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Scritto da nel Economia e Mercati, Numero 42 - 1 Luglio 2008 | 0 commenti

Farmaci e brevetti: abbiamo dimenticato qualcosa?

“There are some who praise a man free from disease; to me no man who is poor seems free from disease but to be constantly sick”
 
Sophocles (497–406/5 B.C.), Greek tragedian. Fragments, l. 325 (Creusa).
 
 
Le promesse della medicina e la biotecnologia
Batteri sintetici creati “in vitro”e organismi che possono essere “coltivati” in laboratori sono alcuni dei progressi della scienza e la tecnologia (S&T) che negli ultimi decenni dimostrano come la realtà avvantaggi le previsioni della fantascienza. Piu lontane ma già previdibili sono le promesse della medicina perzonalizzata a seconda del DNA individuale. I prodotti finali sarebbero terapie più efficaci e con pochi o nulli effetti collaterali (terapie con target specifici nel DNA or RNA personale). I sistemi di proprietà intellettuale, specialmente i brevetti sono le aree normative che si occupano di incentivare la ricerca, compresa quella farmacologica e biomedica. La medicina avanza e la biotecnologia promette cure e diagnosi, ma allo stesso tempo, sappiamo che il progresso non arriva per tutti. Chi potrà avere accesso a queste promesse?
 
Brevetti e innovazione
Le normative legale sui brevetti e più in generale i sistemi di proprietà intellettuale hanno come obiettivo di incentivare l'innovazione e lo sviluppo di nuove tecnologie. Negli Stati Uniti, la Costituzione attribuisce come competenza del Congresso stabilire diritti di esclusiva per promuovere il progresso della scienza e delle arti (“to promote the progress of science and the useful arts”). I diritti di esclusiva sono giustificati come meccanismi necessari per incentivare la attività di ricerca e sviluppo (R & S) di nuove tecnologie.
Ma dall' altro verso, i diritti di esclusiva permettono al titolare del diritto (brevetto) di monopolizzare per un periodo limitato nel tempo tutte le attività in relazione con la sua invenzione (commercializazzione, produzione e anche sviluppo di tecnologie superiori). Attualmente il periodo di esclusiva e di 20 anni secondo l’Accordo TRIPS della Organizazzione Mondiale del Commercio. Per questo periodo si prevede una perdita di benessere sociale che è inerente a tutti i monopoli. Inoltre c’è l'impossibilità di utilizzare le invenzioni brevettate senza il consenso del titolare per sviluppare nuove e migliore tecnologie. Questi sono grosso modo i costi di un sistema di brevetti. I brevetti saranno positivi per la societa se i benefici in termini di incentivo delle attività di R&S saranno maggiori dei suoi costi.
 
Brevetti + Farmaci = ?
Il sistema dei brevetti, come tutte le leggi e regolamentazioni non è perfetto. Fin dagli origini remoti nella Venezia rinascimentale si discutono i brevetti in termini dei suoi costi di monopolio. Più recentemente, si criticano i brevetti come meccanismo di incentivo per la R&S, specialmente nelle industrie high tech, che innovano troppo velocemente e si avvalgono di altre strategie per profittare delle loro innovazioni.
Ma nella industria farmaceutica si dice che i brevetti rimangano importanti. Dire che i brevetti contano per le grande case farmaceutiche è l’argomento prediletto per portare avanti leggi a livelli più protettivi e in tutti i paesi del mondo. La giustificazione è semplice: leggi più prottettive = più incentivi = più e migliori cure per le nostre malattie.
 
Le nostre malattie
E' propio qui che comincia il problema che ha occupato, almeno fin dalla firma del Accordo TRIPS, esperti, diplomatici e governi in tutto il mondo. Sembra che la equazione sulla quale si è basata la negoziazione del TRIPS ci si sia dimenticati di qualcosa: che il sistema di brevetti si realizza nel mercato. L'ipotesi di fondo è che un numero sufficiente di pazienti, con un reddito sufficiente siano capaci ad acquistare il prodotto della ricerca. La promessa di un diritto esclusivo ha un valore a seconda del valore del mercato che si vuole conquistare.
Questo sistema non funziona quando le persone che devono acquistare i farmaci sono povere, oppure quando hanno malattie poco diffuse. Il primo caso riguarda maggiormente i paesi in via di sviluppo, dove si trovano malattie come la malaria, leishmaniasi e il chagas che affliggono prevalentemente persone povere. Le cosiddette malattie dimenticate. Il secondo caso riguarda a le malattie che colpiscono poche persone, chiamate malattie rare.
 
