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Scritto da nel Internazionale, Numero 43 - 16 Luglio 2008 | 0 commenti

da guerrilla popolare a terrorismo: Come le FARC si sono evolute tradendo i loro ideali

“Il nostro obiettivo è prendere il potere con le armi per farla finita con le disuguaglianze sociali, politiche ed economiche in Colombia e recuperare la sovranità nazionale”
           Pedro Antonio Marìn

Queste parole possono considerarsi come il manifesto delle FARC-EP (FuerzasArmadasRevolucionarias de Colombia-Ejercitodel Pueblo), una dichiarazione pubblica della dottrina e dei propositi delle forze armate che videro la luce nel 1964 con lo scopo di attuare una rivoluzione agraria. Le parole sono di un contadino nato nel 1930 che si rifugiò nella foresta con un pugno di uomini come conseguenza della dispersione che soffrirono gli integralisti delle chiamate “repubbliche indipendenti”, comunità autonome create da gruppi armati comunisti e liberali radicali alla fine della “epoca della Violenza” dagli anni 1950, per mano della forte azione militare del governo.

Per far fronte alla dittatura di RojasPinilla (1953-1958) i due partiti principali, quello conservatore e quello liberale, creano un fronte bipartisan: il FrenteNacional. Riportano la democrazia elettorale, ma in un sistema che alternavaalla presidenza esponenti di questi due maggiori partiti escludendo dalla competizione elettorale le altre parti, alcune delle quali ripiegano nella lotta armata. Tra queste una dozzina di uomini tra cui Pedro Antonio Marìn, che cambierà il nome in Manuel MarulandaVèlez, si rifugia nelle montagne per dar vita al “BloqueSur”, il primo ramo guerrigliero del “Partido Comunista” in Colombia e da dove successivamente nasceranno le FARC-EP, il braccio armato del Partito Comunista.
Da allora combattono contro lo Stato Colombiano e, benché leostilità non siano classificate come guerra civile (per lo più per la mancanza dell’appoggio popolare alla parte insorgente), hanno dato vita al conflitto bellico più prolungato al mondo, assieme a quello di Birmania e del Kashmir.

Nei suoi primi anni di vita l’organizzazione si presenta di carattere prettamente rurale con sporadiche azioni e crebbe con ritmo relativamente lento.
Quando le FARC iniziarono a crescere si affianca a Marìn una nuova figura, LuìsMorantes, alias “JacoboArenas”, che per le capacità intellettuali, non proprie di un gruppo armato di contadini, diviene l’ideologo del movimento, dando all’organizzazione nuova forma e struttura, nonchè connotati maggiormente politici impregnandoladi ideologia marxista-leninista. Sotto il suo comando si danno nuove direttrici strategiche e si riafferma il principio di “combinazione di tutte le forme di lotta”, quella politica e quella militare. La riorganizzazione portata in atto da Arenas prevede il passaggio da guerriglia ad un vero e proprio esercito ribelle. E’ a partire da questo momento che le FARC si nominano Ejercito del Pueblo (FARC-EP) con l’obiettivo di ottenere a livello internazionale lo status di forza belligerante previsto dalla Convenzione di Ginevra del 1949.
Crea inoltre programmi educativi per i militanti secondo i dettami dell’ideologia, e influenza Marulanda nella scelta dei mezzi tramite i quali finanziarsi. Tra questi vi sono estorsioni e sequestri di terratenenti e imprenditori,in quanto secondo l’ideologia la rivoluzione dev’essere finanziata da borghesi, ma si rifiutano contatti con il narcotraffico.
Nel 1984 sotto il governo di BelisarioBetancourt si raggiunge una tregua con i gruppi belligeranti (nel frattempo si erano andati formando gruppi paramilitari anti-insorgenti legati al narcotraffico). In vista dell’amnistia, Arena e Cano, giovane ideologo del movimento che ne diverrà la mente al momento della morte del primo nel 1990, progettano la “UnionPatriotica” (UP) come braccio politico dell’apparato militare.La UP non è però un organo unicamente delle FARC, ma raccoglie tra le sue fila movimenti civili, sindacali e operai con intenti differenti. Il tentativo si rivela disastrosoin quanto nel giro di pochi anni la quasi maggior partedei membri dell’UP vengono eliminati dai paramilitari, dai narcotrafficanti e dalle forze di sicurezza dello stato. In quel periodo i fronti delle FARC si moltiplicano e le scuole di formazione dei quadri militari forniscono alla guerriglia guerrieri fedeli all’ideologia comunista.

