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Scritto da nel Numero 48 - 16 Ottobre 2008, Tempo e spazio liberi | 0 commenti

Hollywood e la sua casta

Gomorra di Matteo Garrone è il candidato ufficiale per l'Italia a concorrere all'81ª edizione degli Oscar per la sezione Best Foreign Language Film. Si tratta del primo importante passo verso l'ambito premio, ma per raggiungere il red carpet bisognerà aspettare l'ultima e decisiva selezione di gennaio, dove il film si scontrerà con l'agguerrita concorrenza di altre pellicole straniere.

Ma in che modo l'Academy prende le sue decisioni? E come avvengono le votazioni?

E' in primo luogo importante capire chi sono i protagonisti che partecipano al processo decisionale, ovvero: che cos'è l'Academy of Motion Picture Arts and Sciences?

L'AMPAS è un'organizzazione professionale onorifica, fondata nel maggio 1927, che promuove la cooperazione culturale, professionale e tecnologica dei suoi membri. Ne fa parte una privilegiatissima elite: solo chi si è distinto nel campo artistico e scientifico delle arti sceniche può ambire ad entrarvi in seguito ad invito formale del Collegio dei Governatori; ma prima ancora è necessario l'appoggio del dirigente esecutivo del proprio campo specifico. Attualmente i membri sono più di 6000, la maggior parte dei quali di nazionalità statunitense. Tra i presidenti, che rimangono in carica un anno e rieleggibili massimo tre volte, si possono ricordare Douglas Fairbanks (il fondatore), Frank Capra, Bette Davis, Gregory Peck, fino all'attuale Sid Ganis. Sia nel Gruppo Dirigente che nel Collegio vengono rappresentate nel miglior modo possibile tutte le anime dell'industria hollywoodiana: registi, attori, sceneggiatori, tecnici, produttori, … .

I criteri dell'Academy per la scelta delle nomination prima, e dei vincitori poi, non sono sempre chiari; in generale si può affermare si sia giunti ad un compromesso tra arte e business: un film merita un premio in base al valore dell'equilibrio tra input creativi di qualità e ambizioni spettacolari[1], anche se il più delle volte ha la meglio la strategia di produttori e distributori sul talento. La scrematura dei partecipanti avviene attraverso un preferential system: fatta una lista di candidati per ogni categoria (attualmente 24), ogni elettore ne sceglie i 5 preferiti per ciascuna di esse. Al termine di un complesso conteggio basato sul numero di volte in cui ciascun candidato compare primo nelle preferenze, si ottengono le 5 nomination[2].

Ogni anno

la Chicago R.S. Owen & Co. produce decine di statuette dorate alte 33cm e del peso di 3,8kg: sono di proprietà esclusiva del vincitore e non possono essere rivendute se non alla stessa Academy per 1$.

La Notte degli Oscar è una cassa di risonanza enorme per il vincitore e i quattro vinti di ciascuna categoria, con effetto immediato su carriera e stipendi: fama, prestigio, potere contrattuale e guadagni. Emblematico il caso di Faye Dunaway: in seguito alla nomination come miglior attrice protagonista nel 1968 per Bonnie&Clyde, film per cui ricevette un compenso di 30.000$, vide schizzare il proprio cachet a 300.000$ a pellicola[3]!

L'attribuzione di premi a certi film e il più delle volte discutibile e non sempre condivisa soprattutto dalla critica europea. Bisogna però ricordare che l'Oscar, premio per eccellenza, universalmente riconosciuto nel mondo, è innanzitutto un evento auto celebrativo dove Hollywood festeggia sé stessa e il suo popolo di artisti e uomini d'affari. Vittoria non è quindi sempre sinonimo di capolavoro.




[1] Caves R.E., L'Industria della creatività. Economia delle Attività Artistiche e Culturali, 2001, Etas, Milano.

[2] Sull'argomento: Gehrlein W., Kher H., Decision rules for the Academy Awards versus those for elections, Interface vol.34 pp:226-234, 2004.

[3] ibidem

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