Cosa sta sucedendo?
Così, dopo la firma del TRIPS, tutti i paesi, poveri e ricchi, dovevano garantire agli inventori, diritti brevettuali di esclusiva. Le loro popolazioni dovevano soffrire i costi più alti delle medicine protette da brevetti mentre per i generici si doveva aspettare la estinzione dei diritti. Tutto questo sacrificio in cambio della promessa di un maggiore investimento nella ricerca. Ma la ricerca su malattie rare o dimenticate non arriva. Perlomeno meno non arriva in modo sufficiente se basata sugli incentivi del sistema brevettuale.
La mobilitazione di esperti dal mondo accademico, diplomatico e della società civile ha portato il problema dell' accesso ai medicinali ai fori piu dissimili. La Organizzazione Mondiale della Salute lo scorso messe ha fatto una risoluzione emblematica che riconosce tanti di questi problemi, specialmente il fatto che ci siano altri meccanismi per incentivare la ricerca. E anche nell'Organizazione Mondiale della Proprietà Intellettuale dove si sono svolte le riunioni di una Agenda dello Sviluppo in relazione alla proprietà intellettuale, compreso il tormentato rapporto tra brevetti e farmaci.
 
Problemi di chi?
I problemi che abbiamo visto riguardano fallimenti specifici del sistema brevettuale nell’area dei farmaci. Come sostiene James Love, Direttore dellla NGO Knowledge Ecology International e voce esperta davanti a la WIPO, WHO e altre organizzazioni a livello mondiale, è importante ricoscere che i brevetti incentivano la attività di ricerca per malattie nei paesi ricchi. Questo e la conseguenza di essere mecanismi di incentivo a la innovazione dove i consumatori pagano direttamente, ed a seconda della loro domanda, il prezzo della attivita di R&S. Lo stato si limita a garantire un diritto di esclusiva, limitato nel tempo. Per questo si investe abbastanza nella ricerca di medicine per il diabete e le malattie cardiache oppure nella disfunzione erettile o l'obesità.
Questa discussione e arrivata a Bologna lo scorso 26 di maggio, quando nella Sala delle Armi della Facolta di Giurisprudenza si è parlato appunto di diritti di proprietà intellettuale e diritto alla salute. L’incontro e stato organizzato dalla COCIS, associazione di NGO’s, nel in occasione della sua campagna “Senza patente: per la libera circolazione dei diritti”. Gli esperti hanno sottolineato i problema di accesso ai farmaci essenziali e il 10/90 gap: il fatto che il 90% della produzione farmaceutica e rivolta al 10% della popolazione del mondo. E poi si sono discusse le alternative, specialmente la proposta di utilizzare i sistemi di premi per incentivare la ricerca delle malattie dimenticate e delle iniziative di associazione pubbliche-private.
Ma il sistema di incentivi deve essere complementato con altri mecanismi alternativi laddove non funziona. E questo non è un problema soltanto dei paesi poveri. Riguarda anche la ricerca per malattie poco prevalenti. E riguarda, anche la importanza di capire che il sistema di brevetti è un mezzo e non un fine. Che è imperfetto. Insomma, come ha detto James Love, parlando della opposizione da parte della industria farmaceutica alle discussioni nella WHO su mecanismi alternativi:
 
“…If the campaign succeeds in derailing WHO’s commendable search for alternatives, then we will be sacrificing not just truth, but lives, at the altar of patents.  That is a kind of idolatry we should all have outgrown long ago”
 
Sacrificare vite umane sull'altare dei brevetti. E questa idolatria può portare a risultati dannosi anche per i paesi ricchi. Basta pensare ai bisogni di una populazione piu anziana, a sistemi sanitari in crisi e ai costi crescenti dei farmaci. E senza colpevolizzare i brevetti o chiederne l'abolizione, bisogna riflettere sul perchè i brevetti fossero considerati, fin dal Statuto dei monopoli inglesi, come meccanismi contenutivi dei privilegi a discrezione dei sovrani. Questa riflessione con la finalita altruistica di non dimenticare nessuno nella corsa per il progresso. Ma anche con lo scopo di proteggere il futuro dei consumatori di farmaci ogni volta piu costosi in tutti i paesi del mondo.  
 
Per saperne di più
  
Premio Nobel Joseph Stiglitz
 
Kei su brevetti, farmaci e mecanismi alternativi (premi)
http://www.keionline.org/index.php?option=com_content&task=view&id=4&Itemid=1
 
Il sito della Organizzazione Mondiale della Salute su farmaci e proprieta intellettuale
 
Documento della Associazione di Industrie Farmaceutiche su malattie dimenticate

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