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Scritto da nel Arte e Spettacolo, Numero 35 - 16 Marzo 2008 | 0 commenti

Mirò: la terra

Lavoro molto duramente; mi muovo verso un'arte concettuale che considera la realtà solo come punto di partenza e mai come fine.

Joan Mirò

Palazzo dei Diamanti di Ferrara dedica dal 17 febbraio al 25 maggio una particolarissima mostra antologica a Joan Mirò, tesa a mostrare lo stretto rapporto tra l'artista catalano e la terra. Un viaggio che ripercorre le opere di Mirò, i suoi stili e le loro evoluzioni, ma soprattutto un omaggio alla terra, alla sua terra:

la Catalogna.

La mostra ha inizio con le prime opere che ritraggono paesaggi rurali e la vita contadina, immagini tanto care all'artista, influenzato dall'affetto per l'antica fattoria di famiglia nei pressi di Tarragona. Il realismo giovanile di Mirò comincia ad essere corrotto da motivi geometrici e figure astratte, evidente ne La Contadina; ma il passo in avanti viene fatto ne La Terra arata, indubbiamente uno dei suoi maggiori capolavori, in cui, attraverso un nuovo linguaggio figurativo, irrompono nella realtà rappresentazioni fantastiche di animali e piante, con accenni al cubismo, e dove linee rispecchiano l'immagine del modello naturale. Animali, piante e costruzioni diventano oggetti inquietanti e deformi, non privi però di una propria forte identità.

Da qui il particolarissimo ed originale universo di Mirò prende vita, caratterizzato da sottili linee, figure geometriche, occhi, stelle e costellazioni, frammenti di scrittura e di realtà, paesaggi onirici e fantastici: il definitivo passaggio dal realismo all'immaginario.

Ma la mostra non offre solo dipinti: immancabili i dipinti-oggetto, opere a metà strada tra quadro e scultura, come il Senza Titolo (Disegno-collage) del 1934, in cui la carta, il cartone, la scatola, i tubetti di colore trasmettono all'osservatore una percezione sia visiva che tattile.

E poi le sculture vere e proprie, i cui materiali poveri sembrano provenire direttamente dalla terra: emblematico Donna in cui le sinuosità di un osso rappresentano al meglio il corpo femminile.

Particolarissimi sono i Sobreteixim, arazzi su cui si accavallano oggetti di uso quotidiano dai colori contrastanti: fili di lana, corde, sacchi di iuta, scope, cortecce d'albero.

La mostra si chiude con il capolavoro Figure e uccelli nella notte, in cui il colore nero, la notte, si distende dal basso verso l'alto invadendo l'enorme murale su tela.

Mirò non è un artista qualunque, ha saputo mettersi in gioco alla continua ricerca di nuovi esperimenti espressivi, senza farsi imprigionare dal successo, nel segno dell'irrinunciabile libertà creativa.

Un suggerimento: a meno che non si sia esperti ed appassionati di Mirò, è consigliabile l'utilizzo dell'audioguida (4€); i pannelli posti in ciascuna sala sono utili ma non esaurienti nel descrivere le opere in mostra.

Per gli appassionati di souvenir è ovviamente presente il negozio posto alla fine dell'itinerario: non vi è un'ampia scelta di gadget riguardanti la mostra, gli scaffali sono però ben forniti di libri e pubblicazioni illustrate di pittura, scultura, teatro, poesia, oltre a biografie di numerosi artisti.

Info:

Ferrara – Palazzo dei Diamanti, dal 17 febbraio al 25 maggio 2008.

Aperto tutti i giorni, feriali e festivi, lunedì incluso, dalla domenica al giovedì dalle 9 alle 20; venerdì e sabato dalle 9 alle 22.

Aperto anche: Pasqua, Lunedì dell'Angelo, 25 aprile e 1 maggio.

Ingresso: intero 10€, ridotto 8€, scuole 4€.

www.palazzodiamanti.it

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