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Scritto da nel Letteratura e Filosofia, Numero 45 - 1 Settembre 2008 | 0 commenti

La rana che offese Ratzinger

I grandi occhi stralunati, il volto contratto in una smorfia che lascia fuoriuscire la lingua dalla bocca, nella destra un boccale di birra, nell’altra un uovo. Questa la rana capace di turbare la sensibilità di Benedetto XVI e di centinaia di fedeli nella calda estate di Bolzano.
La scultura di legno, alta poco più di un metro e mezzo, è opera dell’artista tedesco Martin Kippenberger. Intitolata Zuerst die Fuesse (Prima i piedi), ma ormai nota come “La rana crocefissa”, l’opera nell’intenzione dell’autore vorrebbe simboleggiare l’ipocrisia di una società che se pur corrotta nel profondo tenta di mantenere esteriormente un’immagine irreprensibile. Messaggio, che a buona ragione, può sembrare alquanto ermetico ai non addetti ai lavori ma estetica a parte, ciò che ha reso nota al grande pubblico l’opera di Kippenberger è la blasfemia di cui l’inconsapevole rana si è irrimediabilmente macchiata.
Da circa tre mesi le quiete terre dell’Alto Adige sono scosse dal gelido vento del blasfemo, c’è chi urla all’eresia, chi inneggia una nuova caccia alle streghe e su tutto aleggia lo spauracchio della scomunica. Papa Ratzinger vedendo offeso il sentimento religioso dei tanti fedeli in visita al Museion, ha inviato una lettera di ammonimento al presidente del consiglio regionale del Trentino-Alto Adige Franz Pahl. Questo non solo non ha tardato a schierarsi dalla parte del Pontefice e contro la rana ma per sottolineare la sua devozione, e certo guadagnarsi il favore dei cattolici-integralisti in vista delle elezioni provinciali del prossimo ottobre, si era già preoccupato di indire uno sciopero della fame anti-blasfemia digiunando per ben nove giorni. Dietro le polemiche sollevate dall’opera dell’artista tedesco si cela in realtà un prosaico scontro elettorale: la Svp, partito di maggioranza assoluta cui appartiene lo stesso Pahl, teme infatti di perdere voti e la sua decennale supremazia così che ogni pretesto e buono per riacquistare consensi nelle frange integraliste.
Tuttavia, a nulla è valso il valoroso gesto del fedele Franz Pahl, a nulla la lettera papale, a nulla l’aver ricoperto la malcapitata rana degli articoli di giornale che narrano della sua vicenda, poiché il 29 agosto il Consiglio di Amministrazione del Museion di Bolzano, riunitosi per l’occasione, ha deliberato che “La rana crocifissa” resterà al suo posto. La decisione è stata presa a maggioranza (6 contro 3) e al contrario di ciò che tutti si aspettavano la direttrice del Museion, Corinne Diserens, che in questi tre mesi aveva difeso a spada tratta l’opera di Kippenberger, non sarà costretta a presentare le dimissioni. Un verdetto a sorpresa giacché dei 9 membri del Cda 5 sono a nomina provinciale e 4 sono nominati dall’Associazione Museion, questi ultimi hanno ovviamente votato a favore, ma la sorpresa deriva dalla spaccatura dei “provinciali”, due dei quali, il museologo Dieter Bogner e l'imprenditore Heinrich Gasser, al contrario di ogni previsione, hanno appoggiato la direzione del Museion.
La peccaminosa rana lascerà quindi Bolzano il prossimo 21 settembre, al concludersi della mostra “Sguardo periferico e corpo collettivo” che l’ha ospitata, e tornerà nella natia Svizzera ove fa parte di una collezione privata. Chissà cosa racconterà del nostro paese a chi incontrerà? Una nazione di santi ed eroi…

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