedite, dislocate in 27 sale, è la più grande esposizione italiana mai dedicata alle strisce western. La mostra lucchese, facilmente apprezzabile anche dai visitatori meno esperti di fumetto, riporta alla luce quel mondo fantastico fatto di cowboy, indiani, saloon e vasti paesaggi, che nell'immaginario collettivo hanno rappresentato uno dei più famosi miti americani. Il vecchio west, visto attraverso gli occhi e le matite di dieci autori che hanno fatto la storia del fumetto italiano, invade così Palazzo Guinigi, divenendo una sorta di anteprima di un'altra grande mostra, che sempre a Lucca ma alla fine di aprile, festeggerà il sessantesimo compleanno di Tex, il simbolo per eccellenza del fumetto western. Non a caso, infatti, Giovanni Ticci, suo celebre disegnatore, ha realizzato per l'esposizione lucchese diverse illustrazioni. Oltre al mitico personaggio di Gianluigi Bonelli e Aurelio Galeppini, Quando il west arrivò a Lucca ospita le riproduzioni realizzate da Hugo Pratt, nel 1957, per il personaggio di Ticonderoga, gli indiani di Sergio Toppi, le illustrazioni per le copertine dei romanzi western di Renzo Calegari, le tavole del Wakatanka di Juan Zanzotto e de L'uomo del New England di Dino Battaglia, e inoltre alcuni inediti di Sergio Tisselli, realizzati per una storia dedicata al leggendario esploratore Kit Karson, su un'idea di Roberto Raviola. Nonostante la profonda, e inevitabile, diversità di interpretare il west di questi autori, c'è qualcosa che accomuna le 740 tavole della mostra lucchese: la ricerca della verità storica. Infatti, il west nel secondo dopoguerra, all'epoca della nascita di Tex, era poco più di un sogno esotico, un miraggio dai contorni evanescenti, quasi nessuno d'altronde lo aveva mai visto, se non al cinema. Tuttavia, col passare degli anni e il maturare della coscienza storica, quei vasti paesaggi, quelle terre polverose battute da cowboy temerari in sella ai loro cavalli, divennero una realtà sempre più tangibile. A testimonianza di ciò il nascere di un'attenzione quasi maniacale per la cura dei dettagli, dal paesaggio agli indumenti, che si concretizza nelle strisce western. La tavola si fa più particolareggiata, i contorni sempre più nitidi, sino a raggiungere la perfetta riproduzione storica degli acquerelli di Ticci. Quando il west arrivò a Lucca appagherà i visitatori più esigenti e indubbiamente riuscirà ad appassionare i neofiti, incantando, grazie anche alla suggestiva cornice di Palazzo Guinigi, tutti quelli che amano ancora lasciarsi affascinare dal vecchio mito americano.

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