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Scritto da nel Internazionale, Numero 40 - 1 Giugno 2008 | 0 commenti

Indipendenza tra i ghiacci: nasce il primo stato eschimese

La Groenlandia , territorio autonomo sotto

la Corona danese, è pronta per l'indipendenza. Nei primi giorni di maggio si sono poste le basi per la secessione dalla Danimarca, che perderà così il 98% del proprio territorio, con la firma di un trattato tra il premier danese Rasmussen ed il governatore socialdemocratico groenlandese Enoksen, anticamera per il referendum che si terrà con tutta probabilità entro fino anno, con l'avallo del Parlamento di Sua Maestà.

Il nuovo stato, che non farà parte dell'Unione Europea (già uscì dalla CEE nel 1985 in seguito a referendum), occupa un'area di più di 2 milioni di chilometri quadrati, l'isola più grande del mondo, ricoperta per l'81% da ghiacci. La capitale Nuuk ha oggi 14 mila abitanti (un villaggio europeo), su una popolazione totale di 56.326 unità[1], con un'età media di 34 anni.

Ma quali saranno i vantaggi per la nuova Groenlandia, se ve ne saranno?

La ricerca della secessione è innanzitutto legata a motivi culturali, con una riscoperta della cultura nazionale e delle tradizioni inuit, troppo lontane dalla cultura danese ed europea. In particolare la secolare caccia alle balene e alle foche è stata spesso negli ultimi anni oggetto di scontro tra eschimesi ed Europa. Già in questo Arengo si era parlato del disagio da parte degli Inuit nel dovere vivere e convivere secondo le spesso incompatibili regole europee e del mondo occidentale (si veda: “Il genocidio degli Inuit”, nel numero 24 del settembre 2007). L'autonomia derivante dallo status di contea d'oltremare e dell'auto governo (hjemmestyre) non sono evidentemente garanzie sufficienti per il popolo groenlandese, geloso della propria lingua (il Kalaallisut) e cultura ben preservate nell'arco dei secoli.

Più problematico sarà l'aspetto economico: oggi

la Groenlandia è fortemente legata al cordone ombelicale con

la Danimarca e l'Europa. Una regione isolata e caratterizzata da una situazione climatica ostile all'uomo, non può fare e non potrà fare a meno dell'aiuto esterno. Quotidiani sono i voli degli aerei cargo delle compagnie aeree scandinave: medicinali, frutta, verdura, bevande, … . Una situazione che per forza di cose non potrà cambiare. Ma

la Groenlandia ha qualcosa di molto prezioso da dare in cambio: grandi quantità di petrolio e minerali, con Europa e Stati Uniti pronti alla contesa. Il fatto che gran parte dei siti non siano ancora stati individuati ed ancor meno sfruttati, potrebbe costringere il nuovo stato ad aprirsi al mondo, con la spasmodica ricerca di know-how tecnologico ed umano. Un'apertura che comunque gioverà al costituirsi di una vera, nuova e rampante classe dirigente inuit.



[1] CIA – The World Factbook

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