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Scritto da nel Numero 40 - 1 Giugno 2008, Tempo e spazio liberi | 0 commenti

Ho giocato a fare il sindaco – emergenza rifiuti

Ho giocato a fare il sindaco – emergenza rifiuti

SimCity 4 è un videogioco del 2003, quarta versione della serie SimCity, games strategico-gestionali in cui il giocatore si cimenta, in veste di sindaco, nell'amministrazione di una o più città. I poteri affidati al giocatore vanno ben oltre quelli di un sindaco nostrano: oltre alla pianificazione di aree residenziali, commerciali ed industriali, si finanziano direttamente infrastrutture, ospedali, scuole, polizia, vigili del fuoco, ecc… .

Con un occhio alla cronaca degli ultimi mesi ho dato inizio ad una partita un po' particolare.

La mia piccola città è ben equilibrata: ha circa 5 mila abitanti, zone residenziali e commerciali a bassa densità, attività agricole molto sviluppate, tutti i servizi necessari e budget sotto controllo. E' tempo però di una svolta: pochi abitanti = poche entrate = pochi investimenti = poco sviluppo. Decido quindi di stimolare una crescita in verticale della città destinando alcune zone ad aree residenziali e commerciali a medio-alta densità. In breve la città ha un boom: gli abitanti crescono improvvisamente e con loro le entrate nelle casse; evidenti gli effetti collaterali: devo alzare gli investimenti ad alcuni servizi essenziali come scuola e sanità, ma soprattutto devo affrontare il problema immondizia.

Il consigliere dei servizi (impianti idrici, elettrici e di smaltimento) mi contatta allarmato: “I rifiuti sono un sottoprodotto della crescita e devono pur finire da qualche parte…”: la mia piccola discarica è infatti satura e non più adeguata alle dimensioni della città. E' un problema: non ho molto spazio a disposizione e sono indeciso su quale zona destinare a nuova discarica. Le opzioni sono poche, individuo due siti: una piccola valle nei pressi dei miei serbatoi e pompe idriche o nelle vicinanze di una zona residenziale a bassa densità in periferia. Per non inquinare le acque cittadine decido per la seconda. Gli effetti sono immediati: nella zona il valore dei terreni crolla, la valutazione del sindaco da media diventa bassa ed alcuni edifici ingrigiscono, sintomo d'abbandono. L'emergenza rientra ma, poco dopo, si ripresenta; il consigliere rincalza: “Sindaco, farebbe meglio a procurarsi una pala e a spalare un'altra discarica, …”. Questa volta decido di temporeggiare.

Con stupore mi accorgo che i cortili delle case cominciano a riempirsi di rifiuti e alcuni incroci stradali vengono invasi da cumuli di monnezza. Il consigliere mi insulta facendomi notare l'invasione di mosche. Non so che fare ma la sorte mi è favorevole, la città vicina mi propone un accordo: smaltimento dei rifiuti in cambio di denaro. Accetto, non è un onere eccessivamente gravoso per la città e il problema è risolto. Ringrazio i miei vicini e questa sorta di federalismo solidale.

Curioso, entro in game nella virtuosa città vicina: mi rendo conto che il suo benessere poggia le fondamenta sui rifiuti. Ha contratti di smaltimento con altre quattro città limitrofe, la voce “immondizia” è una significativa entrata nel suo budget. Ha una discarica grande quanto le mie due insieme ma è pressoché vuota, la sua forza sta in tre impianti di recupero energetico collocati in periferia. Con una simile organizzazione il risultato è zero rifiuti ma soprattutto autonomia energetica; i tre impianti infatti riescono da soli a garantire sufficiente elettricità alla città. Altro che federalismo solidale, qui i rifiuti sono un vero business! Quello che per me era un costoso obbligo sanitario, di sicurezza e decoro, per loro è una lucrosa opportunità economica.

Ma penso: in fondo questo è solo un gioco.

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