Negli anni 1990 le FARC sono costrette a reinventarsi. Nel 1993 l’ottava conferenza del gruppo stabilisce una nuova strategia: espandersi in tutto il territorio nazionale attraverso azioni armate. Cambiata la strategia cambia anche la maniera di autofinanziarsi. Morto Arenas nel 1990Marulandaopta per vendere protezione ai narcotrafficanti in cambio di una percentuale sugliutili, fino a che non si rende conto che sarebbe stato più fruttuoso creare una “narcoguerriglia”convertendo così l’organizzazione nel gruppo insorgente meglio finanziato al mondo.
L’ambizione economica dei capi delle FARC si va convertendo in una ossessione così grande che commettono l’errore di dimenticare i propri ideali dedicandosi invece ad attaccare tutti quanti indiscriminatamente. Aumentano, divenendo comuni, gli abusi sulla società, il reclutamento di minori, l’utilizzo di mine antiuomo, i sequestri collettivi, nonché il maltratto dei prigionieri, e spietati assassinii di molte vittime innocenti. Tutto ciò ha l’effetto di allontanare il già fievole appoggio della popolazione e di essere accusati da enti internazionali come le ONU, Amnesty International e Human Right Watch di violazione di diritti umani venendo classificati come organizzazione terroristica.

Nel 2002 Alvaro UribeVelez, esponente del partito liberale, si presenta come indipendente alle presidenziali con la promessa di terminare con la violenza tramite un rafforzamento istituzionale. Dopo aver vinto con grande maggioranza,Uribe avvia il “processo di smilitarizzazione dei gruppi paramilitari in Colombia” ponendo vari requisiti (non poco criticati) ai gruppi illegali per poter accedere alle negoziazioni. L’offerta viene respinta dalle FARC, ma accolta invece da ELN e AUC (AutodefensaUnidas de Colombia). L’evento lascia isolate le FARC nella loro lotta “rivoluzionaria”, segnandone in parte il declino. La decomposizione inizia infatti a permeare nelle file guerrigliere, tanto che si hanno casi di fuga con il bottino e si suppone che dai 18'000 militanti nel 2002 si sia passati a 12'000 nel 2005. Nel 2002 le FARC riprendono voce a livello internazionale con il sequestro della candidata alle presidenziali del Partido Verde Oxigeno Ingrid Betancourt. Fatto che da loro risalto per l’entrata nelle trattative di paesi stranieri quali Francia, in difesa della concittadina, e Venezuela, che era proposto come mediatore tra le parti. In realtà il declino dell’organizzazione è già in atto e sei anni di trattative per il rilascio della Betancourt in cambio di prigionieri e dello status di gruppo belligerante anziché terroristico porta loro visibilità internazionale, ma non vantaggi concreti.
Nel 2008 le FARC accusano duri colpi: perdono il numero due dell’organizzazione RaulReyes a causa di una dubbiamente lecita azione dell’esercito colombiano in territorio ecuadoregno, che permette al governo di recuperare tre portatili contenenti informazioni chiave dell’organizzazione e dei suoi legami con gruppi criminali stranieri e, presumibilmente, con il governo venezuelano di Hugo Chavez. Poche settimane dopo perdonoMarulanda, capo storico dell’organizzazione.

Le FARC si vedono così private della testa dell’organizzazione. Dei guerriglieri contadini di Marquetalia (una delle comunità autonome), che si battevano per una rivoluzione agraria e avevano una visione rurale del paese e del mondo. Vengono sostituiti da una generazione che si è formata nella militanza urbana del comunismo ortodosso e che hanno partecipato attivamente nella Juco (gioventù comunista colombiana), che da anni è rifugiata nelle montagne ed al contrario della precedente ha una formazione accademica e culturale. Al pragmatismo e all’astuzia di Marulanda succede l’inflessibilità dogmatica di Alfonso Cano, intellettuale del movimento.
Il nuovo leader si appresta a prendere le redini del movimento in un momento delicato e difficile, segnato anche dalla vittoria del governo nella riuscita operazione che ha liberato Ingrid Betancourt senza nemmeno un colpo di pistola.
L’organizzazione è in declino ed è destinata a scomparire, a Cano resta il compito di come farlo: se estinguersi nella lotta o tentare di guadagnare qualcosa evolvendosi in associazione civile abbandonando le armi e apprestandosi a concorrere nelle legittime competizioni politiche.

 

Fonti:
-ElPais, Alberto Josè Holguin, “La evolucion de las FARC”, 25 julio 2007
-Maite Rico, “La guerrillaquepasò a ser mafia”, 12 marzo 2008
-Internazionale, “Un leader radicale”, 20 giugno 2008
-Human Right Watch, Resumen de Pais: Colombia, gennaio 2008
www.wikipedia.es: voci: Colombia, Alvaro Uribe, JacoboArenas, FARC, Antonio Pedro Morin, Procesodesmovilizacionparamilitar

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